Tredici alti prelati,otto diocesi,15 milioni di fedeli. L'elenco delle accuse. Decine di casi impuniti 23 Aprile 2002 - Il Mattino di Padova di Andrea Visconti
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NEW YORK. Dei tredici cardinali americani convocati in Vaticano dal Papa, otto sono arcivescovi di diocesi cui fanno capo complessivamente circa quindici milioni di cattolici. La diocesi più colpita dagli scandali di pedofilia è quella di Boston, a capo della quale è il cardinale Bernard Law. Qui qualche mese fa venne alla luce il caso di don John Geoghan, che fece esplodere in tutta America la realtà della pedofilia fra il clero. Il cardinale Law è responsabile di avere spostato Geoghan di parrocchia in parrocchia ignorando la scia di contatti sessuali con minori che questo prete lasciava ovunque andasse. Secondo caso, sempre a Boston, è quello di don Paul Shanley accusato di molestie, ma di casi del genere nella diocesi del cardinale Law ne sono emersi un'ottantina. Imbarazzo anche a Filadelfia dove gli abusi sessuali di preti risalgono agli anni Cinquanta e la diocesi ha identificato almeno trentasei preti coinvolti in circa cinquanta casi. Lo scandalo della pedofilia sta travolgendo anche l'arcivescovo di New York, Edward Egan, che alcuni anni fa era a capo della diocesi di Bridgeport, in Connecticut, dove è emerso un caso eclatante. Si scoprì che un prete abusava sessualmente di un ragazzino ma gli abusi proseguirono più di un anno dopo che i vertici della chiesa cattolica in Connecticut ne venissero a conoscenza. A Los Angeles il cardinale Roger Mahony stesso era accusato di sevizie sessuali. I fatti risalirebbero ad alcuni decenni fa quando il cardinale pare avesse costretto una minorata mentale ad avere rapporti intimi con lui. In generale in questa diocesi i casi accertati di abusi sono una dozzina. Situazione difficile anche a Detroit dove l'inchiesta sulla pedofilia ha stabilito che almeno diciotto preti hanno avuto relazioni sessuali con minori. Alcuni anni fa qui la chiesa cattolica pagò una forte somma ad un uomo che da ragazzino era stato molestato da un prete di Detroit. Ma il cardinale Adam Maida deve rispondere del fatto che il prete in questione ha continuato indisturbato la sua attività di ministro di culto fino al mese scorso. Forse l'unica diocesi americana dove i casi di pedofilia sono stati rari è quella di Baltimora. Il cardinale William Keeler, comunque, si è impegnato con il suo mezzo milione di fedeli «a proteggere tutti i cattolici da tali abusi».
Denunce e processi Il Corriere della Sera
Nelle chiese cattoliche americane il prete saluta sulla porta i parrocchiani che escono dopo la fine della messa domenicale. E' un piccolo rito sociale, ispirato dalla tradizione protestante, che si celebra alla fine di ogni funzione religiosa in decine di migliaia di parrocchie, dalla costa orientale alla costa occidentale. Il «padrone di casa» fa una carezza ai bambini, stringe la mano dei genitori, li ringrazia per la loro presenza e per la generosità delle loro offerte. Si rivedranno probabilmente, prima della domenica successiva, per uno dei tanti social events - una recita, una tombola, una vendita di beneficenza - che il prete organizza nei locali della parrocchia. Da qualche settimana questo rito sociale è diventato mesto e frettoloso. Le offerte sono diminuite, i fedeli escono dalla messa imbronciati e pochi parroci osano accarezzare un bambino. Di fronte ad alcune chiese vi sono picchetti di uomini e donne che chiedono «pulizia». La cattedrale della Santa Croce, nel vecchio quartiere irlandese di Boston, è presidiata da una catena di persone che si stringono silenziosamente la mano. Qui, negli scorsi giorni, monsignor Frederick J. Murphy ha scelto per la sua omelia domenicale il passo del Vangelo in cui Luca descrive la confusione e il turbamento dei discepoli di Cristo sulla strada di Emmaus. I fedeli hanno compreso l'allusione e si sono scambiati uno sguardo d'intesa. Tutto cominciò qualche mese fa con il processo di padre John J. Geoghan, un sacerdote di 66 anni, condannato a dieci anni di carcere in marzo per avere abusato di un bambino a Boston nel 1991. Ciò che maggiormente colpì la pubblica opinione in quella vicenda non fu tanto il reato contestato al sacerdote, quanto la scoperta che egli era stato oggetto di centotrenta denunce e lagnanze per fatti analoghi. Ma i suoi superiori gli avevano coperto le spalle spostandolo da una