Valerio Verbano non e' morto per un centro-sinistra.
…….E pure Valerio viene sepolto nel municipio!
Dietro i tentativi di imbalsamare compagni morti per il comunismo dentro cristallizzazioni scadenziste buone per ogni campagna elettorale, si nasconde la rilettura revisionista del “nuovo” antifascismo; qualcosa che, a mio parere, ha molto a che vedere con l’ammorbante ex omelia p.c.i.sta del “rifuggire le provocazioni” onde evitare la teorizzazione degli opposti estremismi tanto dannosa alla bottega elettorale. Una rilettura comoda e conveniente, ovviamente per ogni frazione borghese interessata all’oblio della smemoratezza, ma anche per i tanti, troppi, neoconvertiti all’icona urna, novelli “nuovi p.c.i.”, interlocutori municipalisti con le briciole delle circoscrizioni, o s-carc-cagnati consiglieri comunali che siano! Viviamo i tempi in cui ognuno ha “trovato il proprio candidato”, tra cortei sulla Palestina guidati dai “comunisti” d.o.c. italiani e dai verdognoli un po’ appassiti e “scomuniche” degli ex barbuti lottatori nonche’ “rifondatori comunisti”…. Roba gia’ vista ( do you remember “ nuova sinistra unita” o “ voto rosso al p.c.i.”? ), robaccia, o robetta, direi! Oggi, pero’, c’e’ la novita’ dell’utilizzo di compagni morti, da Carlo Giuliani a Valerlo Verbano, compagni assassinati e che oggi avrebbero avuto piu’ o meno la mia eta’; compagni morti per un motivo preciso: volevano vivere in un altro modo, in un’ altra societa’, per questo lottavano, e per questo sono stati uccisi. Oggi qualcuno vorrebbe vendersi le loro spoglie per un qualche centrosinistra o sull’altare del solito, affollato, carrozzone repubblicano-antifascista ( magari condito con qualche firma in difesa della costituzione… ). Si vorrebbe la fine della memoria, ma anche della dignita’! Non andra’ cosi’! Non ci scipperanno i nostri compagni; le loro idee non andranno disperse, non saranno svendute, non saranno merce di scambio per qualche europarlamentare o consigliere circoscrizionale.
Occorre ristabilire il principio primo del vero antifascismo: riconsegnarlo alla lotta di classe, collegarlo all’anticapitalismo, svincolarlo dall’unitarieta’ interclassista del carrozzone repubblicano e borghese, riattrezzarlo secondo i canoni della giustizia proletaria. Il vero antifascismo non e’ una campagna politica, e’ una costante attivita’ di derattizzazione direttamente proporzionale all’insediamento territoriale; e’ il risultato dell’internita’ ai destini del proletariato, alla capacita’ di riconoscere i propri storici nemici, e di metterli nella condizione di non nuocere, con tutti i mezzi necessari. Dentro questa ri-proposizione antifascista, diretta, proletaria, militante, vive il mio ricordo ed il mio impegno in nome di giovani compagni che non ci sono piu’.
Un compagno del secolo passato
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