A Bologna con Cofferati si è passato il limite,
lettera aperta ai democratici di sinistra, individuare e isolare gli ex compagni
(vostri) che sbagliano.
Lo avevamo ampiamente denunciato prima che la Fini-Giovanardi divenisse legge, preannunciavamo un pericolo per la democrazia dato che è un formidabile strumento atto a criminalizzare, zittire ed arrestare il dissenso, l'opposizione sociale. Ci immaginavamo pronti all'esilio da un paese senza più le garanzie minime di civile convivenza democratica, in un 11 aprile (all'indomani delle elezioni) con Berlusconi Presidente del Consiglio ed un Fini "non più fascista" che finalmente avrebbe potuto, grazie alla sua legge, chiudere legalmente i centri sociali, sbattere in galera o in comunità terapeutiche "amiche", qualsiasi voce scomoda o non conforme al suo modello di organizzazione e ordine sociale, consumatori/trici o no che fossero. Abbiamo fatto tutto quanto potevamo per evitarlo assieme a tanti altri, tanto diversi da noi, ma con un minimo comun denominatore di intenti. Un percorso parallelo e comune di opposizione oltre che al precedente governo anche alla Fini-Giovanardi e a qualsiasi sua applicazione. Ci siamo però svegliati in un'Italia deberlusconizzata con un centro sociale chiuso a Bologna (il Ca.Cu.Bo.) ed un altro (il Livello 57) sotto sequestro dal 25 luglio, grazie ad un uso politico della nota legge. Una perquisizione al Livello 57 il 25 maggio che smentisce clamorosamente le indagini preliminari agli atti del processo, utilizzate per giustificare la stessa. Il bizzarro testo, che verrà presto trasformato nel soggetto di un fumetto e di una fiction, favoleggia di laboratori per la raffineria di anfetamine ed eroina, di stanze blindate e videosorvegliate presenti al Livello come le famose armi di distruzione di massa in Iraq. Volgari menzogne finalizzate a giustificare l’ingiustificabile. Nonostante ciò una nostra sorella, Maria Pia Scarciglia la legale del Livello, è stata arrestata e condannata a due anni e otto mesi per del "fumo" che continua a ripetere che non c'era, in una vicenda che dai verbali di sequestro appare poco chiara e piena di lati oscuri e contraddizioni (l'arresto gli fu comunicato diverse ore dopo il "ritrovamento" ufficialmente avvenuto nel primo mattino sotto una macchina posteggiata davanti alla sua finestra al Livello e fu lasciata libera di girare per tutto il giorno nonostante l'eventuale "flagranza di reato" prevedesse altro). Tutto ciò grazie ad un'inchiesta affidata ad un P.M. non nuovo a fantasiosi teoremi tesi a criminalizzare i movimenti e le lotte sociali. Il noto PM Giovagnoli riuscì ad affibbiare addirittura l'aggravante di eversione a studenti che protestavano contro il caro mensa all'università, descrivendo come organizzazione con finalità eversive la Rete Universitaria Bolognese ( quando anch'egli da studente iscritto all'allora sezione universitaria del P.C.I. della "Sapienza" pare avesse fatto esattamente la stessa cosa alla mensa universitaria di via De Lollis secondo quanto ci racconta il suo ex amico e compagno di studi Piero Sansonetti dalle pagine di Liberazione del 23 aprile 2006, http:// http://www.liberazione.it/giornale/060423/LB12D692.asp ) , o contro il caro cultura al cinema "Capitol", nell'ambito delle manifestazioni pacifiche di San Precario (anche questa definita organizzazione politica con finalità eversive dal nostro creativo P.M.). Sempre Lui si distinse nell'inquisire i movimenti per l'occupazione di uno stabile in Via Del Guasto e di due treni in occasione della manifestazione del 6 novembre 2004 a Roma e dell'Euromayday 2005. Fu inoltre l'unico P.M. in tutta Italia che il primo giorno di guerra in Iraq, nonostante le tantissime stazioni occupate in tutto il Paese, riuscì a denunciare i pacifisti bolognesi per blocco ferroviario. O tutti gli altri P.M. non fanno il loro dovere, o costui esagera e meno male che è di Magistratura Democratica, altrimenti magari avrebbe chiesto ergastoli per tutti, visto che nel nostro ordinamento la pena di morte non c'è. Per favore evitateci la solita storiella dell'indipendenza della magistratura, anche a noi sta a cuore, anzi, vorremmo proprio che così fosse, ma indipendente significa non dipendente da, non al servizio di, ed il problema politico che poniamo è capire se e chi controlla il controllore. Abbiamo sentito voci di politici scandalizzati per l’arresto del reo confesso signor Savoia, abbiamo visto una ispezione Ministeriale per il PM che tanto