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In contatto con Baghdad (36)
by robdinz Friday, Mar. 28, 2003 at 3:08 PM mail: robdinz@hotmail.com

Un fungo come un'atomica.

In contatto con Bagh...
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L’esplosione che ha squassato, scossa dalle fondamenta, fatto tremare la città come un terremoto, provocato un fuggi fuggi generale di decine di migliaia di cittadini terrorizzati è avvenuta nel pieno centro della capitale ed ha provocato un "fungo" alto almeno 15 metri, tanto da sembrare un'atomica, e squarciando tutto quanto si trovava sotto il raggio della terrificante onda d’urto.

Era un centro di telecomunicazioni ad uso civile. Come civili erano le case intorno. Letteralmente polverizzate.
I numeri ufficiali parlano di 7 morti e 110 feriti. La realtà non sembra lontana da un numero di 15 vittime e più di 300 feriti.

I bombardamenti si sono susseguiti senza soluzione di continuità dalle 18.00 ora italiana di ieri, ed al momento non sono si sono ancora interrotti.

Le persone con le quali sono in contatto, per la prima volta in 9 giorni, le ho sentite profondamente scosse. Determinate a rimanere ma, ripeto, profondamente scosse da quanto accade sotto i loro occhi.

Tutta la città, e stiamo parlando di una città di 5 milioni di abitanti, come fossero Roma e Milano unite insieme per intenderci, è prigioniera dei propri confini. Tutto intorno alla periferia della capitale è un susseguirsi di missili e bombe che impediscono tanto alla Guardia Repubblicana di posizionarsi in qualche modo a difesa della città stessa, quanto da un flusso inisterrotto di migliaia e migliaia di cittadini che dalle periferie convergono verso le parti centrali e si “scontrano”con un numero altrettanto grande di iracheni che cercano in ogni modo di lasciare la città senza riuscirvi.

Colpito e semidistrutto il museo etnografico ed etnologico e la facoltà di medicina dell’università che era appena fuori della “città universitaria”,già distrutta nei giorni scorsi.

Il cibo in città incomincia ad essere una rarità, l’acqua continua a non essere erogata e questo aggrava di ora in ora il rischio di epidemie, soprattutto di colera, in quanto la popolazione è costretta a servirsi dell’acqua presa dai fiumi (spesso bollita, a volte no) per lavarsi e per cucinare verdure e uova che sembrano essere la sola cosa rintracciabile da mangiare.

Le fognature zampillano come fontane tra le strade e le piazze di Baghdad perché esplose a seguito dei bombardamenti e delle succesive esplosioni provocate dalle fughe di gas sotterranee.

La notizia che due cronisti – un giornalista ed un fortografo – sono in qualche modo irraggiungibili da ieri ha creato tensione tra i reportes indipendenti presenti: si tratta di Metthew Mc Allester e Moses Saman del periodico “NewsDay”che solo l’altro ieri sono stati visti in città. Si sa solo che mercoledì mattina sono stati fermati dalla polizia irachena per il solito motivo dei permessi e delle autorizzazioni mancanti (problema questo comune a tutti i reporters indipendenti a Baghdad).
Ci sono testimoni oculari di questo “fermo”che non sono però intervenuti proprio perché il problema dei “passi” ufficiali è, appunto, un “problema”.

Mi è stato chiesto di pubblicare le loro foto in quanto un po’tutti si conoscono tra gli stranieri presenti i città e al di fuori dei circuiti ufficiali dei grandi networks, ma spesso, vuoi per problemi di lingua, vuoi perché i luoghi dove vivono sono lontani,
ci si “conosce”,ma può capitare che non si sappia il nome ora dell’uno ora dell’altro.
Ma, per non creare inutili allarmismi in questo stato di tensione tanto alto, mi riferiscono che secondo alcuni che avrebbero parlato con loro erano diretti in Siria o Giordania. E' possibile, che dopo il fermo da parte della polizia, riusciti a "liberarsi" abbiano deciso di partire (o provare a partire) per quelle destinazioni e quindi non siano attualmente in grado di dare loro notizie ancora per un paio di giorni.

Tutti ci auguriamo che sia così.

A dopo (spero)
r.

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