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http://italy.indymedia.org/news/2006/10/1159536.php Invia anche i commenti.

LE MOBILITAZIONI IN CORSO CONTRO LA L.30/03.
by SCIOPERO FINO ALLA VITTORIA! Tuesday, Oct. 03, 2006 at 6:00 PM mail:

Lo sciopero dei giornalisti contro la L.30, la vertenza nazionale call center, la manifestazione del 4 novembre "Stop precarietà ora".

Seguire l'esempio dei giornalisti.
Scioperare per la disapplicazione della L.30/03 e
del Dlgs 276/03.

Lo sciopero dello scorso fine settimana dei giornalisti della stampa sarà seguito il prossimo fine settimana dallo sciopero dei giornalisti radiotelevisivi.
Un modulo di 4 giorni di sciopero che verrà replicato 3 volte entro dicembre.
Il Ccnl è scaduto a marzo 2005;con poche giornate di sciopero,il 19/12/05 hanno ceduto gli editori delle emittenti locali (Contratto Aeranti/Corallo),sottoscrivendo
un Ccnl che sospende ancora per 2 anni l'applicazione della L.30/03-Dlgs 276/03 al settore.(vedi link)
http://www.fnsi.it/Contenuto/Contratto_Aeranti_Corallo_Fnsi/Contratto_Emittenza_locale.htm
Al contrario la Fieg,associazione degli editori presieduta fino a qualche tempo fa dal presidente di Confindustria Montezemolo,non cede e dichiara di non volere aprire la trattativa contrattuale fino a quando la piattaforma sindacale preveda la disapplicazione della L.30/03-Dlgs 276/03.
Dalla parte dei giornalisti si sono schierati pubblicamente
il ministro del Lavoro Damiano e il presidente della Repubblica Napolitano sostenendo la piattaforma sindacale,
con la motivazione che nel settore dell'informazione,particolarmente importante in una democrazia,non è possibile tollerare delle norme vessatorie,gravemente lesive della dignità dei lavoratori,
senza fare esplicito riferimento alla L.30/03-Dlgs 276/03.
Un omissis che si può spiegare con la delicatezza dell'argomento:nella maggioranza è ancora aperta la discussione sull'argomento L.30; in occasione dei recenti scioperi nei call center,il ministro Damiano ha scelto al contrario di schierarsi dalla parte dei datori di lavoro,con la nota circolare che tenta di introdurre l'artificiosa e illegittima distinzione tra i telefonisti che ricevono telefonate e quelli che le fanno.
I primi sarebbero lavoratori subordinati,gli altri rimarrebero precari.
Per il ministro Damiano e il presidente Napolitano,a quanto pare,in democrazia solo alcune categorie di privilegiati hanno diritto al riconoscimento della propria dignità di lavoratori,per gli altri va bene il precariato:i licenziamenti a piacere del datore di lavoro, senza giusta causa,il cottimo con falsa partita iva senza contributi previdenziali.
D'altra parte da un paio di anni sulle reti televisive,sulla stampa delle martellanti campagne pubblicitarie sui servizi telefonici associano alla figura
degli operatori call center,l'immagine di scimmie che rispondono al telefono e di celebrolesi che a malapena sollevano la cornetta del telefono.
Insomma è già tanto se non vengono retribuiti a noccioline!

Dissaplicare la L.30:dire no a una truffa.
La L.30/03 è una legge delega attuata dal governo Berlusconi con il decreto legislativo 276/03,tecnicamente è
questo decreto che andrebbe abrogato dalla maggioranza parlamentare di centrosinistra o disapplicato in sede di contrattazione collettiva sindacale.
In realtà il Dlgs 276/03 sarebbe inapplicabile,perchè non deroga all'art.2094 c.c. : "Prestatore di lavoro subordinato. -E' prestatore di lavoro subordinato chi si obbliga mediante retribuzione a collaborare nell'impresa,prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell'imprenditore".
Si tratta di uno spauracchio giuridico che sta in piedi grazie alla connivenza,alla parzialità e all'indifferenza
dell'attuale maggioranza politica,della maggior parte dei giuristi,magistrati,avvocati etc.
Il ministro Maroni consapevole dell'inconveniente ha introdotto le cosidette procedure di certificazione "Al fine di ridurre il contenzioso in materia di qualificazione dei contratti di lavoro" art.75 Dlgs 276/03.
Una garanzia rivelatasi "inutile",tesa a scoraggiare e ridurre al minimo i ricorsi ai giudici del Lavoro,grazie alle certificazioni degli enti bilaterali(una sorta di preventiva procedura di conciliazione - art.410 C.P.C.).
Una precauzione rivelatrice,resa necessaria dalla consapevolezza di avere compiuto una mistificazione giuridica,legalizzando la maggior parte dei finti rapporti di lavoro autonomo simulati con false partite iva (definiti impropriamente collaborazioni coordinate e continuate) con l'introduzione del contratto d'opera -
Titolo III Del Lavoro Autonomo art.2222 c.c.-per dei lavoratori di fatto subordinati,quindi in luogo del contratto di lavoro (subordinato a tempo indeterminato),
ribattezzato per l'occasione "contratto a progetto"
art.61/69 276/93.

L.30/03-Dlgs 276/03 abrogazione o modificazione?
Alcuni promotori della manifestazione "Stop precarietà ora"
avanzano la proposta di una modifica legislativa dell'
art.2094 c.c. come alternativa alla pura e semplice abrogazione della L.30.(Manifesto 27/9/06"Una nuova legge al posto della 30.")link
http://www.ilmanifesto.it/ricerca/ric_view.php3?page=/Quotidiano-archivio/27-settembre-2006/art45.htm
Perché intervenire su un articolo così chiaro,che come dimostrato di recente con l'ispezione in Atesia,se applicato correttamente non lascia margini di ambiguità?
La questione in apparenza intricata è banale: se il governo Berlusconi ha introdotto impropriamente il contratto d'opera per i lavoratori che di fatto sono subordinati,per fare giustizia bisogna abrogare la legge che lo consente e non modificare l'articolo 2094 c.c.,
che definisce di fatto chi è lavoratore subordinato;
la nuova definizione sarebbe quella di lavoratore economicamente dipendente:una proposta ambigua che ha il grave inconveniente di mettere in discussione,inutilmente e con esiti parlamentari prevedibili disastrosi per i lavoratori,uno dei fondamenti giuridici del diritto del lavoro,che non a caso la L.30/03
e Dlgs 276/03 cercano di aggirare.

In conclusione i lavoratori che sono stanchi di essere considerati degli ominidi,invece di farsi portare a spasso per l'ennesima gita di fine settimana a Roma, sabato 4 novembre, da funzionari sindacali che "manifestano" e parlamentari e ministri che "scioperano" per rischiare di
prendere l'ennesima fregatura in parlamento (vedi pacchetto treu etc) non hanno che da decidersi a seguire l'esempio dei giornalisti,programmando un articolato pacchetto di scioperi attorno ad una chiara e condivisa piattaforma sindacale, che abbia come clausola principale e irrinunciabile la disapplicazione del Dlgs 276/03,con il supporto di casse di resistenza e picchetti legali.
L'abrogazione di fatto di una legge mistificante e ingiusta è la migliore garanzia dell'abrogazione formale parlamentare.



G. Orwelll -03/10/06




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