osò, ma nessuno manda ispezioni ministeriali per la persecutoria leggerezza con cui Giovagnoli formula accuse gravissime, immotivate e risibili (come l’aggravante dell’eversione) contro i movimenti, che rendono arduo escludere un uso politico della legge da parte di costui. Nonostante le prese di posizione dei Verdi e di Rifondazione di Bologna, che in Aprile chiesero all'Unione di intervenire, nulla accadde, forse anche grazie alla pubblica difesa del P.M. da parte del sindaco, di Magistratura Democratica e dei D.S. bolognesi. Nessuno si scandalizza che Mariapia rinchiusa in venti metri a Manduria riceva controlli anche sette, otto volte al giorno e le venga negato di scontare i domiciliari nella casa dei genitori al mare, con il chiaro intento persecutorio di fiaccarla. Tutto ciò aveva inizio in primavera, pochi giorni dopo la presentazione di un documento bipartisan proposto dal consigliere D.S. Emilio Lonardo e firmato da altri 4 consiglieri D.S. (Migliori, Marchesini, Pinelli, Melega), da una consigliera della Margherita (Delli Quadri) e ovviamente da vari consiglieri di tutta la destra. Un documento reazionario e ottuso che affronta il tema con i toni biblici tipici della più becera mistica proibizionista che ha fin qui, quella si, già fin troppe sciagure prodotto, riproponendo perle di quello squallido repertorio Muccioliniano come "la piaga della droga" e altre amenità simili, con la pretesa dichiarata di voler parlare ai "GIOVANI" . Un documento volgare, offensivo e calunniatorio, teso a criminalizzare la STREET RAVE PARADE che definisce finalizzata ad "esaltare il consumo di droghe" ed ipotizza una contiguità tra gli organizzatori della street e "i mercanti di morte e chi fa affari sul dolore", invitando " I Giovani" a stare lontano dalla street implicitamente dipinta come una delle "trappole tese dai venditori di morte". Nella seduta della Commissione consiliare Sanità, Politiche sociali, Politiche abitative e della Casa del 18 maggio 2006, con all'ordine del giorno "Incontro con il Professor Massimo Pavarini per la trattazione del Rapporto di Sintesi ,Il Governo del Bene Pubblico della Sicurezza a Bologna - analisi di fattibilità"; fu discusso il rapporto sulla "sicurezza" commissionato dal sindaco ad un docente di diritto carcerario ex garantista, nel quale l'autore, il professor Pavarini, suggerì di "capire se chi organizza il grande rave è anche chi trova guadagno dallo spaccio, che rimane una attività illegale". Se vuoi spacciare non organizzi una street da centomila persone, lo fai nel silenzio senza attirare troppo l'attenzione, ma soprattutto fare antiproibizionismo per chi spaccia è come sputare nel piatto in cui si mangia. Ci arriverebbe anche il famoso carabiniere delle barzellette, ma anche questo luogo comune sbiadisce se confrontato con la perspicacia di questi amministratori. Immense somme di denaro esentasse, riciclate dalla criminalità finanziaria, vengono quotidianamente assicurate alle narcomafie dal proibizionismo che garantisce il monopolio della produzione, importazione e distribuzione delle sostanze illegali al narcotraffico internazionale. Il pensiero proibizionista con le sue leggi è il vero unico grande "fiancheggiatore" dello spaccio mondiale, dato che dietro la sua ipocrita facciata moralista ne protegge di fatto gli enormi interessi economici. Nel nostro album di famiglia ci sono Peppino Impastato, Mauro Rostagno e Fausto e Jaio. Siamo noi consumatori/trici consapevoli e attivisti/e antiproibizionisti/e le prime vittime sia delle narcomafie che del proibizionismo che altro non è se non la tassa in favore dei narcotrafficanti, che governi collusi e compiacenti fanno pagare a cittadini/e consumatori/trici di sostanze illecite. Non è vero che si consumano sostanze a causa della street, mentre è vero il contrario: la street di Bologna come tutti gli altri eventi antiproibizionisti esistono perchè il consumo di sostanze esiste ed è un fenomeno di massa, intergenerazionale e interclassista . Un fenomeno che riguarda almeno sei milioni di cittadini italiani (dal quale non sono esclusi/e nemmeno vostri/e iscritti/e) e si manifesta nei tantissimi luoghi occasionali senza rete di protezione ogni giorno e soprattutto nei fine settimana . La differenza è che nella street e nel rave successivo ciò avviene "alla luce del sole" con il minor rischio possibile, grazie a quel tipo di intervento denominato “riduzione del danno” che paesi Europei più civili del nostro e non solo di "sinistra", con politiche sociali molto più pragmatiche e meno ideologiche, applicano con successo ormai da anni. Ovviamente nella street si consuma e, dato che si consuma e che ci sono molti consumatori, c'è anche chi spaccia. Ma se questa è la motivazione per ostinarsi a tentare di vietare una manifestazione di centomila persone, allora bisognerebbe chiudere tutti gli stadi, tutte le discoteche, la stragrande maggioranza degli eventi culturali, comprese la "Notte Bianca" che ha oramai conquistato molte città, l´Heineken Fest, l'Umbria jazz, ecc. Solo ad Arezzo Wave, dove a metà luglio è morto un diciottenne per overdose, gli operatori dei progetti di riduzione del danno, distribuiscono circa cinquecento siringhe al giorno. Chiudiamo i bar nei quartieri? Le stazioni ferroviarie? Le caserme, gli ospedali, le carceri, gli istituti scolastici e le università? Vietiamo l'accesso ad ogni piazza e a ogni giardino o parco pubblico? E se entrassero i cani antidroga in Parlamento o nel Comune di Bologna e si scoprisse che anche lì si consuma, che so, cocaina per esempio (è solo un esempio astratto, pour parlér), che facciamo? Chiudiamo il parlamento ed il comune della "Dotta"? Il precedente governo ha iniziato il suo quinquennio con "l'esperimento Genova", utile a capire fino a che punto si potesse calcare la mano calpestando i diritti umani, dove oltre a tutte le altre bestialità, funzionari di polizia poi inquisiti, costruirono prove false per giustificare la notte cilena alla Diaz. Non avremmo potuto ne voluto immaginare l´inizio del governo di centrosinistra con "l´operazione bipartisan bologna", tesa a criminalizzare il movimento antiproibizionista, anche perchè nel programma dell'unione c'è la cancellazione della legge Fini/Giovanardi e non la sua applicazione politica per impedire la libertà d'espressione e la libera associazione, garantite dalla costituzione. Al sindaco bolognese vorremmo ricordare che ha senso parlare di "legalità" se si parte dall´alto: combattendo i grossi crimini economici e finanziari e colpendo la grossa criminalità organizzata, anziché gli immigrati e i lavavetri, gli ambulanti e gli occupanti di case, i centri sociali ecc. Altrimenti non si è credibili e ha ragione Don Gallo a definirlo uno sport da vigliacchi. I costumi e gli stili di vita di identità molto diverse fra loro che vivono e attraversano la città di Bologna sono quotidianamente minacciati dalla delirante megalomania acritica ed autoritaria del regnante bolognese vecchio stile, ex sindacalista, che s´immagina come un moderno Tex Willer metropolitano, impegnato nell´eterna e vittoriosa battaglia del bene assoluto contro il male assoluto. A differenza di Andreotti, non crediamo che "il potere logora solo chi non c'è l'ha". Al contrario da consumatori/trici di sostanze, crediamo che il potere sia una "droga" pericolosa: le lotte per raggiungere e conservare il potere hanno indubbiamente prodotto enormemente molti, ma molti più morti e disastri di qualsiasi sostanza legale o illegale che sia. Il potere induce all'uso compulsivo, dà assuefazione e può provocare mutamenti caratteriali influendo negativamente sulla personalità, espandendo l'ego a dismisura. Se dovessimo fare esempi ne uscirebbe una lista degna degli elenchi telefonici di più metropoli . Purtroppo non è solo il decadimento e l'incallimento patologico di un dato caratteriale e comportamentale del vecchio Sergio, altrimenti sarebbe stato fermato. Soprattutto quando, offendendo il suo ruolo di pubblico amministratore, in totale spregio del dettato costituzionale ha tentato di negarci il diritto di manifestare, provando fino all'ultimo in maniera incosciente ed irresponsabile ad innescare una seconda disastrosa Genova, che si è riusciti ad evitare solo grazie alla grande civiltà e maturità dimostrata dal movimento e al senso di responsabilità istituzionale del questore e del prefetto di Bologna. Il sindaco bolognese mirava a trasformare una pacifica manifestazione di centomila antiproibizionisti/e in due giorni di scontri per poterci finalmente criminalizzare. L'ex democratico sindacalista imponeva alla questura prescrizioni inaccettabili quanto inedite nella storia della Repubblica, oltre che inapplicabili e irricevibili per manifestazioni di questo genere. L'ordinanza prevedeva il divieto di collegare le due piazze impedendone l'ovvio corteo, immaginavano forse che ci saremmo smaterializzati in decine di migliaia in piazza xx settembre, per ricomparire poi