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http://italy.indymedia.org/news/2006/02/995134.php Nascondi i commenti.

[sanpaolo] VIII udienza - dichiarazione spontanea dei compagni imputati
by su.lega.mi - supportolegale Thursday, Feb. 16, 2006 at 2:10 PM mail:

viii udienza del processo san paolo. i compagni imputati rendono dichiarazioni spontanee, presenti in aula il poliziotto imputato e misenti (uno dei due cc imputati). Il primo china la testa ogni volta che sente la parola democrazia, il secondo ride giulivo con il neofascista porciani. Il terzo non si fa vedere per paura di essere riconosciuto visto che quella notte aveva una mazza da baseball in mano

VIII UDIENZA - SINTESI

non aggiungiamo nulla alle dichiarazioni spontanee dei compagni, fatte con il cuore in mano e con la consapevolezza di avere dietro di se' la forza delle lotte fatte in tutti questi anni insieme.


VIII UDIENZA - PROCESSO SAN PAOLO

[ P=tribunale, A=accusa, D=difese, C=parti civili, R=testimoni ]

P: fa l'appello [sono presenti in aula tutti gli attivisti inquisiti e Spedicato
(solo uno degli agenti e cc imputati) ]

A: Io confermo che avevo citato Musica e Cugnetti (uno e' a merano e l'altro
no).
A: chiedo l'acquisizione di una cassetta con l'audio migliorato , se non ci sono
opposizioni...
[ non ci sono opposizioni ]

A: sulla cassetta ci sono due video, il secondo e' una trasmissione televisiva
successiva agli eventi prodotta dalla questura.

P: poiche' non ci sono testi presenti siamo tutti d'accordo di guardare la
cassetta.

A,C,D: si

[
si mostra il video che tutti conosciamo dell'aggressione al san paolo
]

P: il quadro generale l'abbiamo avuto, poi ce li guardiamo in camera di
consiglio. se non ci sono richieste contrarie.

P: vediamo se ci sono i testi altrimenti procediamo all'esame degli imputati.

A: non c'e' nessun teste.
P: magari arrivano...

D: (Porciani - polizia) se non ci sono testi e il pm rinuncia tutto bene.
altrimenti noi ci opponiamo

P: mi sembra una posizione diciamo.... se il pm rinuncia e' un altro paio di
maniche...

D: se il pm rinuncia senno' non diamo il consenso.

D: (Mazzali) i nostri faranno dichiarazioni spontanee e le possono fare quando
vogliono...

P: ok. cominciamo con le dichiarazioni spontanee.

A: per quanto riguarda musica io rinuncio.

D: (Porciani - polizia) non c'e' consenso
P: ma come allora lo fate apposta! ahahah! uno cerca di mettere d'accordo tutti
pero'...

A: per quanto riguarda Cugnetti avrei chiesto di acquisire la dichiarazione. Se
volete produrre la dichiarazione di musica io non ho nessuna opposizione

D: (Porciani) io Musica voglio sentirlo.

[ tutta l'aula aspetta anche se non si capisce cosa, forse la valutazione di
Cugnetti ]

D: (Porciani) anche Cugnetti vogliamo sentirlo.

P: poiche' il processo e' in avanzata fase istruttoria ci dovreste spiegare i
motivi per cui volete sentire lo stesso questo teste

D: (Porciani) riteniamo che acquisire i semplici verbali di dichiarazione non
sia cosa utile
P: (giudice a latere) qual e' la circostanza?
P: pm ci chiarisca
A: io faccio una constatazione concreta. io ho fatto un indagine completa
sentendo tutte le persone. constato che il dibattimento e' stato quasi sempre
una una ripetizione di quello che io avevo ottenuto. io rinunciavo chiedendo
l'acquisizione visto che sono due testi che interessano uno a un gruppo di
difese e uno a un altro gruppo. siccome un teste viene da merano e l'altro e'
rientrato da una missione internazionale, magari hanno problemi. poi se su
circostanze specifiche si possono ricitare successivamente.
P: il pm rinuncia sic et simpliciter o insiste?
A: se non c'e' volonta' di collaborazione io insisto per il teste cugnetti
P: se andasse in porto questa proposta ok, mentre se non va in porto la proposta
A: io insisto cugnetti ma rinuncio a Musica.
P: c'e' una circostanza particolare per cugnetti
A: cugnetti e' stato indicato da alcuni testi come presente ad una fase
specifica e sarebbe citato da altri. e' un teste che riferisce in modo molto
specifico sia sulla prima fase, quella degli incidenti fuori dal pronto
soccorso, e in specifico riferisce una vicenda di un pestaggio all'interno del
pronto soccorso da parte di alcuni membri delle ffoo su una ragazza di piccole
dimensioni gia' riferito da altri testi.

