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Il governo all'attacco del Forum
by Angelo Mastrandrea (by way of blicero) Saturday, Oct. 26, 2002 at 12:11 PM mail:

Botta e risposta Il centrodestra chiede lo spostamento del Social forum da Firenze. Violante: esponenti del governo alimentano tensioni. Martini: si assumano le loro responsabilità

Alla vigilia del dibattito parlamentare sul Forum sociale europeo di Firenze, previsto per martedì, il centrosinistra risponde all'offensiva della maggioranza. Il presidente dei deputati Ds Luciano Violante non usa infatti mezzi termini contro i sottosegretari all'interno Margherita Boniver e Alfredo Mantovano: «Alcuni esponenti del governo stanno alimentando in queste ore tensioni e paure sul Social forum di Firenze con dichiarazioni del tutto avventate, delle quali riteniamo responsabile l'intero governo». In particolare, Mantovano aveva scaricato ogni responsabilità riguardo al Forum sul presidente della Toscana e sul sindaco di Firenze, dicendo che «forse si poteva evitare di arrivare in queste condizioni a questo appuntamento. Patiamo decisioni non del tutto provvide prese da altri». Poi, interrogato sull'ipotesi di slittamento del Fse, aveva sibillinamente risposto che «il ministro ha sollecitato un approfondimento, ora è il momento del parlamento», non placando le voci che vorrebbero il ministro Pisanu affermare martedì alla camera che il governo non sarebbe in grado di garantire la sicurezza e una parte della maggioranza presentare una risoluzione sul rinvio, questa volta da sottoporre al voto in aula. A dargli manforte il forzitaliota Antonio Tajani («se c'è il rischio che Firenze possa finire nelle mani dei black bloc, mi auguro che possa esserci anche un intervento da parte del parlamento che vada in una direzione diversa da quella presa fino a questo momento») e il sottosegretario alla presidenza del consiglio Paolo Bonaiuti, che in un'intervista al quotidiano Libero ha affermato che «il diritto a celebrare il Social forum non viene meno se si svolge altrove». Anche il ministro per le politiche comunitarie Rocco Buttiglione va all'attacco degli enti locali: «Se il sindaco di Firenze vuole che il Social forum si faccia va bene, ma si assuma le sue responsabilità». Accuse respinte al mittente dal diretto interessato, che ha scritto direttamente a Berlusconi per chiedergli le intenzioni del governo. «E' stato affermato (da alcuni esponenti locali del centrodestra, ndr) che il 5 novembre, alla vigilia del Social forum, sarà consegnato al presidente del consiglio un documento contrario a questo avvenimento e si è pubblicamente indicata la mia persona come responsabile di eventuali danni, disordini e incidenti. (...) Auspico che il governo affronti e discuta la questione al di là del dibattito parlamentare e assuma decisioni chiare sulla base dei principi fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione», scrive Domenici.

Chi non usa mezzi termini è il presidente della regione Claudio Martini: «Il governo non può restare in mezzo al guado. Se ci sono "elementi tali da..." (riferito a Buttiglione, ndr) lo dica e si assuma interamente la responsabilità di adottare le decisioni di sua competenza. Naturalmente si assuma anche l'onere di garantire l'ordine pubblico a Firenze dopo che avrà preso queste decisioni». E ancora: «Credo che lo svolgimento del Social forum, per le notizie che abbiamo noi a Firenze, sia governabile e nelle condizioni di poter essere svolto. Considererei un elemento di seria preoccupazione culturale e democratica se si dicesse che non ci sono le condizioni per lo svolgimento dell'evento perché il 98% pacifico del movimento non può riunirsi né a Firenze né altrove, né adesso né dopo, perché non ci sono le condizioni da parte dello stato italiano e dei governi europei per neutralizzare e fermare un'esigua minoranza del movimento». Poi l'appello alla Rai, a Mediaset, a La7 e a tutta la stampa: «A pochi giorni ormai dall'inizio dell'incontro, si facciano parlare i tanti e diversi veri protagonisti, si dia spazio all'agenda dei temi, si faccia un'informazione completa. Questo non solo gioverebbe alla completezza dell'informazione, ma sarebbe anche un contributo ad uno svolgimento pacifico del forum».

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Social Forum, il governo gioca sporco
by da l'unità Saturday, Oct. 26, 2002 at 12:55 PM mail:

25.10.2002
Social Forum, il governo gioca sporco
di Enrico Fierro

Sul Social forum di Firenze il governo e il centrodestra stanno facendo un gioco pericoloso. Pericoloso e irresponsabile. Il governo, che non ha mai discusso del meeting fiorentino nel Consiglio dei ministri, non ha una linea credibile sul tema cruciale della sicurezza della città di Firenze e di quella dei partecipanti alle manifestazioni. L’esecutivo non ha mai discusso del Social Forum e della opportunità di tenerlo a Firenze o altrove, non ha mai pronunciato un sì o un no sul diritto di centinaia di migliaia di persone a manifestare dove vogliono e in condizioni di sicurezza. Eppure uomini importanti del governo ancora ieri hanno detto la loro. Parla Paolo Bonaiuti, ma non da sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e da portavoce di Berlusconi, per carità: Bonaiuti parla da «fiorentino». E dice che la sua città è «inadatta» ad ospitare il Social forum. Quindi «il diritto a celebrarlo non viene meno se si svolge altrove». Si cambi città, e lo si faccia a pochi giorni, ormai, dall’inizio dei lavori. Bonaiuti lo dice di venerdì, tre giorni prima della seduta della Camera dedicata al Social Forum. Tace il ministro Beppe Pisanu che alla Camera ha già parlato e dove riparlerà martedì, in quella occasione - si spera - porterà quelle notizie e quei fatti nuovi allarmanti.

