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LA VISITA IMPERIALE DI BILL GATES, AMERICANO A ROMA
by Wu Ming 1 Monday, Feb. 03, 2003 at 5:20 PM mail:

Il 31 gennaio 2003 il magnate dell'informatica Bill Gates sara' in Italia e interverra' in una delle conferenze sulla Globalizzazione promosse dalla Presidenza del Senato presso la Sala Zuccheri di Palazzo Giustiniani.


Chi scrive non ha elementi per sostenere che gli accordi per tale "qualificante" iniziativa siano stati presi dopo l'istituzione della commissione ministeriale "per l'open source nella pubblica amministrazione". Malignamente, aggiungo che quel "dopo" significa in realta' "a causa di".
Quel che e' certo e' che l'annuncio e' stato dato dopo la bocciatura di un emendamento alla Finanziaria 2003 presentato dal DS Pietro Folena, che riguardava proprio eventuali incentivi all'introduzione di software libero nell'amministrazione. Ed e' altrettanto certo che, nell'imminenza della visita, il ministro per l'innovazione Lucio Stanca - parlando anche a nome della suddetta commissione - si e' sperticato in lodi nei confronti di Gates, mostrando di bersi in una sola sorsata le fole di Microsoft sul suo progetto di "code source sharing" (ne parliamo sotto).
Saranno solo coincidenze, ma e' gia' successo che Bill Gates si recasse in visita in un dato paese (o avesse un incontro immancabilmente "franco e cordiale" col suo presidente) subito prima o subito dopo la rinuncia ad adottare il software libero. Durante tali visite e incontri, Gates ha ricompensato il paese di turno con cospicue donazioni. Nel giro di pochi mesi, e' toccato al Peru' (50 milioni di dollari in denaro, licenze e servizi di assistenza) e all'India (100 milioni di dollari per la ricerca sull'AIDS).
Cio' non e' servito a fermare l'effetto-domino dell'adozione di sistemi Gnu/Linux da parte delle istituzioni pubbliche di diversi paesi. Questo processo - gia' in fase avanzata nel Brasile di Lula - e' ormai ben avviato - o comunque all'ordine del giorno - in Norvegia, Germania, Gran Bretagna, Francia, Finlandia, Messico, Corea, Thailandia, Filippine, Taiwan, Cina e Giappone.
Recentemente, la tendenza ha avuto un riconoscimento ufficiale da parte della Commission on Intellectual Property Rights, organismo indipendente nominato dal governo britannico: nel suo rapporto ufficiale, la CIPR ha criticato tutte le nuove leggi europee e nordamericane sul copyright digitale, facendo notare che la "pirateria informatica" e' favorita proprio dalle eccessive rigidita' e chiusure, indicando l'Open Source come alternativa credibile e concludendo: "Protezioni piu' forti e sviluppo di normative sul copyright possono ridurre l'accesso alla conoscenza necessario nei paesi in via di sviluppo per sostenere la formazione e la ricerca, e l'accesso a prodotti protetti come il software. Questo avrebbe conseguenze dannose per lo sviluppo delle loro risorse umane, delle capacita' tecnologiche, e per la povera gente".
Proprio qui sta il punto: i paesi poveri non possono piu' permettersi di pagare le licenze a Microsoft, stornando riorse che potrebbero essere investite in programmi di inclusione sociale. Da qui l'adozione di software "aperto", che in genere costa molto meno, puo' essere sviluppato e modificato in loco e corrisponde anche *filosoficamente* a un'idea di comunita', inclusione e partecipazione sociale.
E' innegabile che GNU/Linux si stia facendo strada in tutte le direzioni: ormai il 70% dei server di Internet "girano" su Apache, affidabilissima piattaforma GNU/Linux; nel mentre, sempre piu' singoli utenti adottano soluzioni open source: per chi ancora non "osa" cambiare sistema operativo, sono comunque adottabili valide alternative *libere*, programmi gratuiti e auto-installanti, altrettanto completi e meno ingombranti dei loro corrispettivi Microsoft:
senza sforzo si puo' passare da Office a Open Office (http://www.openoffice.org/) e da Internet Explorer a Mozilla (http://www.mozilla.org); infine, sono in via di sviluppo sistemi operativi open source per beni di consumo elettronici come palmari, telefonini, televisori, lettori DVD, forni a microonde...
Microsoft (e con essa i potentati del "sapere chiuso") tentano in tutti i modi di tamponare e correre ai ripari, ispezionando di persona le contrade dei ribelli, sviluppando sistemi hardware anti-"pirateria" (TCPA/Palladium, che con tutta probabilita' rendera' la situazione ancor piu' intricata e precaria) o battendo la via degli escamotages giuridici (la totale brevettabilita' di tutto cio' che concerna la programmazione, come se uno brevettasse l'alfabeto e pretendesse di percepire royalties ogni volta che lo si usa). Tuttavia il monopolista di Redmond non e' mai sembrato tanto alle strette e in difficolta'. Ricorda un po' quel ragazzino olandese col ditino nel buco della diga, con la differenza che non sta cercando di proteggere un intero paese bensi' la propria posizione di dominio e privilegio.
