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http://italy.indymedia.org/news/2006/05/1070585.php Invia anche i commenti.

cosa fai il 26, 27 e 28 maggio?
by critical mass!!! Monday, May. 15, 2006 at 10:55 AM mail:

http://www.ciemmona.org

Come recita la maggior parte dei volantini che circolano a suo riguardo, critical mass non fa politica nel senso vero e proprio, né ha capi, bandiere o organizzazioni; è tutto casuale, dal percorso al volantinaggio, soltanto il luogo e la data sono stabiliti.

Da qui nasce la forza di critical mass, e anche se vogliamo la sua debolezza: poiché non è rappresentativa di nessuna “fazione”, essa non genera nessuna linea politica, ma si limita dal basso a dimostrare concretamente e periodicamente la grandiosa e semplicissima idea che la bicicletta è la vera regina della città, e non l’automobile sua rivale, cosi inquinante, cosi inappropriata ed invadente. Ogni C.M. è una festa, un’iniziativa che nasce e muore nello stesso giorno, e poi rinasce il mese dopo, diversa, più seguita, con altri colori, con un altro percorso, con altre idee, anche se sempre inerenti alla bicicletta e alla sua vocazione a liberare gli umani dalle scatole metalliche a motore.

Giovani ed anziani si ritrovano in massa, professionisti in giacca e studenti fuori sede, anarco-ciclisti e artisti costruttori di biciclette assurde, gente che neanche sapeva cos’era critical mass, e che semplicemente tornando a casa dal lavoro in bicicletta ha incrociato il gruppo, e non ha resistito al suo richiamo. È una festa dicevamo, e proprio perché celebra l’emancipazione da ore di code, da spese mirabolanti e inutili, da stress, da parcheggi selvaggi, e soprattutto da questa vita cosi troppo veloce e chiusa dietro un finestrino.

Perché il punto suo più forte è forse questo, e cioè che massa critica catalizza chiunque apra gli occhi, gli propone una valida e felice alternativa a questo mondo cosi auto-centrico, cosi dipendente dalle automobili.
Ovunque si volga lo sguardo in città, tutto è sommerso dall’auto, dai manifesti pubblicitari alle concessionarie, dalle pubblicità in televisione, che sovrastano su qualsiasi altra, fino ai parcheggi selvaggi che annichiliscono persino i corridoi per i pedoni. Nulla sfugge alla voracità di questo sistema di dipendenza dal petrolio, ogni quartiere vede negati spazi pubblici in nome di strisce blu, gli scivoli per disabili sono anch’essi resi parcheggi, e le strade perdono la loro affascinante natura sociale, per divenire e rimanere flussi di lamiere ininterrotti.

In Italia, poche sono le città che promuovono le aree pedonali, quasi nulla viene fatto per piste ciclabili, ma i raddoppi di corsie per “fluidificare” le congestioni di traffico sono solo palliativi molto costosi e inefficienti. Se si pensa al grande raccordo anulare di Roma, che ha subito un allargamento in entrambi i sensi di marcia di una carreggiata, e rimane comunque intasato per ore, ci si rende conto che questo discorso è molto più fondato di quanto non si possa credere.

La società moderna, che ha posto la sua base e il suo pane quotidiano sul petrolio, deve inoltre fare fronte, occorre ribadirlo, allo scarseggiare sempre più preoccupante della materia prima in questione e dei suoi derivati. Arriverà il giorno in cui questa era terminerà, e stando alle analisi di studiosi come quelli che costituiscono L’ASPO, il nostro sfrenato consumo sta pericolosamente avvicinando questo giorno, senza che peraltro si sia cominciato a costruire l’alternativa valida ed eco-sostenibile.

La pratica quotidiana di un ciclista critico è proprio auto-riduttiva, è gentile perché affronta con umiltà la questione, pensa al suo pianeta, pensa, per usare un eufemismo, alle arterie non solo dei suoi concittadini, ma anche della sua città, del suo quartiere. Non è possibile immaginare uno sviluppo continuato di questa civiltà del petrolio, perché genera odio, morte, guerra, nei paesi produttori, e ricambia con altrettanta violenza sulle strade ed autostrade del mondo “ricco”, falcia vite a 120 chilometri orari, e con una tonnellata di metallo, un’equazione di macabra inutilità e inefficienza.

Gli sgoccioli di questa era si fanno sempre più evidenti, la sobrietà si impone, i dati sono inconfutabili: occorrerà ridurre drasticamente i consumi, e se la domanda che tutti si pongono è “cosa posso farci io”, la risposta che il ciclista da è “io posso fare, io lo sto già facendo”.

unisciti a noi, fine maggio sarà l'okkupazione delle strade, e la riappropriazione della felicità!

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