parrocchia all'altra e avevano messo a tacere i suoi accusatori con un indennizzo. Da quel momento la Chiesa cattolica americana è nella tempesta. Molti sacerdoti sono stati trasferiti o sospesi. Più di duecento persone hanno dichiarato di essere state molestate da un prete, spesso molto tempo fa, negli anni dell'infanzia o dell'adolescenza. Molte si sono rivolte a un avvocato e hanno costituito un'associazione, retoricamente chiamata «Survivors Network of Those Abused by Priests» (La rete dei sopravvissuti di coloro che sono stati abusati da preti). La diocesi di Boston, in particolare, ha già pagato 40 milioni di dollari, e la somma degli indennizzi potrebbe toccare i 100 milioni. La crisi ha tutti gli ingredienti dei grandi scandali americani: agita pruriginose questioni morali (pedofilia, omosessualità), si presta a grandi confessioni collettive, è eminentemente «mediatica», ha risvolti legali che suscitano le ambizioni dei procuratori distrettuali e l'ingordigia degli avvocati. Molte azioni giudiziarie si sono concentrate in California dove i tempi di prescrizione di un reato sono più lunghi di quanto non siano abitualmente negli altri Stati della federazione. Un procuratore californiano ha dichiarato che intende dare una risposta alla indignazione popolare e si è detto implicitamente disponibile, in tal modo, a ricevere nuove denunce. Alcune accuse, probabilmente, sono frutto di fantasie erotiche o vittimismi narcisistici. Una donna di Fresno in California ha dichiarato che il cardinale Roger M. Mahony, arcivescovo di Los Angeles, «potrebbe» averla molestata nel 1970 quando lei studiava in un liceo cattolico e lui aveva funzioni pastorali nella stessa zona. La storia che ha raccontato ai giornalisti sembra uscita da un novella di Boccaccio. Svenne durante una baruffa con i suoi compagni di classe e rimase priva di sensi per un certo periodo. Quando si svegliò vide accanto a sé padre Mahony e si accorse di avere perduto le mutandine. Per paura non disse nulla a nessuno, ma nelle scorse settimane, quando ha letto sui giornali e ha ascoltato alla televisione le confessioni di tante vittime, si è fatta forte. «Se questa gente ha il coraggio di parlare - ha detto alla stampa - cercherò di farlo anch'io». Il cardinale Mahony, dal canto suo, ha smentito e rimesso la questione nelle mani della polizia. Non è il primo episodio del genere. Leggo nel Washington Post che il cardinale Joseph Bernardin, arcivescovo di Chicago, fu accusato nel 1993 di molestie sessuali da un certo Steven Cook che ritirò l'accusa prima di morire di Aids due anni dopo. Non tutti gli accusati, però, hanno dato prova di altrettanta fermezza. Un vescovo della Florida si è dimesso qualche settimana fa e un parroco di Cleveland si è ucciso negli scorsi giorni con un colpo di pistola alla testa nel parcheggio di un supermercato. Si chiamava Dan A. Rooney, aveva 48 anni ed era stato accusato tre giorni prima di avere abusato di una ragazzina più di dieci anni fa. Ma i parrocchiani non credono alla sua colpevolezza e una grande folla è andata al suo funerale per rendergli un omaggio commosso. Sulle responsabilità di un altro prete, invece, la gente ha meno dubbi. Si chiama Paul R. Shanley e divenne sacerdote nel 1960 a Boston dove acquistò subito una certa notorietà per il suo impegno sociale come «prete di strada». Poco più di dieci anni dopo una fotografia lo ritrae con i capelli lunghi, i blue jeans e un giubbotto, alla guida di un trattore. E' nel Vermont, in uno degli Stati più settentrionali della Nuova Inghilterra, dove ha collaborato alla istituzione di una casa di riposo per giovani lavoratori. E' un prete moderno, forse spregiudicato, ma attivo e dinamico. Di lì a poco, tuttavia, secondo l'avvocato di una vittima, un sacerdote scrive all'arcivescovado per informare che padre Shanley ha l'abitudine di appartarsi con i ragazzini in una capanna. Non è tutto. Sembra che nel 1978 il «prete di strada» intervenga con un discorso a una conferenza promossa da un gruppo di spregiudicati pedofili, fautori di amori «greci» fra adulti e adolescenti. E sembra che qualche anno dopo, in California, divenga proprietario, con un altro prete, di un motel frequentato soprattutto da una clientela «gay». All'arcidiocesi di Boston, nel frattempo, continuano ad arrivare lamentele, denunce e minacce di azioni giudiziarie. Ma i suoi superiori, e soprattutto l'attuale arcivescovo, Bernard Law, lo proteggono. Sanno che ha «problemi