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Il quarto livello: bin Laden, Bush padre e figlio, e noi...
by Dino Frisullo Saturday, Sep. 22, 2001 at 7:39 AM mail: dinofrisullo@libero.it

Dai petrodollari e dal reciclaggio del narcotraffico, la costruzione di un potere al servizio dell'Occidente, e le premesse di uno scontro tutto interno ai poteri forti.

Il fatto che Osama bin Laden e la sua organizzazione siano creature dei servizi occidentali è ormai senso comune. La cosa viene fatta risalire al ruolo svolto dallo sceicco e dalle milizie "pashtun" nella lunga guerra contro l'Armata Rossa in Afghanistan. Ma questa non è che una delle facce della realtà.

Quando in anni recenti, a partire dai traffici di profughi, ho cominciato a indagare (anche per la rivista Narcomafie) sulle attività e le connessioni della mafia turca, mi sono imbattuto in un libro assai strano: "Il quarto livello" dell'ex giudice Carlo Palermo (Ed.Riuniti 1996). Ne consiglio la lettura. Dalla ricostruzione dello scenario dell'attentato dell'81 a papa Woytila, la ricerca di Palermo giunge a disegnare uno scenario sorprendente, in cui convergono molte tessere di un inquietante mosaico.

La rete da cui ha preso forma l'attentato dell'11 settembre, che ora motiva la crociata indiscriminata contro tutto ciò che gli Usa definiscono "terrorismo", fu tenuta in realtà a battesimo dal padre dell'attuale presidente degli Stati uniti, quando era direttore della Cia. Un impero finanziario dai molteplici risvolti criminali, nato dalla convergenza fra petrodollari del Golfo e proventi dei traffici di oppio ed eroina, fu allora piegato a servire gli interessi occidentali in tutto il mondo, dalle forniture clandestine di armi leggere e pesanti ai dittatori di tre continenti, alla creazione di milizie fondamentaliste rivolte contro il blocco sovietico ma anche contro i movimenti democratici nel Medio oriente, nel Maghreb, in Anatolia e in Kurdistan.

Fu allora che entità come la Bcci, la potentissima banca mondiale nata in Pakistan con fondi panarabi, con la mediazione dei servizi si intrecciarono da un lato con le mafie (italiana, turca, e poi l'allora nascente mafia russa), dall'altro con poteri sovranazionali come la massoneria. Il traffico d'armi andò evolvendo nel traffico di materiali nucleari (l'intreccio che dette al Pakistan la prima ed unica "bomba islamica" in funzione anti-indiana e antirussa), mentre alla finanza saudita e agli emirati si affiancavano stati teocratici come l'Iran e poi l'Afghanistan, in un gioco di dimensioni planetarie.

Dal sostegno a Noriega e ai "contras" in Nicaragua, attraverso l'Irangate, alle forniture d'armi ai golpisti argentini (tramite la P2), dalla rete del narcotraffico in Europa articolata sui Lupi grigi e sulla mafia di Stato turca allo stragismo mafioso in Italia, dallo scandalo della Bnl di Atlanta alla vicenda di Calvi e alla finanza nera di Sindona: non sono che alcuni degli scenari in cui si dipana la costruzione di una potenza finanziaria e criminale, cementata ideologicamente dall'integralismo islamico.

E' ciò che Carlo Palermo definisce il "quarto livello", rispetto alle cupole mafiose e massoniche e all'intreccio fra finanza sporca e servizi. Strumento di potere dell'Occidente, cresciuto al punto tale da rivoltarsi contro i suoi stessi protettori e garanti. Con l'ovvia complicità di una parte dei servizi ed apparati occidentali, consapevoli della necessità di un nemico globale che giustifichi, crollato il Muro, la coesione delle alleanze e la continuità dell'economia e dell'ideologia di guerra.

Che oggi questa rete, nella crisi del nazionalismo arabo "progressista" e dei movimenti di liberazione nazionale e sociale, possa acquisire il consenso di masse vaste di popolazione sfruttata e frustrata, non cambi la sua natura. Si tratta di un potere criminale, che in vent'anni ha acquisito dimensioni economiche e geopolitiche superiori a quelle di molti stati anche occidentali. Una potenza sovranazionale, tutta interna ai poteri forti anche quando ne abbatte i simboli negli Usa. E Osama bin Laden non è che uno dei suoi rappresentanti.

E noi che da decenni, in Italia e altrove, combattiamo le stragi e le manovre occulte dei poteri, noi dovremmo schierarci e calzare l'elmetto della Nato? Da che parte sta la civiltà, da quale la barbarie?

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