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anche in Serbia ci fu antisemitismo
by Fabio Mosca Thursday, Feb. 27, 2003 at 7:42 PM mail:

"Non sapete che la Serbia meritò il premio di primo stato judenfrei (libero da giudei) un anno dopo l'occupazione tedesca?" che dici mosca? se conosco famiglie di fede ebraica che abitavano nella serbia durante la seconda guerra mondiale (e non avevano mai, ripeto MAI, avuto problemi dai serbi, ne' durante la guerra, ne' prima, ne' dopo)

by p.j.m. Wednesday February 26, 2003 at 01:15 AM

"Non sapete che la Serbia meritò il premio di primo stato judenfrei (libero da giudei) un anno dopo l'occupazione tedesca?"

che dici mosca?
se conosco famiglie di fede ebraica che abitavano nella serbia durante la seconda guerra mondiale (e non avevano mai, ripeto MAI, avuto problemi dai serbi, ne' durante la guerra, ne' prima, ne' dopo)


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Ed ecco il mio commento.
Debbo dirti che in italiano non è mai stato pubblicato il libro di Filip Cohen "Serbia's secret wars". Credo a causa di una lobby filoserba massonica che domina la cultura italiana sin dall'Ottocento. é per rompere questo muro di omertà che scrivo su questo sito.

""""

Il governo collaborazionista in Serbia-

Prima dell'invasione i comandanti delle divisioni tedesche non avevano ricevuto istruzioni su come amministrare i territori conquistati in Jugoslavia. I piani vennero sviluppati nel corso della guerra dei dodici giorni.
I Tedeschi considerarono la possibilità di utilizzare lo stesso premier defenestrato dai golpisti- il clericale sloveno Dragiša Cvetkovich, che aveva firmato l'accordo di marzo, per formare un governo collaborazionista pan-Jugoslavo. Lo avevano già convocato a Belgrado coi due reggenti Radenko Stankovich e Ivan Perovich, quando arrivò l'ordine di Hitler di smembrare la Jugoslavia.
Lo stesso giorno che Cvetkovich offrì i suoi servigi ai nazisti, arrivarono altri personaggi di spicco ad offrire ai nuovi padroni la loro collaborazione.
Dal 17 aprile sino al 30, giorno dell'instaurazione del governo collaborazionista serbo, i politici serbi filonazisti, con Ljotich in testa, tennero riunioni quotidiane sotto controllo tedesco. Ma i Tedeschi pensarono che Ljotich si era screditato troppo con la sua lunga polemica contro Stojadinovich, e che un suo governo sarebbe stato un fallimento.
Il 22 aprile il gen. Helmuth Föster divenne comandante militare della Serbia. Egli incaricò Milan Acimovich , già capo della polizia di Belgrado e Ministro degli Interni di Stojadinovich, di formare un governo di commissari, comprendente Ljotich, che però rifiutò lasciando al suo posto due suoi uomini, Stevan Ivanich e Miloslav Vasiljevich , membri di Zbor.
Hitler approvò la decisione ed il 30 aprile entrò in carica il governo Acimovich nel quale erano rappresentati tutti i partiti serbi, esclusi il comunista e l'agrario filo-inglese.
Per i primi tre mesi dell'occupazione tedesca la Gendarmeria Reale continuò le sue funzioni col nome di Gendarmeria Serba, come pure la Polizia.

La vastità dell'insurrezione colse di sorpresa il comando tedesco. Seguirono sanguinose rappresaglie: il 22 luglio vennero fucilate 111 persone, ebrei compresi, ed alla fine di agosto i fucilati eran già più di mille. I comunisti in Serbia all'epoca non raggiungevano i 2000 aderenti.(da Serbia's secret war)

