sui fatti di milano
Ieri, sabato 11 marzo, era in programma a Milano un’iniziativa antifascista in risposta all’assenso dato dalle istituzioni milanesi al corteo dei neonazisti della fiamma tricolore. Circa 500 compagni e compagne in mattinata hanno tentato di occupare la piazza da cui era prevista nel pomeriggio la partenza del corteo fascista. Un ingente schieramento di forze dell’ordine presidiava la piazza per impedire che gli antifascisti ne prendessero possesso. La volontà di rompere il divieto di entrare in piazza ha causato una serie di scontri con la polizia, determinata a garantire l’agibilità politica ai fascisti e ai nazisti. In seguito agli scontri è stato chiuso l’infopoint di Alleanza nazionale e rotte le vetrine di un McDonald. Nei rastrellamenti successivi sono state fermate 45 persone.
Negli ultimi anni nella fiamma tricolore si sono organizzati i peggiori gruppi neonazisti del veneto e di Roma, autori di decine di aggressioni ai danni di compagni e immigrati. Ieri, come ha detto Berlusconi, “dei violenti hanno cercato di rendere impossibile una civile riunione di un nostro alleato”. Pur di racimolare quattro voti in più al supermercato delle elezioni alla destra degli Storace, dei Borghezio, delle Mussolini, dei Calderoli si affianca quella dei Romagnoli, dei Tilgher, dei Fiore. Il centro sinistra invece corre in questura a portare la solidarietà ai poliziotti; Bertinotti chiede di “individuare i responsabili”. Ci sono le elezioni: tremano… Nessuna glielo ha detto ai giornalisti, ai politicanti vari che noi non siamo sul libro paga dell’Unione.
Quasi in contemporanea con i fatti di Milano alla Sorbona di Parigi gli studenti in rivolta si scontravano con la polizia usando estintori, sassi e arnesi da cantiere. Negli scorsi mesi nelle banlieus francesi scoppiava una rabbia, una radicalità senza precedenti, che ha esaltato intellettuali, sociologi e politici vari. Quando invece lo scontro è arrivato nelle strade delle nostre metropoli si è fatto a gara per condannare e prendere le distanze. Ci vorrebbero tutti impegnati a trasformare i centri sociali in luoghi di ritrovo alternativi e trasgressivi.
Afferma un tal Daniele Farina :“certe pratiche non ci riguardano. Noi portiamo avanti il conflitto sociale con il dialogo”… In realtà con questa affermazione si vuole autolegittimare la propria esistenza, costruita con forme di entrismo e mediazione con le istituzioni esistenti e accettando aldilà del folclore le logiche della politica istituzionale. Per noi Autonomia e Contropotere rimangono gli orizzonti del nostro agire politico e sociale; Autonomia come capacità di rifiutare i meccanismi di cooptazione del sistema dei partiti, come pratica di radicalità e di rottura del quadro politico esistente.
Sabato 18 marzo ci sarà la manifestazione in ricordo di Dax, compagno dell’ Orso ucciso da un fascista milanese tre anni fa. E’ importante esserci per riaffermare una volta in più l’attualità dell’antifascismo come pratica militante, e per chiedere con forza la liberazione dei compagni arrestati.
SABATO 18 TUTTI E TUTTE A MILANO CON DAX NEL CUORE LIBERTA’ PER GLI ANTIFASCISTI
Network antagonista torinese
|