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Gli sciocchi del giorno su Israele: BHL e Rodham Clinton.
by mazzetta Thursday, Jul. 20, 2006 at 11:05 AM mail:

Ogni giorno se ne inventa una nuova per tenere a bada le opinioni pubbliche.

Dopo le stronzate di Sofri, oggi ci toccano quelle d'importazione.

Per una singolare coincidenza dalle due sponde dell'Atlantico si è tirato fuori dal cilindro della propaganda un altro "argomento" che dovrebbe giustificare l'attacco di Israele al Libano.

Sia Bernard-Henri Lévy che Hillary Rodham Clinton si sono rivolti alle opinioni pubbliche progressiste usando la retorica della paura e un chiarissimo artificio per provare a sedare lo scontento, determinato dai brutali attacchi israeliani, tra i loro stessi sostenitori e target di riferimento (in quanto candidati o in quanto intellettuali organici all'immagine di ricchezza intellettuale del paese).

Così i due furboni se ne sono usciti invitando i loro rispettivi compatrioti a pensare a come avrebbero reagito se la Francia o gli USA fossero stati posti di fronte ad un lancio di missili da un paese vicino.

Una colossale stronzata, poichè il parallelo non regge nemmeno ad un'analisi superficiale, non la Francia e non gli Stati Uniti occupano abusivamente una Palestina da decenni.

Europa e Stati Uniti non hanno contenziosi territoriali con i vicini e nemmeno gli Stati Uniti hanno recentemente invaso e devastato il Canada o il Messico.

Questa sottile differenza rende la loro tesi/ipotesi improponibile.

La loro sarebbe una domanda plausibile, forse, se l'Iraq confinasse con gli Stati Uniti, o la Francia con il Chad, ma forse allora nessuno si stupirebbe che, da quei paesi, qualcuno provasse ad attaccare i distratti cittadini di cotante democrazie.

Forse Hillary e Bernard troverebbero strano lo stesso questa ribellione contro i detentori della ragione e della missione civilizzatrice, quella che si sono autoassegnati tra il tripudio delle folle, ma la storia insegna che i popoli oppressi tendono alla ribellione e l'oppressione scientifica dei palestinesi è un fatto acclarato, per quanto volutamente ignorato, da parecchio tempo.

BHL fa di più e fa anche la lista dei "buoni" e dei cattivi, tra i buoni quelli che accettano l'annunciata annessione israeliana di parte dei Territori e forse anche di una parte di territorio libanese; dall'altra indistintamente tutti quelli che non hanno timbrato il biglietto per l'autobus dello scontro di civiltà, che sarebbero alleati del fascioislamismo.

Troppo facile sarebbe rispondere che BHL tira la volata al fascioebraismo alleato ai neo-confascisti americani, ma in fondo il livello del dibattito è abbassato a tanto poco proprio dal civilissimo BHL icona della Francia razionale.

Per evadere da questa trappola non resta che ribadire in ogni sede i termini della realtà, che dicono che l'attacco ad obiettivi civili come quello in atto in Libano è una violazione delle convenzioni di guerra e che non è neanche il caso di parlare di risposta sproporzionata, perchè quando a uno schiaffetto si risponde con una fucilata assassina la legittima difesa non viene neppure presa in considerazione, si parla subito di omicidio e di assassini.

La sproporzione nella legittima difesa integra l'ipotesi di omicidio, è così anche nell'ordinamento italiano, fare finta che si tratti di altro serve solo al permanere nell'esercizio della politica internazionale di un doppio standard legale per il quale ad alcuni paesi è permesso fare quello che per gli altri è criminale. Allo stesso modo è inutile provare a truccare le carte come fa il Corriere, che ospita un commento dal quale gli "obiettivi civili" diventano i "civili", esentando dal discolparsi o giustificare il crimine evidente a tutti della distruzione delle infrastrutture libanesi.

La permanenza di questo doppio standard è più pericolosa del terrorismo, forse bisognerebbe chiedere ai due genialoidi se sarebbero contenti in un futuro di vedere la Cina, la Russia o l'India appoggiare i crimini di uno stato cliente chiedendo la stessa esenzione dalle leggi internazionali concessa di questi tempi ad Israele e Stati Uniti, ma forse sarebbe un male, accostare considerazioni serie alle buffonate di questi illusionisti dell'infotainment globale, significherebbe dare loro un credito che hanno dimostrato di non meritare.

Meglio lasciar loro dire quello che vogliono, in fondo hanno già fallito se, come dimostrano i "loro" sondaggi, il sostegno all'azione israeliana è minoritario in tutte le opinioni pubbliche, non solo quelle arabe o musulmane.


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