4- L'appello nazionale in Serbia contro la Resistenza

L'insurrezione, alla quale non presero parte i Cetnici, non solo colse di sorpresa i Tedeschi, ma spaventò anche la classe dirigente serba. Le feroci rappresaglie portarono ad un effetto contrario di quello sperato dai Tedeschi: la forza di attrazione della Resistenza comunista aumentò. Ciò spaventò gli ambienti borghesi serbi, la Chiesa Ortodossa e gli intellettuali, che sotto la guida di Velibor Jonich lanciarono un appello alla Nazione Serba.
Sottoscrissero 546 personalità serbe, fra le quali troviamo ministri in carica ed ex, generali, colonelli, senatori, 81 docenti dell'Università di Belgrado con in testa il rettore, industriali, direttori di banche e di società, pittori, scrittori, giornalisti, scultori, cantanti d'opera, musicisti ed attori, membri di Zbor, 3 vescovi , 4 canonici e molti pope ortodossi.
L'appello poneva in primaria importanza la conservazione della pace e dell'ordine ed attaccava i comunisti come mercenari, alieni, sabotatori, bolscevichi insensati al servizio di padroni stranieri che mettono in pericolo le nostre donne ed i bambini. Esso chiamava i Serbi alla difesa contro questi mostri aiutando le Autorità (di occupazione) ad estirpare il male con ogni mezzo.
Due settimane dopo questo appello l'insurrezione continuava ed aumentava di intensità, con gran disappunto dei Tedeschi e della borghesia serba. Allora in un incontro di 75 personalità eminenti della Serbia, in rappresentanza di tutti i partiti serbi - ovviamente escluso il Comunista e l'Agrario - venne decisa la formazione di un governo di salvezza nazionale comandato dal gen. Nedich.
Era presente la metà dei commissari di Acimov, incluso Acimov stesso. Venne decisa la più stretta collaborazione con le forze naziste di occupazione.
Il 29 agosto 1941, due giorni dopo quell'incontro, le autorità tedesche installarono il governo di Salvezza Nazionale (Narodnog Spasa) sotto la guida del gen Nedich. Sette degli undici ministri avevano partecipato all'incontro dei 75, fra i quali tre generali dell'armata reale.
Milan Nedich, già eroe della I° Guerra Mondiale, nel '39 aveva ricoperto l'incarico di Ministro dell'Esercito e della Marina nel governo Stojadinovich, e per le sue posizioni filotedesche aveva dovuto rassegnare le dimissioni durante il governo Cvetkovich nel '40.
I Tedeschi diedero a Nedich due mesi di tempo per creare un esercito antipartigiano. Nedich prese subito il comando dei Gendarmi Serbi, del corpo paramilitare di Zbor e dei Cetnici di Kosta Pecianac che gli avevano giurato fedeltà. Con queste truppe collaborazioniste il compito delle truppe tedesche veniva alleggerito.
Il 1°settembre 1941, Nedich inviava un comunicato al col. Jovan Tršich, comandante dei Gendarmi Serbi, in cui diceva che
"...le azioni sul terreno per sedare la ribellione comunista, d'ora in poi saranno compiute in esclusiva dalla gendarmeria serba, senza interferenza delle autorità tedesche..."
Il 5 settembre il ministro dell'Interno ordinò la creazione di 9 nuovi distaccamenti armati, di circa mille uomini ciascuno, armati ed equipaggiati dai Tedeschi, sotto diretto comando di Nedich.
Ma queste forze, che si aggiungevano ai Gendarmi Serbi, ai cetnici di Kosta Pecanac ed ai 120 uomini di Ljotich del 1°distaccamento di Volontari Serbi, non bastarono da soli a soffocare la ribellione, costringendo Nedich a richiedere l'intervento delle truppe tedesche.
La Germania tolse allora dalla Francia la 342° Divisione e l'inviò in Serbia assieme al 125° reggimento tolto dalla Grecia, e il gen. Frantz Böhme venne nominato comandante militare della Serbia.
Il 18 settembre il gen. Böhme arrivò a Belgrado con l'intenzione di soppiantare le truppe collaborazioniste con quelle tedesche, ma dopo un incontro con Nedich cambiò idea e decise di aumentarle invece considerevolmente. Il 13 dicembre 1941 circa 18.000 serbi erano già in armi sotto Nedich.
(da Serbia's secret war)

L'antisemitismo serbo-

Il movimento filonazista Zbor si distinse nella caccia all'ebreo. Inquadrati nei Volontari Serbi di Ljotich, questi nazisti serbi guidarono la Gestapo.
Il 27 luglio 1941 1200 Ebrei di Belgrado si consegnarono ai Tedeschi, e vennero presi in consegna dai Volontari Serbi. 120 vennero ammazzati dopo pochi giorni come ostaggi in rappresaglia ad un'azione partigiana. Gli altri 1080 inviati ai lavori forzati. I giorni successivi i Volontari Serbi assieme ai volkdeutsche rastrellarono le vie di Belgrado e catturarono altri Ebrei che inviarono ai lavori forzati. Assieme volkdeutsche e Volontari Serbi distrussero sinagoghe e dissacrarono i cimiteri ebraici. Nel '42 catturarono 7 Ebrei camuffati da serbi e vennero per ciò elogiati come eroi sul giornale Obnova, organo dello Zbor.
Alcuni Ebrei raggiunsero i cetnici, credendoli resistenti; ma quando si accorsero del loro collaborazionismo era ormai troppo tardi. Vennero torturati, sgozzati e squartati. Altri vennero venduti ai Tedeschi. Altri, soprattutto coloro che raggiunsero i cetnici di Mihajlovich, vennero sgozzati come i maiali, secondo la tecnica cetnica.
Nella Belgrado occupata i Serbi filonazisti organizzarono il 22 ottobre 1941 la Grande Esibizione Anti Massonica. L'iniziativa partì da Giorge Perich, capo della sezione propaganda di Stato del gen. Nedich, già agente dei servizi tedeschi prima dell'invasione. I direttori della esibizione furono Lazar Prokich e Stevan Klujich, entrambi membri influenti di Zbor. Klujich era anche editore dell'edizione serba del giornale nazista Signal.
La sezione giudaica era curata dal prof. Momcilo Balich.
Decine di migliaia di persone accorsero a visitare, pagando, questa esibizione. I temi razzisti antisemiti vennero amplificati dalla stampa serba.
Dopo pochi mesi il camion-camera-a-gas iniziò il suo quotidiano viaggio di disgraziati che venivano asfissiati coi gas di scarico. 7000 ebrei morirono così, attraversando in mezzo all'indifferenza generale le strade della periferia di Belgrado insensibili alle loro urla disperate. I loro abiti vennero acquistati da una ditta serba, con regolare contratto firmato negli uffici della Gestapo di Belgrado.
Nell'agosto del '42 non c'erano più Ebrei in Serbia, ed il governo Nedich confiscò tutte le loro proprietà. E con il 60 % di quei fondi, un miliardo di dinari, pagò i danni all'Esercito Tedesco. La Serbia di Nedich ricevette l'elogio del fuerher come il primo paese d'Europa Judenfrei (libero da Ebrei). (da Serbia's secret war)

