Un impianto di lavorazione di fanghi civili e industriali: non si può abbassare la guardia in Lomellina, che gli imprenditori del rifiuto sono pronti a rifilare nuovi progetti dai dubbi vantaggi e dai rischi assicurati.
E' il caso della ditta che vuole insediarsi sulla statale 494 tra Zeme e Valle Lomellina, in un capannone dismesso da anni e recentemente teatro di un mega-rave abusivo. Un capannone, come al solito, perfettamente circondato - se si esclude la strada per arrivarci - da risaia. Molti cittadini ignorano la proposta depositata al municipio di Zeme dalla ditta Ecotrass di Almè. Un nome che ricorda in maniera inquietante quello della Ecotras (con una S sola) che ha costruito l'impianto di stoccaggio delle ceneri ad Albonese finito poi sotto sequestro perchè inquinante (http://italy.indymedia.org/news/2006/02/985430.php). Un nome al quale sindaco e giunta di questo paesino perso tra le risaie che conta appena qualche centinaio di abitanti, hanno concesso subito parere favorevole. Il progetto della Ecotrass è quello - pare - di trasformare fanghi industriali in concimi agricoli con un progetto autorizzato dalla Regione Lombardia per operazioni di recupero di rifiuti speciali non pericolosi come già accade nella ditta omologa di Carvico (Bg) che fabbrica e vende concimi anche alle aziende lomelline. Ma cosa si intende per fanghi industriali e per rifiuti speciali non pericolosi? E soprattutto, vale la pena gaudagnare qualche posto di lavoro in una terra che ne offre poco, senza conoscere oggettivamente i "contro" di un simile progetto? Forse il fulcro del dilemma si sposterebbe a svantaggio della Ecotrass se si considerasse una riqualificazione del territorio e della sua agricoltura (che alcuni pionieri stanno trasformando in biologica) come stanno facendo i comuni del parco agricolo Milano-Sud.
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