in piazza della Costituzione, come dice Don Gallo, utilizzando presumibilmente il teletrasporto di Star Trek. Prevedeva inoltre il divieto di diffondere un genere musicale piuttosto che un altro ("... durante lo svolgimento della manifestazione politica non dovranno diffondere musica ad alto volume e in alcun caso quella di genere tekno ..."), mirava al voler decidere discrezionalmente quanta gente potesse partecipare alla manifestazione in P.za XX Settembre ("... I promotori della manifestazione, attesa la limitata capienza di P.za XX Settembre, avranno cura di convogliare già dalla stazione ferroviaria i partecipanti della Street Rave Parade verso P.za della Costituzione, evitando che confluiscano in P.za XX Settembre ..."), ed ancora "... Durante il corteo da P.za della Costituzione a Parco Nord... i camions per esigenze di sicurezza dovranno marciare a debita distanza dai partecipanti..."; Sappiamo che l´unica via per il progresso di una società civile è il dialogo oltre l´esclusione e la criminalizzazione che generano solo conflitto. Con il dissenso sociale, o se preferite chiamatelo pure disagio, ci si confronta, altrimenti si innescano le "Genova", le "Parigi", le "New Orleans" o le "Soweto". Altrimenti, se ne sarete incapaci, sarà un fallimento non dei movimenti ma della "politica". Il laboratorio bolognese è un pericolo per la democrazia, queste tentazioni autoritarie che si insinuano come un cancro nella società civile vanno estirpate, prima che espandano metastasi in ciò che resta del corpo sano del paese. Il Cofferatismo è un fenomeno estraneo alla cultura della solidarietà, della convivenza, del dialogo e del rispetto delle differenze, tipico della sinistra. Cofferati non è né un uomo di sinistra né democratico, anche se lo è stato. Ovviamente non pensiamo e non stiamo dicendo che Cofferati sia un fascista, facciamo però notare come anche Mussolini sia stato socialista prima di "inventare" il fascismo, così come provengono dalla sinistra perfino Bondi, Maroni, P.Liguori, Giuliano Ferrara, ecc. La destra ha capito molto bene il senso della "operazione bipartisan Bolognese", ha indetto un controconvegno con Giovanardi il 29 a Bologna in contemporanea al nostro "diritti di cittadinanza oltre il proibizionismo". Nello stesso giorno Gianni Correggiari, portavoce regionale di Forza Nuova, ha ringraziato pubblicamente dalle pagine del "Il Domani" il sindaco per il contrasto prodotto nei confronti della Street Rave Parade. Il vostro sinistro democratico consigliere E. Lonardo nella seduta consiliare del 18 Maggio sopracitata afferma: "Se si riuscisse ad organizzare una manifestazione composta da famiglie e persone toccate dai problemi della droga, risulterebbe un corteo molto più grande, drammatico e partecipato di quello del Rave". A riportare Lonardo con i piedi in terra, abbattendo le sue velleità, ci hanno pensato le destre che nelle loro due manifestazioni anti-street del primo Luglio autorizzate in pieno centro, tra F.N., A.N., F.I. e Lega erano non più di cento, nonostante la presenza di una decina di loro parlamentari e la copertura masmediatica che hanno avuto. Il primo Luglio vi abbiamo dimostrato come si difende la Costituzione, dando vita alla più grande e pacifica delle manifestazioni vietate nella storia di questo paese e venticinque giorni dopo i soliti carabinieri hanno posto i sigilli al livello 57. Finitela di tapparvi il naso e toglietevi le mani dalle orecchie, dalla bocca e dagli occhi, smettetela di proteggere omertosamente Cofferati ed il Cofferatismo in nome di una insensata quanto autodistruttiva "disciplina di partito". Solo due coraggiose vostre rappresentanti hanno avuto la coerenza, la dignità e l'onestà intellettuale di dissentire aderendo al nostro convegno e forzando "l'embargo". Sono la Zanotto, della vostra minoranza e la Mezzabotta della vostra maggioranza, che è dovuta però venire a titolo personale e non in rappresentanza della segreteria D.S. Lazio. A loro và tutto il nostro rispetto e la nostra riconoscenza per aver mantenuto vivo il dialogo ed il confronto, ma voi, soprattutto voi, dovreste essergli riconoscenti per la lungimiranza dimostrata. Siamo un movimento in continua espansione, portiamo in piazza decine di migliaia di persone pacificamente in tutto il Paese e siamo sempre di più mano mano che la legge Fini/Giovanardi mostra i suoi letali effetti. Il tentativo di criminalizzarci per zittirci ha prodotto l'effetto contrario, ci ha coeso, rafforzando il