14- Il collaborazionismo del clero serbo ortodosso-

Importanti dignitari della chiesa serbo ortodossa appoggiarono apertamente i nazisti e condivisero con giustificazioni teologiche il loro sterminio. Già il 7 luglio 1941, il giorno dell'inizio dell'insurrezione partigiana, un sinodo della chiesa serbo ortodossa dichiarò che era neccessario essere leali verso le autorità di occupazione e che era compito della chiesa il mantenimento dell'ordine e della sottomissione.
Alla fine dell'ottobre '41 ci fu un incontro molto pubblicizzato fra Milan Nedich ed il metropolita Josif, capo del sinodo, nel quale la chiesa confermò il pieno sostegno al governo. Nel novembre, mentre si era intensificata la caccia all'Ebreo, il pope Dušan Popovich condannò gli Ebrei dal pulpito della cattedrale di Belgrado con queste parole "...ci hanno tradito e venduto! Il verme del tradimento e della corruzione è penetrato nel nucleo della Jugoslavia, portato dal Giudaismo e dalla Massoneria...". Il 30 gennaio 1942 il Metropolita Josif proibì la conversione degli Ebrei all'ortodossia, chiudendo così una potenziale via di salvezza dallo sterminio sicuro, già iniziato a Sajmište. Mentre era in corso lo sterminio degli Ebrei, abbondantemente preannunciato e ormai ben noto, il Ministro Serbo dell'economia Mihajlo Olcian veniva benedetto dal reverendo Nikolaj Velimirovich, vescovo serbo ortodosso entusiasta del nuovo ordine. Questa benedizione venne impartita dopo che Olcian aveva pronunciato un violento discorso antisemita, definendo gli Ebrei causa dei loro mali, principale nemico della Serbia , scusandosi con i Tedeschi per il ruolo dirigente che avevano gli Ebrei prima del loro arrivo salvifico e ringraziando i Tedeschi per aver liberato la Serbia dal dominio ebraico.
I Serbi di oggi, grazie ad una grande campagna di revisionismo storico, hanno elevato Velimirovich a profeta, e lo considerano addirittura il più grande teologo dopo S.Sava. E' stato fatto credere loro che egli sia un martire, torturato dai nazisti nel campo di Dachau.
Effettivamente egli venne internato per due mesi a Dachau alla fine di settembre 1944, come molti altri religiosi, ma venne trattato come prigioniero d'onore (Ehrenhaftling), in un appartamento privato, nutrito col rancio degli ufficiali tedeschi, e poteva andare in città con una scorta di soldati tedeschi. Venne poi ricoverato nell'ospedale del campo e infine, agli inizi di dicembre, liberato per l'intervento di Ljotich. Quindi venne alloggiato prima in un albergo turistico e poi in un albergo di Vienna, dove ricevette cure mediche.
Nemmeno dopo aver constatato le sofferenze terribili degli Ebrei a Dachau egli ebbe parole di solidarietà, ma solo di condanna nei loro confronti come assassini di Cristo.
Ispirandosi ai Protocolli dei saggi di Sion, a Dachau scrisse un libello antisemita indicando negli ebrei i figli di Satana, inventori della democrazia, degli scioperi, del socialismo, dell'ateismo, della tolleranza per tutte le fedi, del pacifismo, della rivoluzione universale, del capitalismo e del comunismo...
Egli venne liberato da Dachau assieme al Patriarca della chiesa serbo ortodossa Gavrilo Dozhich, il quale però si rifiutò di riconoscere la Serbia di Nedich perché da essa erano escluse le regioni annesse alla Croazia, all'Ungheria, alla Bulgaria ed al Montenegro, territori soggetti al suo patriarcato (ma altrettanto alleati ai nazisti).
In definitiva quasi tutti gli ebrei della Serbia, circa 15.000, vennero soppressi entro la metà del 1942. Harald Turner proclamò che, primo stato in Europa, la Serbia era Judenfrei. Ciò sarebbe stato impossibile senza la grande collaborazione delle autorità serbe , dei cetnici e della chiesa serbo ortodossa.
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