D: (Giannangeli) chiariamo la nostra posizione. noi aderiamo in toto
all'impostazione del pm. ci sta bene l'acquisizione di entrambe le dichiarazioni
gia' rese. anche a noi sta bene sentire cugnetti nel caso non ci sia accetazione
della rinuncia da parte degli altri difensori

D: (Campilongo - Polizia) secondo noi i testi hanno riferito cose diverse dei
fatti raccontati da altri, percui non possono essere prese cosi' come sono le
dichiaarazioni. se Cugnetti ha raccontato fatti importanti a maggior ragione va
sentito. Quanti scudi, quali scudi e' importante per alcuni indagati e alcuni
imputati.

P: (giudice a latere) beh vada da qualcun altro non da noi.

D: ha detto 15 persone 15 szcudi e lo ha scritto

P: e per Musica?

D: (signorile) io mi associo alla richiesta di campilongo e chiedo l'audizione
di Musica perche' e' anche stato sottoposto a pressione dalle altre parte.

D: (Porciani) noi abbiamo intenzione di sentire tutti i testi perche' vogliamo
chiarire tutti i fatti.

P: ma Musica era teste del pm?
D: no e' anche parte civile
P: ma l'avevate citato voi?
D: (Porciani) no ma era gia' citato dal pm
P: (giudice a latere) e cosa c'entra scusi?

[...]

P: procediamo alle dichiarazioni spontanee, se c'e' accordo
[ ma non c'e' bisogno di accordo delle parti ]


R: [BD]
P: il pm aveva chiesto l'esame, lei ha facolta' di non rispondere e se risponde
quello che dice puo' essere usato contro di lei. Vuole sottoporsi all'esame?
R: no
P: vuole rendere dichiarazioni spontanee?
R: si
A: Io produco le precedenti dichiarazioni

P: che attivita' svolge?
R: croce rossa.

DB:
Confermo ogni deposizione effettuata da me alle forze dell'ordine
riguardanti la notte tra il 16 e il 17 marzo 2003.

Non ho molto da aggiungere a tali dichiarazioni , voglio semplicemente
dire di essere, il giorno 16 marzo 2003, incappato in una notte nera,
notte che dimenticherei, notte che mi ha segnato per sempre. Ho
rischiato di essere ucciso, ho soccorso invano un mio fratello, ne ho
portato un secondo in ospedale a causa di una coltellata ricevuta, un
terzo ,anch'esso colpito, agonizzava sull'asfalto mentre le forze
dell'ordine hanno creato una situazione di caos estremo bloccando con le
loro volanti le ambulanze e di conseguenza ritardando la repentina
missione di soccorso. Altro ricordo di quel momento è il continuo
ripetersi di insulti da parte delle forze dell'ordine.

Arrivo all'ospedale, prima del mio fratello ormai cadavere, piangevo.
Dovetti riconoscerlo, dovetti dare ai miei compagni la notizia della
sua morte... in che modo? Sono sicuro che il mio urlare, il mio
piangere, il mio mettermi in ginocchio, il mio ricercare un abbraccio
amico siano state semplicemente delle reazione umane. Ho rischiato 15
coltellate, ho visto morire davide , ho rischiato di perdere un altro
amico...non è prassi di vita o sbaglio? La nostra reazione è umana!!!

Siamo stati accusati insensatamente dal questore di milano di voler
portare via la salma. Un' accusa che ha dell'incredibile... a che pro
delle persone possono fare un gesto del genere?! Ho pensato molto a
questa stupida accusa fattaci e ho pensato : `` complimenti ditemi come
potete accusarci di cio che un giorno lo spiegherò a mio figlio davide.
Si, davide come davide cesare ucciso dai vili fascisti quella sera, non
una rissa tra punk come hanno voluto a far credere alla popolazione
intera, ma un vile agguato in buona regola.

