l' antifascismo non si arresta
DALLA PARTE DEGLI OPERAI ANTIFASCISTI
Lo Slai Cobas Dalmine ha aderito e partecipato al presidio antifascista di Milano di sabato 11 marzo, ritenendo necessario impedire ai fascisti della Fiamma Tricolore di scendere in piazza per rivendicare una storia già vista e passata: tanti gli operai partigiani che hanno dato la propria vita perché si cancellasse dalla storia il fascismo con tutto ciò che rappresentava. Oggi si vorrebbe cancellare la Resistenza partigiana per riscrivere la storia in senso revisionista: il moderno fascismo di governo cerca di “abbellirsi” cambiando i termini delle cose, ma continua, come il fascismo di ieri, la guerra esterna di rapina verso i popoli oppressi e la guerra interna verso lavoratori, disoccupati, studenti e tutti i proletari che lottano per le proprie condizioni di vita e di lavoro. Sabato ha sfilato una delle frazioni più nere della destra nazionale, legittimata dalle istituzioni che hanno consentito questa manifestazione, ma soprattutto, dalle forze fasciste di governo, che, sia pur in forme e modi diversi, sono portatrici della stessa ideologia reazionaria, antiproletaria e razzista e che, di fatto, con la loro politica, contribuiscono a dare agibilità politica alle forze della destra più estrema. Gli antifascisti scesi in piazza per opporsi a questa provocazione - inaccettabile soprattutto nella città e nell’anniversario dell’omicidio per mano fascista dei compagni Fausto, Jaio e Dax - hanno cercato, coerentemente, di impedire che negazionisti dei campi di sterminio e esaltatori della razza ariana, collusi con le peggiori stragi di questo Stato, tornassero a sfilare e a parlare per riprendersi l’agibilità politica che la lotta popolare gli ha sempre negato.
L’antifascismo non si arresta
Sabato scorso, al fascismo dei neo-nazifascisti e a quello di governo, si è aggiunto, ancora una volta, il “fascismo in divisa” delle forze dell’ordine, che ha represso la manifestazione antifascista, con cariche e pestaggi e attuando un vero e proprio rastrellamento, conclusosi con più di 40 antifascisti arrestati. Tra questi compagni c’è il nostro compagno Massimo, delegato Cobas della dalmine, sceso in piazza per manifestare coerentemente il proprio antifascismo, la propria contrarietà a chi autorizza questi gruppi di estrema destra a sfilare, esibendo i propri simboli di morte e facendo apologia di fascismo, vietata anche dalla Costituzione.
Esprimiamo solidarietà e sostegno nei confronti del delegato Cobas della Dalmine, pestato selvaggiamente dalla polizia e poi trattenuto per dodici ore in questura senza cure, senza acqua né cibo, così come nei confronti della lavoratrice della Triumph, in prima fila nelle lotte contro i licenziamenti, ancora sotto sequestro a S. Vittore, “colpevoli”, come altri operai, studenti, giovani, di aver manifestato per impedire la marcia dei fascisti a Milano, città medaglia d’oro della resistenza.
Ora bisogna esprimere in tutti i modi la solidarietà agli antifascisti arrestati e sviluppare controinformazione e mobilitazione ovunque: è necessario affermare con forza che la versione data dai mezzi di comunicazione è falsa, perchè travisa i fatti accaduti e dipinge come criminali i compagni e le compagne, mentre tace sulla vera violenza e sui veri crimini, quelli del fascismo, storico e moderno, e quelli delle forze dell’ordine, che hanno dimostrato, per l’ennesima volta, che ci troviamo, di fatto, in uno stato di polizia. È necessario organizzare iniziative di mobilitazione per la scarcerazione degli antifascisti, da sabato ingiustamente rinchiusi nelle carceri, senza possibilità alcuna di comunicare con l’esterno.
Slai Cobas Dalmine per il Sindacato di Classe Sede provinciale via San Bernardino, 24 BERGAMO aperta il giovedì sera dalle ore 20.30 e-mail: cobasdalmine@infinito.it sito internet http//cobasdalmine.altervista
fip13.03.06
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