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tav:francia contro italia
by NOTAVVVE Tuesday, Oct. 17, 2006 at 12:34 PM mail:

CONTINUA MEDIATICAMENTE LA TATTICA DI ALZARE LA TENSIONE CONTRO IL POPOLO NOTAV


POLITICA
PARIGI PREOCCUPATA: CRESCONO LE SPESE E I TEMPI
Tav, Francia contro Italia
«Non passerà in Val Sangone»
17/10/2006
di Maurizio Tropeano




Tav, Francia contro Italia
Tav, Francia contro Italia
Il cronoprogramma della Tav
UDINE. Domenica sera, hall dell’Hotel Astoria di Udine. Louis Besson, sindaco di Chambery, e capo della delegazioni francese della Conferenza intergovernativa della Torino-Lione blocca l’assessore piemontese ai Trasporti, Daniele Borioli, per chiedergli lumi sull’ipotesi di un percorso alternativo della Tav. Una novità che i francesi, con un certo fastidio, hanno appreso leggendo i giornali italiani. I due discutono commentando le cartine pubblicate dai quotidiani.

Besson nasconde a fatica la sua preoccupazione. Ieri, a conclusione del vertice di Udine, la esterna: «Non abbiamo ancora visto il cosidetto progetto alternativo. Da una prima informazione parziale sembra non rispondere ai contenuti dell’accordo internazionale firmato da Italia e Francia il 29 gennaio 2001». E ancora: «Quell’intesa prevede la realizzazione di una parte comune con un tunnel di base di 53,1 chilometri e di una seconda galleria a Bussoleno di 12,2 chilometri. Questi sono i patti e per noi i patti sottoscritti vanno rispettati». E non si tratta solo di una questione di principio: «Nel caso si dovessero rifare una parte delle procedure e riscrivere i trattati si perderebbero due, tre anni e ci sarebbe sicuramente un aumento dei costi». Più pessimistiche le previsioni di Ltf, la Lyon Turin Ferroviarie la società che sta progettando la tratta internazionale: cinque anni. Il percorso alternativo a cui stanno lavorando la regione Piemonte e il commissario straordianario Mario Virano prevede infatti che il tunnel di base non esca a Venaus ma in una località più alta e spostata a destra, poco sopra Chiomonte.

Da lì, lungo la montagna passerebbe, vicino a Oulx, Salbertrand ed Exilles per poi sbucare in Val Sangone. In questo modo verrebbe cancellata la seconda galleria di Bussoleno e si eviterebbe di perforare il Musiné. Se questa opzione si trasformasse in realtà Ltf dovrebbe rifare il progetto definitivo del tunnel di base e predisporre il progetto preliminare del nuovo attraversamento per un costo aggiuntivo tra i 15 e i venti milioni. Besson storce il naso: «Il trattato internazionale parla chiaro: collegamento da Saint Jean Maurienne a Bussoleno. L’Italia può fare ciò che vuole da Bruzolo in giù. Senza dimenticare che l’accordo internazionale prevede percentuali precise per la pendenza della linea e per la sua altitudine. In base a questi criteri l’attraversamento della Val di Susa è stato ritenuto la soluzione più logica». E così dopo l’adozione del «manifesto di Udine» pro Tav, Besson, il presidente Queyranne e il suo vice Solange si sono seduti attorno ad un tavolo con la presidente del Piemonte, Mercedes Bresso, l’assessore Borioli e il suo collega della Provincia, Franco Campia e Virano per chiedere spiegazioni.

Una chiaccherata nel giardino del castello di Udine sotto un tiepido solo d’ottobre accompagnata da dolci tipici friuliani e da un caffè che è servita, almeno secondo la Bresso, a «tranquillizzare i nostri amici di Lione». Racconta la presidente: «Abbiamo spiegato che è iniziato un iter deciso dal governo italiano per riprendere il dialogo con gli amministratori della Val di Susa. In questo contesto si sta discutendo di un’opzione giudicata seria da Virano. Uno studio di fattibilità e non un progetto. Discussione non vuol dire decisione». Aggiunge: «Se ci saranno delle modifiche del tracciato sarà il governo italiano a trattare con Parigi». Più possibilista Campia: «Il trattato internazionale prevede la possibilità di modifiche senza che questo richieda la riapertura delle procedure. L’opzione di cui si sta discutendo, infatti, non prevede un accorciamento del tunnel di base». Troppo ottimismo. Difficile dirlo. Torino e il Piemonte, però, portano a casa un risultato positivo: Parigi boccia il passaggio dalla Liguria e anche l’opzione Svizzera. Il direttore del ministero dei Trasporti, Patrik Roland, è stato chiaro: «Non ci sono alternative alla Torino-Lione».

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