E io? Dopo la disperazione causata dalla notizia del decesso di davide
mi sedetti in un angolo del pronto soccorso, ero frastornato, mi
sembrava di vivere in un mondo surreale, vedevo immagini ma non sentivo
suoni, sentivo suoni ma non capivo...poi...il cadere in un
vortice...polizia e carabinieri si muovevano pieni di se all'interno del
pronto soccorso armati di mazze da baseball...si muovevano alla ricerca
di una vittima..e cosi è arrivato il momento di una mia amica, la vedevo
mentre la picchiavano, anzi la stavano esattamente massacrando tirandola
per i capelli e sbattendogli la testa contro il bordo d'alluminio della
porta 1,2,3,4,5,6,..., volte. Io guardavo incredulo...come possono
essere definiti uomini dei personaggi del genere? A quel punto mi alzai,
mi avvicinai alla mia amica per aiutarla ma invece il mio aiuto servì
soltanto a loro, infatti ,venni preso, ammanettato, incappucciato. NON
opposi resistenza, ero totalmente frastornato , camminavo per inerzia,
non capivo nulla ma ricordo i loro luridi insulti : ``comunista di
merda'',''figlio di puttana'', ``mo ti spacchiamo il culo''...mi misero
a testa in giù e mi colpirono ripetutamente con la mazza da baseball
nella zona occipitale del cranio, sputavo un dente,vomitavamo sangue. Mi
rompettero naso, sopracciglio e labbro. E mi lasciarono chiuso nella
volante. Con il loro essere arroganti e violenti volevano forse darmi
una lezione? Volevano forse farmi paura? E si, loro possono fare tutto
cio, creare il caos, creare il delirio tanto poi...

Sono stato fatto uscire dalla volante, non ricordo ne dopo quanto, ne da
chi. Sono stato portato in pronto soccorso e medicato. Mi sedetti e
venni interrogato dalla Digos e forze dell' ordine.

Tornai a casa all'alba, distrutto, tristissimo. Avevo una frase che mi
rimbombava nel cervello: `` stasera li abbiamo scassati''...frase
pronunciata da un poliziotto...'' gli abbiamo fatto paura''...

A oggi credo di poter dire di non aver provato la paura...ma di aver
provato incredulità per l'azione sanguinosa commessa da persone che
nascono per mantenere l'ordine e che in realtà camminano fieri di essere
padroni delle città e incapaci di fermare il loro manganello di fronte
alla morte...

Il mio animo dopo tre anni vive integro con il sorriso indimenticabile
del mio fratello dax...pagherei per cancellare quella notte, morirei per
non dimenticare. Rispetto a chi quella notte non si è fatto
sottomettere, Rispetto a coloro che lottano contro le ingiustizie nelle
città.


P: [domande preliminari a LB ]
R: non voglio rispondere ma voglio leggere una dichiarazione spontanea

P: che lavoro svolge?
R: attualmente disoccupato. fino al primo gennaio giardiniere
P: e' sposato?
R: no
P: che titolo di studio?
R: superiori
P: possiede immobili?
R: no
P: ha processi penali pendenti?
R: che io sappia no.

LB: Innanzitutto una breve ricostruzione dei fatti di quella notte.
Io ero una di quelle persone che prima di andare all'ospedale San Paolo ero in
via Brioschi, il luogo dell'aggressione e del ferimento di alcuni compagni, tra
i quali Davide Cesare "DAX".
Inizio da qui perche' e' il posto, gia' prima dei pestaggi all'ospedale, dove si
respirava un'aria pesante e intimidatoria.
La via era presidiata da un numero consistente di poliziotti e carabinieri e
delle loro auto che ostruivano tutte le vie intorno al luogo dell'aggressione e
che sono state anche di ostacolo per il passaggio delle auto ambulanze. Ci fu un
tentativo di carica da parte di un gruppoi di poliziotti sceso da un furgone
indossando caschi e impugnado scudi, e che si diressero verso il gruppo di
persone presenti.
Quella situazione non si concluse con una carica, ma ripensandoci a posteriori
dava l'idea di quello che sarebbe accaduto piu' tardi
Nel vialetto del pronto soccorso vi erano alcune volanti che nel corso del tempo
aumentarono cosi' come il numero di poliziotti e carabinieri che non fecero
segreto della volonta' di non lasciarci soli, ma anzi iniziarono a infierire con
una serie di provocazioni creando un clima di tensione.
Il seguito sta poi nelle cariche e nell'inseguimento dentro il pronto soccorso,
nella caccia all'uomo e nei pestaggi di persone ferme o a terra e comunque
indifese, un susseguirsi di aggressioni di cui ne sono testimonianza i racconti
di chi c'era e le numerose cartelle mediche.
Un bilancio non da poco in considerazione del fatto che l'unica cosa che
chiedevamo quella notte era di stare soli e tra di noi: il nostro compagno era
morto.
Nono considero l'atteggiamento dei poliziotti come una semplice mancanza di
sensibilita'.
Tra gli agenti presenti quella notte l'odio era viscerale.
Quel modo di fare e' frutto di una politica e di un agire ricercato e studiato
per quelle persone che si ritrovano in percorsi polittici come i nostri. Negli
insulti che ci venivano fatti ci si dava dei comunisti di merda, insultavano la
nostra dignita' e quella di amici e compagni non piu' presenti tra noi.
Immagino che nella loro vistione della vita e del lavoro persone come noi
possono essere ammazzate di botte "fin dentor i corridoi di un pronto soccorso"
e possono essere umiliate negli affetti piu' cari. Si permettono di fare quello
che vogliono e avere l'appoggio di un questore, che pur di difendere i suoi
"buoni e bravi" agenti, ci accusa di aver cercato di sottrarre il corpo di
Davide, di aver devastato il pronto soccorso, e di altro ancora.... Come se
fossimo bestie, o meglio capir espiatori delle gigantesche violenze e dei
grossolani errori commessi dalle questure milanesi.
Su uno striscione una volta leggevo "al San Paolo come alla Diaz, Massacri e
Menzogne". Mai una frase ha sintetizzato cosi' bene il clima che ci si viveva
nei giorni seguenti.
E' chiaro il fatto che vi e' una forte spinta ideologica che attraversa gli
ambienti di polizia e carabinieri che spesso si tramuta in modo d'agire cosi'
come diversi avvenimenti degli ultimi anni stanno a dimostrare.
Quello che ho provato quella notte e' del tutto personale e quello ceh mi e'
successo sta scritto nella querela che ho presentato qualche settimana dopo i
fatti, ma devono rimanere indelebili le decine di compagni e compagne ch eho
visto quella notte sanguinare sulle sedie del pronto soccorso: teste aperte e
faccie tumefatte,. persone rincorse come prede, compagni ammanettati e rinchiusi
in macchine della polizia quasi soffocare nel loro sangue. Compagni e amici in
preda alla disperazione di chi e' impotente di fronte a una situazione
totalmente irreale ma brutalmente vera, passati in pochi secondi dal piangere un
compagno a dover scappare per non essere massacrati.
Ci rimane in primo luogo e nonostante tutto, ricordare Dax compagno militante
assassinato perche' antifascista.


