Ieri a Milano si è tenuta un'assemblea per parlare della sconvolgente uccisione di Renato a Roma. In attesa di indicazioni dei compagni di Roma per organizzare iniziative in sua memoria nel nostro territorio o per scendere in modo organizzato a Roma, invitiamo tutti i compagni singoli e realtà ad attivarsi per rompere il silenzio su questo terribile omicidio.

Un ragazzo di 26 anni è morto accoltellato a Focene, vicino Ostia.
I giornali parlano immediatamente di “rissa tra balordi” fuori da una discoteca, relegando il fatto a uno dei tanti episodi di cronaca nera che affollano le pagine dei quotidiani.
Ricostruire la vicenda dell’assassinio di Renato significa innanzitutto comprendere il contesto sociale e politico in cui si consuma.
Riportiamo alcuni passaggi del comunicato stampa dei compagni del centro sociale Acrobax di cui era frequentatore:
“Alle cinque di mattina del 27 agosto scorso, all'uscita di una iniziativa raggae sulla
spiaggia di Focene, una ragazza e due ragazzi sono stati aggrediti a freddo da due
individui.
Chi ha ucciso Renato è sceso dalla macchina con il coltello in mano ed ha mirato
direttamente al petto, ferendo anche le altre due persone.
Renato, a seguito delle ferite riportate, viene portato cosciente all'ospedale Grassi di
Ostia; dopo un'attesa inspiegabile e inaccettabile di circa due ore viene operato e
muore alle 12.00…
La serata di Sabato era organizzata da un'associazione di compagni legata a Rifondazione
Comunista che gestisce il chiosco Buena Onda, dove si concludeva una rassegna di musica
reggae”.

Nonostante l’identità degli accoltellatori non sia ancora nota ci preme sottolineare come la matrice culturale e politica del gesto sia univoca e si inserisca pienamente nel clima d’intimidazione di aggressioni che negli ultimi anni si è consolidato in Italia.
L’agibilità politica garantita alle formazioni nazi-fasciste ha permesso che Roma diventasse uno dei laboratori più avanzati della destra intollerante; analogamente il proliferare delle occupazioni non conformi, la presenza sempre più attiva nelle curve degli stadi, e le continue azioni squadriste, hanno funzionato da cassa di risonanza delle loro istanze più becere diventando occasione di reclutamento ed emulazione.
Quest’ultima, tragica aggressione, è sì frutto di questo contesto, ma è importante anche sottolinearne il tratto inedito ed inquietante: aggredendo Renato hanno colpito in un ipotetico mucchio, ponendo una minaccia verso chiunque si trovi, in qualche modo, vicino ad ambienti “di sinistra” o considerati nemici.

Il dolore e la rabbia che ci ha provocato la notizia dell’omicidio ha rievocato la pagina più nera vissuta dal movimento milanese negli ultimi anni.
Era il 16 marzo 2003 quando Dax veniva ucciso da un gruppo di fascisti, anche lui 26 anni, anche lui accoltellato.
Ci stringiamo attorno alla famiglia, agli amici e ai compagni di Renato, il nostro impegno e la nostra determinazione a mobilitarsi e a rispondere perché nessuno si trovi più costretto a piangere un amico, un fratello, un compagno, strappato alla vita.

Assemblea per Renato fatta ieri a Milano.