senso di comunità come sempre avviene alle minoranze discriminate. In Italia ci sono circa sei milioni di consumatori discriminati e perseguitati per scelte e stili di vita che appartengono alla sfera del personale, non dimenticatelo mai. Milioni di cittadini consumatori di sostanze, che non sono mai scesi in piazza tutti assieme e forse mai lo faranno, ma che in gran parte votano, sanno delle vostre prese di posizione preelettorali contro la legge Fini Giovanardi e sicuramente vi osservano. Moltissimi e non solo giovani, certamente non ideologicamente e materialmente corrotti, non prevaricatori, non reazionari e non culturalmente mafiosi, pur sognando un mondo migliore non votano, ritenendo che non ci siano differenze tra queste "versioni" di destra e sinistra. Solo voi potete smentire o confermare questa loro convinzione, praticando percorsi di discontinuità con il precedente governo o continuando ad appoggiare Cofferati ed il suo non democratico autoritarismo, sciaguratamente finalizzato a tentare di intercettare il più becero consenso dell'elettorato reazonario. Non potete pilatescamente far finta di niente, vi chiediamo di isolare, bloccare e scaricare Cofferati ed i suoi fidi firmatari dell'ignobile documento bipartisan. Non ricandidateli mai più, nè a Bologna nè in nessun altro luogo, altrimenti la pace sociale, con simili provocatori, ve la potete scordare e noi saremo costretti a chiedere pubblicamente all'altra sinistra di dare vita alle prossime comunali bolognesi ad una lista civica, che in caso di ballottaggio, non appoggi i vostri sinistri indemocratici. Indubbiamente chiunque, perfino Guazzaloca, sarebbe meno peggio di Cofferati e inoltre è più logico che siano casomai le destre a produrre politiche sociali liberticide e punizioniste. Se ciò non fosse possibile potremmo sempre invitare all'astensionismo attivo, producendo iniziative e pubblicando manifesti e materiali che ricordano le innumerevoli malefatte di questi vostri sciagurati amministratori. Oggettivamente "il Cinese" è già fuori dai vostri percorsi, nulla a che vedere con l'impostazione dialogante e civile di altri sindaci del vostro partito. Basta pensare alla vicenda romana dell'Angelo Mai di via degli Zingari per capire che l'approccio Veltroniano è diverso. Anche ad "Officina 99" i carabinieri hanno utilizzato la legge Fini per irrompere, quando non c'era nessuno, distruggendo tutto ciò che hanno potuto con la scusa di sequestrare poche piante di cannabis, ma a Napoli il "mandante" non era né il sindaco, né il comune, tantè che varie sono state le prese di posizione istituzionali contro questa insensata bravata vandalica e l'interpellanza parlamentare è stata firmata oltre che da esponenti dei Verdi e Rifondazione, anche da Arturo Scotto dei D.S.. Ora c'è finalmente la possibilità di battere le destre sul terreno reale, nel sociale, segnando una netta discontinuità con il governo precedente e non tentando autolesionisticamente di scavalcare a destra le destre, cavalcando i loro storici cavalli di battaglia. E' quantomeno singolare che proprio ora che, con il buon proposito di ridurre la popolazione carceraria, si votano provvedimenti come "l'indulto" ( che per Mariapia, ed altri arrestati con la nuova nota legge non ha effetto), senza prima intervenire tempestivamente, come da programma, per cancellare la Fini-Giovanardi che continua a riempire le galere di consumatori. Onorate gli impegni presi con l'elettorato applicando il programma che prevede oltre la cancellazione del DL 49/2006 anche l'uso terapeutico della Cannabis ed il superamento della 309/90, con la totale depenalizzazione ed il desanzionamento dei consumi e delle condotte legate al consumo, che tradotto significa anche autocoltivazione per uso personale di Cannabis, a meno che non immaginiate la nostra non punibilità dell'uso a patto che si continui a finanziare le narcomafie, lasciandone intatto il monopolio. Cambiate rotta prima di consegnare irreparabilmente il nostro Paese alle destre, dateci e date finalmente il cambiamento, non vi chiediamo di dire, come qualcuno di voi vi ha già da tempo proposto, ma di fare ,"qualcosa di sinistra". L'istanza di cambiamento nel Paese è molto forte e non la si può ignorare ne deludere. Mariapia và liberata ed è la legge Fini - Giovanardi che deve essere arrestata, prima che faccia altri gravi effetti.
MILLION MARIJUANA MARCH (Italia)
http://www.millionmarijuanamarch.info
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