P: [domande preliminari a FZ]

R: mi avvalgo della facolta' di non rispondere e voglio rilasciare una
dichiarazione spontanea

P: ci sono due domande specifiche a cui puo' anche non rispondere.
P: se e' stato ferito in via Zaminoff e se e' stato accompagnato al pronto
soccorso.
R: si
P: se lei ha subito tutte le cure mediche che le erano state ordinate oppure se
dopo la notizia della morte di davide se n'e' andato
R: si sono rimasto nei locali del pronto soccorso.

FZ: La notte del 16 marzo 2003 in via Brioschi angolo via Zamhenof tre
neonazisti massacravano a coltellate Davide Cesare Dax e ferivano un altro
compagno.
Un paio di coltellato sono toccate anche a me, il caso ha fatto si che fossero
meno gravi.
Proprio per questo i miei ricordi rispetto a quella notte sono abbastanza
lucidi.
Ricordo la fuga dei 3 neonazisti e l'immediato accorrere da tutte le direzioni
di diverse volanti che, con formidabile perizia, ostruivano le vie d'accesso al
luogo dell'aggressione impedendo di fatto all'ambulanza di raggiungere il corpo
di Dax.
Ricordo da subito atteggiamenti ostili da parte degli agenti nei confronti dei
primi compagni accorsi.
Un vidoe amatoriale riprendera' alcuni agenti mentre organizzano una carica che
poi avverra' al pronto soccorso dell'ospedale san paolo.
Ed ora veniamo a quello che e' successo al San Paolo
Non e' facile trovare delle parole per descrivere lo sconcerto e la rabbia che
ho provato quella notte e quello che continuo a provare quando ripenso a quegli
eventi.
Quelllo che ricordo e' l'atteggiamento provocatorio sin da subito degli agenti
accorsi al pronto soccorso per interrogarmi.
Ricordo le minacce e gli spintoni subiti dopo aver appreso dai medici della
morte di Dax.
Ricordo di essere rimasto quasi sempre all'interno del Pronto Soccorso per farmi
medicare, avevo la spalla immobilizzata per via del ferimento, per cui mi
appaare chiaro che non ho potuto fare nulla di quello di cui mi si accusa.
Dopo di che la storia e' nota: insulti, calci, pugni, e cariche di Polizia e
Carabinieri.
Ricordo le chiazze di sangue nelle sale del Pronto soccorso, le urla rabbiose e
spaventate dei compagni massacraati, gli sguardi di sfida di decine di agenti
armati di mazze da baseball e giubbotti antiproiettile fieri di aver impartito
la giusta punizione a qualche "comunista di merda", salvo poi chiedere a me e ad
un altro imputato di ricordare il doloroso episodio e rendere testimonianza
sull'agguato che e' costato la vita a Dax.
Le parole hanno un peso, soprattutto se si indossa la divisa e si rappresenta
uno stato a detta di molti democratico, gli insulti ricevuti quella notte
spiegano il motivo di quella brutale e ingiustificata aggressione.
Eravamo solo "comunisti di merda" e tanto basta perche' gli agenti presenti al
San Paolo non si debba avere diritto di cittadinanza.


