Con la parola d'ordine "l'aggressione al Libano passa attraverso camp Darby:
fermiamoli!" centocinquanta pacifisti toscani si sono ritrovati di
fronte alla base in un momento drammatico per la vita dei popoli palestinese
e libanese.
Presente al presidio, Manlio Dinucci ha esposto a giornalisti e TV le ragioni dell'allarme lanciato sulle pagine de "Il Manifesto" e ripreso poi dalla grande stampa nazionale: Mentre a Roma si parlava di una ipotesi di tregua armata, neppure accennata, dal nostro paese partono munizioni ed armi di distruzione di massa, come quelle usate già nel massacro della città irachena di Falluja. Questo grazie anche ad un accordo militare Italia Israele, siglato dal governo berlusconi ed ancora in auge nella nuova fase politica che stiamo vivendo.
La presenza di un nutrito numero di realtà e soggettività pacifiste, nonostante il caldo torrido e un clima politico terribile, nel quale a fronte di un 60 per cento della popolazione a favore del ritiro delle truppe assistiamo ad un parlamento che invece vota praticamente all'unanimità per la loro permanenza nei vari fronti di guerra, ci conforta.
Da questi importanti momenti di resistenza pacifista alla barbarie del militarismo e delle sue basi dovrà ripartire un nuovo e forte movimento contro la guerra, libero da coloro che, sino ad ieri, hanno usato i valori della pace e della nonviolenza evidentemente a fini eminentemente elettoralistici.
Comitato Unitario per lo smantellamento e la riconversione a scopi esclusivamente civili della base USA di camp Darby
www.viacampdarby.org
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