Parla, però, Alfredo Mantovano di An, che è sottosegretario all’Interno. Ed ha il merito di rendere finalmente chiara l’operazione che maggioranza e governo stanno facendo: voi, sindaco e presidente della Regione Toscana, avete voluto il Forum a Firenze, noi siamo contrari, se succede qualcosa la colpa è vostra. E’ inutile ricordare che Dominici (il sindaco) e Martini (il Presidente della Regione) sono diessini e guidano giunte di centrosinistra.

Il sottosegretario veste i panni della vittima: «Patiamo decisioni non del tutto provvide prese da altri». Il governo «patisce», prende atto a malincuore, si limita ad osservare. Su una questione spinosissima, che fa riferimento alle responsabilità della gestione della sicurezza pubblica e delle garanzie democratiche, il governo del G8 di Genova sceglie di non governare. Per un semplice e cinico calcolo politico.

Che diventa chiarissimo nelle parole di Margherita Boniver, sottosegretario agli Esteri, che tira in ballo il «moltiplicarsi di eventi terroristici nel mondo» che mettono a rischio «la sicurezza dei cittadini e di un pezzo di storia come Firenze». Bonaiuti, Mantovano e Boniver, tre rappresentanti del governo, ai quali è lecito chiedere di quali notizie dispongano. C’è il rischio di attentati terroristici a Firenze, sottosegretario Boniver? Sottosegretari Mantovano e Bonaiuti, avete rapporti riservati che vi informano dell’arrivo di Black-bloc (o come li volete chiamare oggi) e che sono stati taciuti al Parlamento e all’opinione pubblica? Domande lecite poste da una opinione pubblica che non ha dimenticato Genova e che richiederebbero risposte serie che fino a questo momento il governo non è stato in grado di dare.

I fatti parlano con chiarezza. Il ministro dell’Interno ha parlato pochi giorni fa alla Camera del Social Forum fiorentino. Certo, Pisanu ha giudicato Firenze città «inadatta» ad ospitare il meeting e le manifestazioni, certo ha detto di aver esplorato tutte le possibili soluzioni alternative, certo ha chiesto un supplemento di dibattito in Parlamento, ma poi ha detto anche che Firenze non è Genova, che il Forum non è il G8, non ci sono zone rosse da violare né capi di Stato da contestare. E poi ha parlato dei «rischi», ma ne ha parlato male e in modo confuso. Sbagliando finanche l’elenco delle sigle e mettendo insieme gruppi radicali con movimenti dichiaratamente pacifisti. Con un riferimento alla crisi di leadership del movimento no-global italiano e ai rischi connessi ad una sorta di regolamento di conti interno, smentito in modo sdegnato dai diretti interessati. Non solo, ma Pisanu ha respinto con chiarezza ogni accostamento con le giornate del G8 di Genova, rimbrottando Graziella Mascia, parlamentare di Rifondazione comunista, che quell’accostamento faceva. «Evocare gli eventi di Genova dello scorso anno è improprio, anzi rischia di suscitare ulteriori allarmi». Ma parliamo delle parole. Nelle sua relazione al Parlamento, Pisanu usa una sola volta il termine «terrorismo» e lo fa riferendosi alle riunioni del «gruppo di lavoro tecnico per lo scambio informativo in materia di prevenzione e repressione del terrorismo» del Dipartimento della pubblica sicurezza. Per aggiungere che Antiterrorismo e Polizia non hanno «segnalato (come, invece, avvenne a Genova) la possibilità di attacchi terroristici, anche se una costante attenzione viene rivolta all'ambiente anarchico-insurrezionalista particolarmente attivo nel nostro paese che, in occasione del G8 di Genova, si rese protagonista di attentati incendiari e dinamitardi». Sulla stessa linea le informazioni, dettagliatissime, che Gianni De Gennaro, Capo della Polizia, ha fornito il 16 ottobre scorso al Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti. E allora c’è da chiedersi cosa è cambiato da martedì scorso (data della prima relazione di Pisanu alla Camera), quali fatti nuovi sono emersi dalla informativa del Capo della Polizia al Copaco. Altrimenti il sospetto che il governo stia inaugurando una irresponsabile e pericolossissima strategia del terrore è più che legittimo. Tanto da diventare drammatica certezza.

http://www.unita.it

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