P: [domande preliminari a OE ]

OE: Due sono le immagini che piu' di altre si ostinano a rimanere ben impresse
nella mente se penso al San Paolo
La prima e' questa. "Signor E. mi dispiace per quello che le e' successo". Ecco
le parole che mi rivolge con evidente imbarazzo il Questore di Milano
Boncoraglio mentre si alza in piedi dietro la sua scrivania. Siamo a qualche
tempo dopo i fatti del San Paolo, non riesco a quantificare con precisione
quanto tempo sia trascorso nel frattempo, non molto comunque. Sono in Questura
come altre innumerevoli volte per avvisare dello svolgimento di una
manifestazione pubblica in citta'. Ma ad un certo punto gli uomini della Digos
mi comunicano che il Questore vuole ricevermi nel suo ufficio. Mentre mi rivolge
parole di costernazionae ripenso con fastidio che per tre giorni lo stesso
dichiarava candidamente alla stampa, tra lo sconcerto degli stessi cronisti, che
le forze dell'ordine erano intervenute per impedire che noi portassimo via la
salma. Chissa' come matura questa ridicola linea di difesa, chissa' se era
frutto suo o di qualche consigliere maldestro. Comunque e' certo che insistette
a raccontare l'insostenibile, anche per i canoni del comune buon senso, per ben
tre giorni. Fino a quando l'allora prefetto Bruno Ferrante piu' arguto o
semplicemente coadiuvato da migliori consiglieri, comincio' a dichiarare
ufficialmente che bisognava finirla con questa storia della salma aggiungendo
timidamente che se proprio fosse emersa una qualche responsablita' da parte
delle forze dell'ordine (qualche singolo avesse un po' esagerato, l'intenzione
non andava al di la' di questo escludendo aprioristicamente colpe collettive e
modalita' operazionali) sarebbe stato perseguita. Ma, per intanto quella mattina
in questura, avevo l'impressione che il nostro questore non sarebbe durato
ancora molto tempo in citta'. Fui facile profeta.

Secondo flashback. Sono intontito, sono stato colpito in piu' punti e preso a
calci, mentre un gruppo di persone che poi scopriro' abitanti dei palazzi di
fronte urla ai miei aggressori qualcosa del tipo: animali, lasciatelo stare,
tanto che loro si indispettiscono e urlano a loro volta qualcosa contro. Ho
cercato istintivamente di ripararmi la testa e i genitali. So che e' servito,
pero' faccio fatica a rialzarmi, ora che non sento piu' i colpi. Ma qualcuno mi
aiuta. Non e' un compagno. Capisco che e' un poliziotto, deve essere giovano ma
non inquadro il viso... Non ci riesco... Non ho tempo... Devo riuscire a
reggermi sulle gambe. Devo scappare. Lui mi aiuta a rimettermi in piedi e mi
dice concitato "Vai via! Vai via!" Devo a lui probabilmente se me la sono cavata
con poco, con molti meno danni di altri e altre. A lui e a quell'altro compagno
mio che vedendomi a terra in difficolta' ha tentato di aiutarmi con l'unico
risultato di attirare l'ira di alcuni miei aggressori che lo ripagano
spendendolo dritto in ospedale con i denti fracassati. Sarebbe accaduto a me.
Qualche giorno dopo qualcuno, ben navigato mi ebbe a dire: vedrai ora che e'
comparso quel video amatoriale che certifica inequivocabilmente almeno il tuo
pestaggio, cercheranno di addebitarti qualche violenza fantomatica precedente,
per cercare di spiegare e di conseguenza ridurre la portata dell'abuso di cui
sei stato vittima. Inutile a dirsi che anche in questo caso la complessita' del
corso degli eventi svanisce dietro l'estrema prevedibilita' dei comportamenti
umani.

Questi sono i ricordi piu' nitidi. Le emozioni, quelle, agiscono ancora ogni
volta che se ne riparla. Prima il vuoto cosmico e l'angoscia che lascia la morte
quando ti colpisce vicino. Poi l'istinto che piu' ci lega alle origini della
specie, la sopravvivenza. Fuggire per salvarsi. Nei corridoi di un ospedale.

