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La banale verità di Milano
by attento Monday, Mar. 13, 2006 at 10:49 AM mail:

Inutile strillare


la manifestazione di Milano è stata preparata con un'assemblea in precedenza.
All'assemblea un gruppo aveva già deciso che le modalità della manifestazione dovevano essere quelle e solo quelle.

A quel punto chi non aveva intenzione di starci ha detto chiaro e tondo che sarebbe stata una cazzata alla quale non avrebbe partecipato.

Chi ha deciso di fare la manifestazione comunque, anche in quattro gatti, ha preso una decisione coraggiosa, o è stato un folle?

L'esito della manifestazione l'abbiamo visto, oltre 40 compagni in galera per poter dire che a Milano esistono degli antifascisti tanto sprovveduti da andare romanticamente al massacro, con l'aggravante che tra gli arrestati ci sono anche persone già accusate per Genova, e con il bel risultato di mettere in pericolo anche le posizioni processuali di altri compagni.

Ora è giusto che chi ha fatto queste scelte, chi se ne è fregato di tutti gli altri e ha agito con queste modalità, se le rivendichi, ma non è giusto che gente troppo stupida infami chi quella manifestazione l'ha rifiutata, non per scarso antifascismo, ma l'allergia al suicidio politico, e non solo politico. Come non è giusto che dopo aver oscurato la manifestazione antipro di Roma, qualcuno abbia anche il coraggio di insultare chi vi ha partecipato chiamandolo cannaiolo. Che è come hanno fatto per anni i fascisti usando la parola -drogato- come un insulto, se non ce ne si è resi conto.

E' giusto essere solidali con gli arrestati, ma è altrettanto giusto ribadire che azioni del genere servono solo a portare i compagni in galera, e chi le promuove, chi ne sostiene la causa e l'opportunità in assemblea, ne porta per primo la responsabilità.

L'autocritica in questo caso non sarebbe una pratica veterocomunista, anche se nei movimenti è poco praticata, almeno per evitare la galera ad altri compagni in futuro.

Invece di accusare chi non è venuto di essere una merda, si dovrebbe spiegare che tanto fervore antifascista alla fine è stato schifato prima di tutto dai compagni, ed ammettere che la politica non è un gioco che fa per quelli che han deciso la linea della manifestazione di Milano.

A fare gli idioti si resta da soli, questa è la banale realtà delle cose.

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