Nuove cause giudiziarie anti-trust si affiancano a quella - celeberrima - intentata dalla Netscape e non ancora giunta a termine: una corte federale di Baltimora ha da poco costretto Gates & compari a includere la tecnologia Java in Windows XP, dando ragione alla Sun Microsystems, che quella tecnologia ha inventato e che ha subito danni per via dell'incompatibilita' col sistema operativo piu' diffuso.
Dal canto suo, l'azienda inglese Sendo - ex-partner di Microsoft nello sviluppo di nuove tecnologie per cellulari super-intelligenti (gli "smartphones") - ha intentato una causa presso una corte federale texana, accusando Microsoft di aver messo in atto un "piano segreto" che prevedeva il sabotaggio e lo strangolamento del socio piu' piccolo, con accaparramento finale delle sue conoscenze (cfr. http://punto-informatico.it/p.asp?i=42610).
Per far piovere sul bagnato, basta aggiungere che il famigerato Digital Millenium Copyright Act, - legge ultra-repressiva entrata in vigore negli USA quattro anni fa - non ha ottenuto alcun risultato significativo nella lotta alla "pirateria" e anzi, i piu' strombazzati processi intentati a "pirati" sulla base del DMCA si sono risolti con assoluzioni ed effetti-boomerang mediatici (ne parleremo in seguito). In compenso, il DMCA ha diffuso paura, malessere e risentimento nelle comunita' di utenti, aumentando a dismisura l'odio per le grandi corporations (tra cui Microsoft) che avevano scatenato i loro lobbisti per farlo approvare.
La piu' recente mossa di Microsoft per allentare la stretta e' il progetto "Code Source Sharing", con cui si vorrebbe dare l'illusione di "andare incontro" al software libero/open source, ponendo l'accento sulla pubblica utilita': Microsoft ha annunciato che rendera' "trasparenti" a istituzioni accademiche e statali i codici sorgenti dei suoi programmi, e che la nuova release di Microsoft Office comprendera' il formato XML, formato aperto e non proprietario.
Da un lato si puo' parlare di una prima, parziale vittoria del movimento open source, che conquistando postazioni nelle pubbliche amministrazioni e nelle reti universitarie di molti paesi ha costretto Microsoft a scendere dal piedistallo e misurarsi su un terreno scivoloso; dall'altro lato, se si va oltre la retorica e il sensazionalismo di tali annunci, si vede che c'e' una forte componente di bluff.
Leggendo con attenzione si scopre che le pubbliche amministrazioni potranno vedere il codice sorgente ma non "alterarlo". La solita idiomatica montagna da' alla luce i soliti roditori, e Lucio Stanca si da' all'alpinismo. Quanto al formato XML incluso in Office, con tutta probabilita' si trattera' di una versione riadattata alle esigenze Microsoft, resa quindi "opaca" per limitarne la funzionalita' su altri programmi (cfr. http://www.apogeonline.com/webzine/2003/01/07/01/200301070101).
Ma torniamo alla visita di questo "americano a Roma" ("Macaroni... m'hai provocato e io te distruggo, macaroni! Io me te magno!"), a questo imperatore i cui "vestiti nuovi" sono ormai non-visibili a tutti: mentre le comunita' dei programmatori di software libero stanno organizzando iniziative di protesta e contro-proposta, il senatore dei Verdi Fiorello Cortiana ha scritto una lettera aperta a Pera, Casini e B. chiedendo che - se la par condicio non e' solo questione miserella di cronometri e bilancini - si organizzi anche un incontro con Richard Stallman, fondatore del Free Software Movement e tra gli inventori di GNU, che sara' in Italia a marzo. All'indirizzo <http://www.quintostato.it/htmlstatic/080103gates/> e' possibile compilare un modulo per associarsi a questa richiesta.
Vogliamo accogliere l'imperatore con atteggiamento da sudditi? Perche' il "macaroni" dovrebbe lasciarsi magnare? E soprattutto, perche' assistere da semplici spettatori al trapasso di un'era, quando chiunque di noi puo' parteciparvi in prima persona, dando un piccolo contributo? Parafrasando Zarathustra, a cio' che sta per cadere bisogna dare una spinta, e mai come in questo momento i razziatori del sapere diffuso sono apparsi pericolosamente in bilico.

[Continua con "La guerra che stiamo vincendo / parte seconda: la fine dell'industria discografica"]

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