Ecco alcuni cenni di quella notte. E' molto tardi, sono a letto a casa mia,
abito dall'altra parte della citta'. Saranno le 23.30 o le 24.00. Ricevo alcune
telefonate, nell'agitazione delle poche parole capisco che c'e' stataa
un'aggressione contro alcuni compagni nel Ticinese. In fretta e in silenzio
prendiamo la macchina e ci dirigiamo in via Brioschi, io e JM che vive con me.
In Brioschi ci sto poco, vi sono pochi compagni sconvolti e polizia. Dei feriti
non c'e' gia' piu' nessuno, non ho fatto in tempo, li hanno gia' trasferiti. Di
Dax si dice che e' grave. Corro al San Paolo. Li' ancora una volta trovo
pochissimi compagni e polizia piu' numerosa. Dax e' morto e ci guardiamo in
faccia attoniti... Chi sa piangere lo fa, chi non ne e' capace tace. Ma per la
polizia tutto anche il dramma e' noiosa routine. Non cessano di aggirarsi in
mezzo a noi persone disperate, chi con fare noncurante, chi allegro. Una scena
che a pensarci ora mi appare come una fotogradia irreale che stinge nel
surreale. Certo i movimenti sociali non hanno un buon rapporto con gli organismi
deputati al controllo, cio' probabilmente sta nella naturalita' delle cose. Chi
per praxis opera per la trasformazione sociale immediatamente mette in
discussione la forma di sovranita' data, per cui si assiste a un quadro in cui i
nuovi attori sociali vengono di conseguenza considerati illegittimi, innescando
invariabilmente ottuse risposte repressive quando i "claims" dei movimenti sono
politivi. Ma lasciamo stare l'analisi, centra poco ora. Se vi ho fatto un veloce
riferimento e' stato solo per dimostrare che quella situazione per noi
attivitsti e attiviste era davvero strana. La strafottenzaz degli agenti.
Stavano facendo salire la tensione molto velocemente. Cosi' ho dovuto seppellire
il dolore dentro di me riservandolo per i giorni successivi e come molte altre
volte ci siamo adoperati per tentare di disinnescare la tensione. Perche'
davvero nessuno di noi aveva voglia di battibeccare con loro avendo ben altro
per la testa. Ma quel comportamento e quello stare addosso irritavano. Abbiamo
chieso una e piu' volte che si allontanassero. Niente. Abbiamo fatto presente
che stavano facendo quello che non dovevano fare e cioe' provocare un gruppo di
persone che piangevano un amico. Niente. All0'inizio qualche frase strafottente.
Poi qualcuno ridacchiava. Poi frasi irripetibili. Certo ricambiate, ma da qui
c'era disperazione... Di la' ci sarebbe dovuta essere professionalita'. Gia'...
Professionalita', magari sono io che mi immagino che non ci fosse mentre in
realta' c'era eccome, forse qualcuno aveva interesse che accadesse qualcosa...
in fondo era passato gia' molto dall'assassinio di Dax e i corpi di polizia
avevano avuto tutto il tempo di mettere in piedi i mecanismi (e gli uomini) di
mediazionmi formale e informale di cui sono dotati. Se avessero voluto. Ma forse
fu deciso che non era il caso. E che un gruppo di agenti scarsamente addestrati
e dotati di poca impronta democratica interagissero a modo loro con "quelli dei
centri sociali" per usare la vulgata di certa stampa. Torno al racconto dei
fatti. Scambio di insulti che dura qualche istante, poi improvvisamente si
spostano di qualche metro indietro. La cosa non mi piace, ho esperienza di
piazza (ebbene si', sono un recidivo della forma politica denominata
"manifestazione") e non mi fido che abbiano capito che per far allentare la
tensione basta fare pochi passi indietro. Mi avvicino e faccio in tempo a
sentire distintamente uno di loro dire agli altri: "Sono 5 deficienti,
prendiamoli tutti". In quell'istante corro indietro e avviso tutti di scappare,
ma e' inutile ci stanno gia' caricando. La nostra situazione era che avevamo
questi che ci caricavano da una parte e l'entrata dell'ospedale dall'altra.
Siamo corsi dentro, ma non e' finita. Hanno fatto irruzione e ci hanno inseguito
dappertutto. Piu' durava l'inseguimento piu' capivo che stavano perdendo ogni
tipo di controllo. Fino a quando a un certo punto mi sono girato e ho visto tra
di loro questo grosso carabiniere che correva come un ossesso con una mazza da
baseball in mano che faceva stampare sulle porte che superava. Sapevo ormai che
se mi avessero preso sarei stato in pericolo anche di vista. Non esagero, visto
che vi sono compagni e compagne che si trascinano ancora adesso dietro delle
psicosi a causa dell'intensita' di quelle paure. Comunque sono fortunato, riesco
a non farmi raggiungere. Aspetto un po'. Aspetto che si calmino le acque. Di li'
devo uscire e devo aspettare che riacquistino un briciolo di controllo. Poi mi
dico che ormai sara' pur arrivato qualche dirigente di polizia in grado di
riprendere un agestione moderata degli uomini armati. Torno indietro e sembra
davvero tutto tranquillo. Vi sono poliziotti e carabinieri in giro ma non
sembrano badare troppo a me. Non ho ancora idea della terribile mattanza gia'
accaduta. Esco sul vialetto dell'ospedale perche' voglio uscire una buona volta
da li'. Sto camminando verso l'uscita ma in qualche modo mi accorgo che mi
seguono, allora corro verso il gruppo che bloccava l'accesso al vialetto. Con
tutoil fiato che ho li scarto e sono finalmente fuori in strada, ma non serve
perche' immediatamente mi prendono e mi scaraventano a terra. Il seguoto e'
documentato dal video amatoriale che abbiamo visto anche oggi in aula e si
riferisce comuncuqe al flashback che raccontavo all'inizio.

