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orientaleoKKupata: progetto di liberazione dell'ateneo.
by smilzoKKupante - orientaleokkupata Thursday, Apr. 10, 2003 at 2:06 AM mail: smilzo@paranoci.org

personale delucidazione.

22esimo giorno di okkupazione.

il progetto orientaleokkupata è stato presentato alla città...

data l'assunzione di responsabilità da parte della comunità scientifica dell'ateneo circa il sostrato ideologico e culturale che permette il diffondersi di una logica di guerra che legittima le forme di violenza in qualunque forma esse si esprimano nel quadro dei fondamentali valori dell'occidente, mercato e democrazia, dovrebbe conseguire un impegno reale e concreto, mancato fino a questo momento.

Il progetto orientaleokkupata ha vita propria, ma può essere considerato anche un suggerimento, o forse la logica conseguenza della suddetta assunzione di responsabilità politica.

diritto allo studio e diritto ai saperi.

Le premesse sono molteplici: la prima in assoluto è che ci si muove sul terreno della sperimentazione... (la netta sensazione di non avere la più pallida certezza ne è alla base); la seconda premessa, che poi è pure una contraddizione, riguarda i saperi: negli ultimi decenni gli attacchi portati al sistema universitario, mal accusati dai movimenti antagonisti, ne hanno destrutturato, frammentato e infine cacciato la componente di classe... le riforme universitarie, con tutte le sue contraddizioni, prima di tutto hanno plasmano il soggetto studentesco a proprio uso... la concezione di diritto in generale e di diritto allo studio in particolare è assai confuso, i tempi di produzione (poichè di produzione si tratta...) educano ad una ferrea quanto "desiderata" dittatura dei tempi di mercato... (non solo le università sono messe in produzione, in più ne indicano anche i tempi in maniera sempre più serrata, compressa e concorrenziale, ed ora, con i crediti, la logica di accumulazione, presente anche nella vecchia università nella forma della votazione in trentesimi, si estremizza e invade ogni luogo, finanche parte di quell'antagonismo che vorrebbe l'attribuzione di crediti ai "propri" controcorsi.

In quest'ottica la questione della didattica va affrontata in maniera molteplice: un primo esempio sono sicuramente i corsi alternativi, che pur avendo il limite di essere "altri" e non completamento e messa in discussione dialettica dei saperi (: in definitiva si tratta di saperi "altri" ma non necessariamente "critici"), hanno il merito di introdurre nuove tematiche e punti di vista e di dimostrare l'efficacia dell'autorganizzazione sociale.
Una seconda metodologia che abbiamo individuato, anche alla luce della critica alla multidisciplinarità, è lo svolgimento di una consistente parte di ogni corso simultaneamente con altri docenti in modo da far risaltare le contraddizioni e metterle in critica dialettica lasciando la possibilità ai singoli studenti di aprirsi un vasto panorama di analisi grazie al quale la dialettica sperimentata nei corsi unidisciplinari possa pervadere anche la restante parte delle lezioni svolte in maniera tradizionale. Il limite, in questo caso, sta nel rischio che il tutto si risolva in una diatriba accademica tra esperti.
Un terza via individuata è quella che, a mio avviso, meglio può sanare la contraddizione di cui sopra alla cui base c'è lo stravolgimento e la trasformazione del soggetto studentesco: si tratta della messa in relazione dei saperi che "assorbiamo" con le realtà sociali che si muovono sul territorio.
Proprio qui si inserisce il discorso fondamentale del diritto allo studio, inteso nelle sue due forme di "condizioni di produzione" (per cui la lotta per il diritto allo studio si configurerebbe come una lotta di stampo operaista per il miglioramento delle proprie condizione di lavoro/produzione) e di anello di congiunzione con i soggetti sociali esclusi dall'università attraverso la negazione di tutte quelle forme di salario indiretto che costituiscono l'essenza materiale del diritto allo studio (diritto alla casa, ai trasporti, alla mensa, ecc ecc).

Biblioteche aperte ad orario prolungato, messa a disposizione del centro stampa dell'orientale con priorità di stampa anche dopo la presunta eccezionalità (la cosa assurda è che, invece, purtroppo questa guerra si iscrive perfettamente nei cicli della normalità) della guerra, attrezzatura del sotterraneo di palazzo Giusso, liberato in questi giorni dagli studenti, che dovrebbe essere luogo di lavoro incontro socializzazione e realizzazione del progetto, messa a disposizione delle aule magnae dei 5 palazzi dell'Orientale: in definitiva, oltre sterili elencazioni, si tratta di una liberazione dell'Ateneo nel senso più ampio del termine.

...più che presentazione del progetto mi sembra una personale delucidazione... vorrei socializzarla...

smilzo


p.s.: i dettagli del progetto orientaleokkupata sono (quasi) in rete... http://www.inventati.org/orientaleokkupata... e se non ci sono... pazienza compagni, l'autorganizzazione necessita pure di livelli estremamente alti di sopportazione... :-P

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