psicologici», ma lo trasferiscono da un incarico all'altro e lo accompagnano, se necessario, con una lettera commendatizia e un certificato di «buona condotta». Sino al giorno in cui l'arcivescovo di New York, dove Shanley avrebbe dovuto assumere la direzione di un ostello giovanile, rifiuta bruscamente di accettare la sua designazione. Messo di fronte a vicende umane così diverse - il suicidio di Rooney e la spericolata carriera di Shanley - il popolo dei fedeli assiste smarrito alla crisi della sua Chiesa. Il pendolo dei suoi sentimenti continua a oscillare fra indignazione e commiserazione, fra la rabbiosa voglia di pulizia e il timore che un innocente finisca vittima di qualche tribunale popolare. Ho raccontato più diffusamente il caso di padre Shanley perché la storia della sua vita si intreccia con quella del suo protettore: Bernard Law, arcivescovo di Boston e, dalla prima metà degli anni Ottanta, cardinale di Santa Romana Chiesa. Le due personalità non potrebbero essere più radicalmente diverse. Il primo è cresciuto nel sacerdozio durante i tempestosi anni Sessanta e Settanta, fra hippies , senzatetto, drogati, e sembra deciso a sovvertire, forse con qualche motivazione ideale, le regole del vecchio catechismo. Law, invece, appartiene a quel gruppo di sacerdoti che sono stati scelti da Giovanni Paolo II, sin dall'inizio degli anni Ottanta, per gli incarichi di maggiore responsabilità della Chiesa americana. Mentre Shanley è un prete «trasgressivo», Law è un prelato conservatore. Mentre Shanley, a giudicare da certi suoi trascorsi, sembra pronto a sostenere i «diritti dei gay» e, forse, la fine del celibato ecclesiastico, Law ha censurato severamente l'omosessualità e tutte le iniziative degli scorsi anni per il matrimonio dei preti, il sacerdozio femminile o la legalizzazione dell'aborto. Perché dunque Law ha deciso di coprire Shanley e le malefatte di altri preti della sua diocesi? Forse l'arcivescovo di Boston apprezzava, al di sopra di ogni altra considerazione, il dinamismo del suo «prete di strada». Forse è cinicamente convinto che certi peccati, quando sono commessi dai membri di una grande Chiesa, siano meno importanti della sua opera mondana e delle sue strategie istituzionali. I panni sporchi, insomma, si lavano in famiglia. Ma Law, in tal modo, è diventato, agli occhi di molti cattolici americani, ancora più colpevole e responsabile dei molti preti «traviati» di cui la stampa si è occupata nelle scorse settimane. Il maggiore quotidiano della sua città (il Boston Globe ) e persino, a giudicare dai sondaggi, la maggioranza dei fedeli chiede insistentemente le sue dimissioni. Da quando la Santa Sede, dopo una lunga riluttanza, ha finalmente deciso di occuparsi della faccenda e ha invitato a Canossa i maggiori prelati americani, la crisi è entrata in una fase nuova. Verranno adottate nuove regole, verrà fatta pulizia e i fedeli verranno assicurati che ogni denuncia sarà trattata con la massima obiettività e trasparenza. Ma vi è un aspetto di cui Roma, quando sosteneva che il caso fosse esclusivamente americano, non aveva colto l'importanza. Nel corso del suo pontificato Giovanni Paolo II si è ripetutamente scontrato con certe tendenze riformatrici del cattolicesimo americano e le ha infine ridotte all'obbedienza. Ma gli scandali delle ultime settimane ridanno fiato ai riformatori e riaprono un nuovo fronte. Non basterà promettere maggiore trasparenza. Occorrerà prepararsi a nuove battaglie contro quei settori del clero e dei fedeli che non hanno mai approvato la politica conservatrice del vescovo di Roma soprattutto in materia di gay, aborto e celibato ecclesiastico. Un vecchio Papa, ormai alla fine del suo lungo sacerdozio, è improvvisamente costretto a rifare una battaglia che sperava di avere vinto.
LA CONDANNA Padre John J. Geoghan, 66 anni, sacerdote dell'arcidiocesi di Boston, a marzo è stato condannato a dieci anni di reclusione per aver abusato di un bambino nel 1991 IL FENOMENO La Chiesa cattolica americana è nella tempesta: padre Geoghan è travolto da 130 denunce di molestie sessuali. Altre 200 persone in tutto il Paese dichiarano di avere subito abusi durante l'infanzia o l'adolescenza GLI INDENNIZZI La diocesi di Boston ha già pagato 40 milioni di dollari. Ma la somma finale dei risarcimenti potrebbe raggiungere i cento milioni -------------------------------------------------------------------A proposito di p2,servizi segreti,massoneria ...