Fin qui il racconto delle fasi cruente. Ma qualcosa di altro vorrei poter
aggiungere. La presentazione dei nostri esposti alla procura non ha avuto le
caratteristiche dell'azione automatica. Ci abbiamo pensato molto e molto ne
abbiamo discusso. E' stato a suo modo un fatto eccezionale. Nessuno
nell'ambiente della sinistra sociale crede che siano date ancora le condizioni
perche' le forze di polizia, tutte, rispondano davvero per intero di fronte alla
societa' di questi comportamenti aberranti. Troppo corporativo il modello
organizzativo, largamente inapplicata la legge di riforma dell'81, strettamente
gerarchica la struttura materiale e mentale e sono tutte condizioni che
provocano l'ostracismo di quelle soggettivita' democratiche interne che pur
hanno una "weltanschauung" democratica. Molto piu' semplice dare la colpa agli
attori legittimi di turno, come "i centri sociali", "gli autonomi", "i
no-global". Di fronte a gruppi di poliziotti e carabinieri che ci inseguivano
urlando "comunisti di merda vi ammazziamo tutti" potevanmo rinchiuderci nei
nostri ghetti, feriti, umiliati e percio' consapevoli che solo il percorso
virtuoso delle lotte sociali puo' garantire un contrappeso alle derive
sicuritarie. Ma dai nostri ghetti dobbiamo uiscire. Gli esposti furono
presentati.


P: poiche' c'e' un espresso richiamo alla denuncia querela vorremo chiedere se
c'e' il consenso ad acquisire il contenuto. c'e' opposizione?

[ non c'e' opposizione ]

P: ci sono altre dichiarazioni spontanee?

[ no ]

A: al nucleo risulta che doveva venire qua per testimoniare. il cellulare
risulta occupato.

P: (giudice a latere) la difesa ha enucleato i suoi testi?

D: (Mazzali) tutti i nostri testi sono gia' stati sentiti dal pm. noi rinunciamo
a tutti i testi tranne i testi 23,24,27,37 . Per gli altri rinunciamo. 4 testi.
C: le parti civili hanno rinunciato.
D: (Mazzali) non rinunciamo a Cugnetti, il 9.

P: altre liste testimoniali non ci sono. Vediamo se c'e' musica.

[ Musica sta arrivando - sospensione di 20 minuti ]

[ Musica nato a gallipoli nuckeo radiomobile comando provinciale di milano. ]

