Per gli incidenti seguiti all'omicidio di Davide Cesare, Dax, il tribunale di Milano ha riconosciuto colpevoli 2 dei ragazzi appartenenti ai centri sociali e un maresciallo dei carabinieri. La pena č rispettivamente un anno e 8 mesi per i giovani, 7 mesi per il maresciallo. Gli altri imputati sono stati prosciolti.
Si č concluso con tre condanne il processo avviato a Milano dopo gli incidenti registrati all'Ospedale San Paolo la notte tra il 16 a il 17 marzo 2003, in seguito alla morte di Davide Cesare, il giovane dei centri sociali aggredito a morte fuori da un locale da un gruppo di neonazisti.
Ad essere imputati con accuse che andavano a vario titolo, dalle lesioni colpose, alla violenza e all'abuso di ufficio, erano 4 giovani dei centri sociali, due carabinieri a un polioziotto.
Al termine del processo i giudici della quarta sezione penale hanno condannato due dei giovani, entrambi e un anno e 8 mesi di reclusione e un maresciallo dei carabinieri a 7 mesi.
Alta la provvisionale in vista dei risarcimenti assegnata dal tribunale e pari a oltre 100 mila euro.
Il collegio della quarta sezione penale presieduto dal giudice Edoardo D'Avossa ha condannato a 7 mesi di reclusione il maresciallo dei Carabinieri Michele Misenti, impiegato presso il Nucleo radiomobile, accusato di concorso in lesioni personali aggravate e in abuso d'ufficio.
La corte ha riconosciuto all'imputato le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti.
Condannati, invece, entrambi a un anno e 8 mesi gli esponenti dei centri sociali xxxx e xxxx, accusati di concorso in violenza e resistenza a pubblico ufficiale, in lesioni personali aggravate e in danneggiamento.
Nei loro confronti il collegio ha riconosciuto la prevalenza delle attenuanti generiche sulle aggravanti.
Assolti gli altri quattro imputati, due giovani dei centri sociali, un carabiniere e un poliziotto, per non aver commesso il fatto
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