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Sciopero generale in Palestina. L'Europa condanna Israele
by da l'unità Wednesday, Mar. 15, 2006 at 5:25 PM mail:

Sciopero generale in Palestina. L'Europa condanna Israele di red



È sciopero generale oggi in tutta la Palestina all'indomani dell'incursione delle truppe israeliane nel penitenziario di Gerico per arrestare il leader del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Ahmed Saadat, altri quattro militanti del movimento estremistico d'ispirazione marxista nonché un esponente ricercato di al-Fatah, Fwad Shoubaki. Sia in Cisgiordania sia nella Striscia di Gaza le scuole sono rimaste chiuse, e così uffici e negozi. L'agitazione è stata decisa nel corso di una riunione d'emergenza tenuta ieri sera a Gaza dalle fazioni palestinesi «per condannare il sequestro di Ahmed Saadat, l'aggressione israeliana e l'uccisione di palestinesi»: due guardie carcerarie e un detenuto sono infatti morti nell'assalto e altre 26 sono rimaste ferite, cinque delle quali versano attualmente in condizioni critiche.

Il leader palestinese Mahmoud Abbas ha dovuto, intanto, annullare il suo intervento all'Europarlamento, previsto per mercoledì a mezzogiorno per rientrare nei Territori Occupati. Lo ha reso noto il Parlamento europeo che ha condannato «fermamente» l'attacco alla prigione definendo «tristemente simbolico che le nostre azioni di sostegno ai palestinesi che si battono per la pace in Medio Oriente siano ostacolate dalla violenza».

Diversi eurodeputati, tra i quali il presidente della commissione affari esteri del Parlamento europeo, il popolare tedesco Elmar Brok hanno sostenuto che questo episodio mette a rischio la credibilità del quartetto, composto da Onu, Ue, Stati Uniti e Russia e che si batte per un piano di pace nella regione. «Che credibilità possiamo avere se rappresentanti dei paesi del Quartetto scappano quando le cose diventano difficili», ha detto Brok. Gli eurodeputati hanno insistito per un accertamento completo dei fatti di Gerico, incluso il comportamento degli osservatori. L'aggressione militare dello Stato ebraico è, infatti, avvenuta con l’evidente beneplacito di Stati Uniti e Gran Bretagna. Un’ora prima dell’attacco israeliano, gli osservatori dei due Paesi – che si trovavano nel carcere in virtù di un accordo internazionale sulla custodia di alcuni prigionieri palestinesi – sono stati ritirati, dando di fatto il via libera all’operazione militare.

Nei Territori occupati, intanto, sono stati liberati gli ultimi stranieri rapiti , un sudcoreano e due francesi, tutti giornalisti. Martedì un totale di nove stranieri erano stati sequestrati a Gaza e in Cigiordania da uomini del Fronte popolare di liberazione della Palestina, in seguito all’aggressione militare delle truppe di Tel Aviv. I quali hanno sparato martedì contro le mura del carcere e mandato un ultimatum alle guardie penitenziarie e ai prigionieri: arrendetevi o vi uccidiamo tutti tramite la radio pubblica israeliana. Verso mezzogiorno le ruspe avevano, poi, abbattuto una parte del penitenziario uccidendo due guardie e un detenuto. A quel punto il gruppo dei carcerati di quell'ala del carcere sono usciti, 44 si sono consegnati all'esercito israeliano. Altri sei sono riusciti a fuggire. I detenuti in tutto erano 200. Quelli che si sono arresi sono stati denudati (in mutande), perquisiti, bendati e sono stati portati via dalle truppe israeliane. I rimanenti si sono asserragliati con le guardie nel carcere. Poi in serata Saadat e altri cinque compagni di cella si sono arresti ai soldati. Oggi il premier israeliano ha detto che saranno processati in base alla legge di Israele.

Gli israeliani hanno attaccato il carcere sostenendo che il presidente Abu Mazen si stava apprestando a liberare Ahmed Saadat, accusato di essere l’organizzatore di un attentato che nel 2001 costò la vita del ministro israeliano di estrema destra per il Turismo, Rehavam Zeevi.

Tra ieri sera e stamattina sono stati invece tutti liberati gli ostaggi presi per rappresaglia nella zona di Gaza da militanti della “Brigate Che Guevara” come forma di pressione. Gli ultimi tre sono stati i due giornalisti francesi e il fotografo dell'agenzia Sipa, Alfred Yacobzadeh, la reporter di «Elle»
Caroline Laurent, il giornalista sudcoreano Yong Tae-Young della tv Kbs e il cooperante canadese Adam Budzanowski, impegnato in un programma per l'istruzione.

La stampa israeliana, nel day after dell'attacco militare israeliano, è in pieno tripudio. E i toni biblici dell'occhio per occhio, invadono le pagine dei quotidiani. «Il conto è chiuso» afferma Yediot Ahronot, «Tsahal (acronimo delle forze armate israeliane) presenta: il Giorno del Giudizio». titola ancora Maariv che esclama:«Li abbiamo presi» pubblicando le foto di Saadat bendato e con le mani legate.

Oggi a Londra il primo ministro del Regno Unito Tony Blair rispondendo a una domanda durante il question time alla Camera dei Comuni ha difeso la scelta degli osservatori britannici di lasciare il carcere di Gerico addossando la colpa di questa decisione all'Anp e ad Abu Mazen che non avrebbe rispettato gli accordi.

Intanto James Wolfensohn, inviato del Quartetto per il Medio Oriente (Russia, Onu, Ue e Usa) ha detto mercoledì che sta valutando la possibilità di dimettersi non avendo ricevuto chiarmenti sul suo mandato. Pochi giorni fa aveva detto al suo staff che senza nuove indicazioni avrebbe lasciato il suo incarico entro la fine di aprile.Wolfensohn, ex presidente della Banca Mondiale, è stato fin da subito dopo le elezioni palestinesi la personalità che più si è spesa per evitare il blocco degli aiuti internazionali ai palestinesi e per continuare il dialogo con le istituzioni guidate da Hamas.

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