A: la notte fra il 16 e l 17 marzo e' inter enuto insieme al maresciallo faraoini all'ospedale san paolo puo' friferire cosa ricorda e qualera la situazione in cui siete arrivati
R: ricordo che quano arrivai al san paolo c'erano due nostre macchine e altre volati. il viale era intasato di macchine.
A: dove ha parcheggiato
R: all'ingresso, dentro al vialetto
A: prosegua nel racconto
R: quando siamo arrivati ilmaresciallo e' sceso, c'erano un gruppo di persone vicino all'ospedale che tiravano dei sassi e io mi sono allontanato perche' non venisse colpita dalle macchine
A: c'era un lancio di sassi?
R: si
A: avete spostato la macchina?
R: si l'ho messa all'esterno e sono sceso
A: ha partecipato a qualche cordone?
R: si mi sono messo insieme ad altri colleghi e ricordo di abere avuto in mano la torcia elettrica perche' era buioe non si vedeva niente. sono andato insieme agli altri
A: era in prima fila?
R: in mezzo al cordone. non avevo casco, avevo in mano una torcia in dotazione all'auto
A: dopo?
R:quando mi soo messo vicino ai collgfhi della polizia e a quelli nostri ho visto il collega affianco a me cadere perche' aveva ricevuto un sasso, lho preso, avendo sempre la torcia accesa e lho trascinato verso la macchina
A: in che posizione?
R: eravamo schierati...nel vialetto
A e improvvisamente e' caduto...
R: si un poliziotto non ricordo il nome ne' se era del reparto mobile o delle volanti
A: il ps era ferito, lei cosa ha fatto?
R: ho cercato di imbracciarlo e facendo pressione per alzarlo e portarlo via
A: ha visto come fu colpito il ps?
R: ho visto il sasso per terra, un sanpietrino. il viale era molto buio
A: l'ha trascinato fuori e poi?
R: sono rimasto con lui perche' sanguinava
A: non ha partecipato a cariche, inseguimenti?
R: no
A: era ferito?
R: quando ho soccorso il collega a terra sono stato colpito alla gamba dx con un calcio, ho visto dal buio una figura che mi ha dato un calcio alla gamba, ma sono riuscito cmq ad andarmene
A: ha subito delle lesioni?
R: si
A: se le ricorda?
R: no
A: venti giorni di prognosi...volevo chiederle di essere un po' piu' preciso...lei ha parcheggiato nel vialetto
R: si
A: e' sceso?
R: si
A: che situazione c'era quando e' sceso
R: c'erano persone che urlavano insulti lanciando degli oggetti non identificati
[il pm contesta le sue dichiarazioni a v
erbale]
A: c'era anche qualche ps che si arrabbiava coi ragazzi?
R: no
A: qualcuno ha detto qualcosa che lha colpita?
R: proferivano varie parolacce, ingiurie, ma di preciso non ricordo
A: niente altro?
R: no
A: lei ha spostato la macchina, e' uscito, dopo quanto tempo si e' formato il cordone?
R: due tre minuti
A: sposta la macchina, parcheggia fuori, dopo quanto si forma il cordone?
R: nell'immediatezza
A: c'era il reparto mobile?
R: c'erano le volanti, si arrivo' anche il reparto mobile. :w

Parti civili

C [sbirri] fu aiutato da qualcunaltro la persona colpita?
R: ero da solo
C: ricorda qualcunaltro
R: non ricordo con precisione, ma penso di si, lo abbiamo messo in macchina
C [lucentini difesa ffooo): lei era anche in via zamenhof
R: si. la situazione era che io sono rimasto vicino alla macchina perche' volavano calci e sputi dallae persone presenti, quelli che poi sono arrivati al san paolo e quindi visto che eravamo con le macchine in fila per fare in modo che le macchine non subisswero danni ulteriori cercavamo di andare via.
C: chi diede l'ordine?
R: mareciallo MIsenti disse di andare via.

C (difesa compagni) come fa a dire che quelle persone erano quelle che poi erano al san paolo?
R: le ho viste li' e poi al s.paolo
C: quante?
R: non ricordo quattro o cinque
C: da via zamenhof in poi e'sempre rimasto con faraoni?
R: si quanfo poi siamo arrivati io sono rimasto in macchina poi sono uscito
C: e faraoni?
R: era buio, anche il vialetto
C: lei ha parlato di un cordone formato con il terzo reparto mobile, quanti eravate?
R: non mi ricordo, fra le 10 e le 15 persone
C: c'erano scudi?
R: no
C: si e' sciolto poi il cordone? in che occasione?
R. dopo che il collega e' stato colpitomi sono staccato
C: ha percepito cosa accadde dentro al ps?
R: no
C: lei fa riferimento al tenente iseglio, era in divisa?
R: non ricordo
C: ricorda persone delle ffoo in borghese quella sera?
R: la polizia era tutta indivisa la mia squadra anche, non ricordo se c'era il tenente in borghese
C: iseglio era in borghese, ricorda qualcunaltro?
R: no
C: ha fermato ragazzi?
R: no
: ricorda di ragazzi fermati da altri colleghi?
R: no
C: quando e' andato via?
R: quando e' giunta l'altra nostra squadra
C: lei ha confermato un passaggio dicendo ci spingevano verso l'uscita. ricorda se veniva detto qualcosa?
R: ricordo che continuavano a urlarci e proferire frasi minacciose
C: vi dicevano di andare via?
R: si
C: ha sentito parlare dell'intenzione di portare via la salma?
R: non lo ricordo
C: nella deposizione ha detto "qualcuno diceva che volevano portare via la salma"
R: si ma ora non ricordo

A: una precisazione riguardo la torcia...
R: torcia di plastica di media statura [media statura???? sono cmq una quarantina di cm]

23 febbraio x testi cunietti e testi difesa e l'eventuale esame degli imputati delle ffoo


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