...satanismo in vaticano e cose del genere! Assurditá? Leggere please!
A proposito dei sacrifici a satana L’OMICIDIO DI SAMUELE E L’IPOTESI ESOTERICA http://cosco-giuseppe.tripod.com/esoterismo/samuele.htm
Jack lo Squartatore e il Mostro di Firenze: inquietanti analogie http://cosco-giuseppe.tripod.com/esoterismo/jack_lo_squartatore.htm
IL MOSTRO DI FIRENZE:la pista esoterica http://cosco-giuseppe.tripod.com/esoterismo/il_mostro_di_firenze.htm http://www.aspide.org/sommario.htm
INDAGINE SUL SATANISMO IN CALABRIA http://cosco-giuseppe.tripod.com/mitologia/doc19.htm
C’E’ UN LEGAME TRA EFFERATI OMICIDI SERIALI E LE IDEOLOGIE SATANICHE? FORSE SI. http://cosco-giuseppe.tripod.com/mitologia/serial_killer.htm http://italy.indymedia.org/news/2002/12/132384.php
----------------------------------- http://cosco-giuseppe.tripod.com/mitologia/sesso.htm Intervista a Giuseppe Cosco tratta da "Il Quotidiano" (della Calabria) di mercoledì 10 Gennaio 2001
SESSO, FESTE E CROCIFISSI CAPOVOLTI
Lo studioso Giuseppe Cosco spiega come ha scoperto la presunta sètta
E’ STATO lo studioso Giuseppe Cosco – che si occupa a livello nazionale di nuove forme di religiosità e del fenomeno sètte – a scovare in internet la sètta satanica che sarebbe attiva a Catanzaro. Gli abbiamo rivolto qualche domanda.
D.: Come è arrivato alla scoperta della prima sètta satanica calabrese, denominata "Ordine del Triangolo Nero", attiva a Catanzaro Lido, per l’esattezza, e cosa ha da dire su questa organizzazione di satanisti, presente con un loro sito anche in rete?
COSCO: (…) Il sito è denominato Darknessx. L’Ordine del Triangolo Nero, da quanto afferma il suo fondatore, che si fa chiamare Zergo, nasce a Catanzaro Lido il 6 ottobre del 2000. Nel loro sito, tra l’altro, è scritto: "Noi crediamo realmente nell’esistenza di Satana, ma non come raffigurazione di noi stessi, bensì come vero dio al quale riportiamo adorazione>>. Quanto affermato farebbe supporre che ci troviamo al cospetto di Satanisti tradizionali (messe nere, fede, sia pure distorta, nella religione cristiana), cioé satanisti che riconoscono e adorano un Satana personificato. È in questo caso il diavolo della Bibbia. Questo tipo di satanismo è detto pure occultista. Essi si riunirebbero, a quanto afferma il loro gran sacerdote, una o due volte al mese "per celebrare le messe e i vari riti in onore di Satana in svariati posti, dai castelli dell’età medievale, ai casolari abbandonati, ecc.
D.: Il loro simbolo, nella home page, è un triangolo nero dentro un cerchio, che significato ha?
COSCO: Il triangolo nero dentro al cerchio loro dicono che: <<rappresenta l’adorazione dell’uomo verso i piaceri della carne e del sangue>>. A tal proposito è anche interessante quanto afferma, sempre nel loro sito, Alucard, un adepto: "sono un ‘Adoratore del Sangue’: Me ne cibo e lo considero molto stimolante nei rapporti intimi". Il sangue è la parte dell’uomo che contiene il principio vitale, anche per i satanisti. Bevendolo si può acquistare, secondo loro, la sua soprannaturale qualità. Il triangolo è, per i satanisti, uno strumento per la manifestazione degli spiriti, rappresenta la trinità, intesa come tripla natura del nostro mondo (mentale, psichica e fisica). Le croci capovolte simbolizzano l’opposizione alla croce di Gesù Cristo.
D.: Zergo parla anche di "adorazione dell’uomo verso i piaceri della carne…". Che rapporto c’è tra il sesso e il satanismo?
COSCO: Stretto. Il loro è un sesso blasfemo. I satanisti tra crocifissi capovolti e adepti svestiti usano, nelle messe nere, una donna nuda come altare poiché, non bisogna mai dimenticarlo, il satanismo è, pur sempre, una ‘religione’, ma che esalta il peccato, la carne e la ribellione.
D.:"Presenze", la sètta satanica con la quale collabora quella di Lido conta anche giovani adepti…
COSCO: Sì e tra questi spicca una studentessa universitaria iscritta alla Sapienza di Roma che vanta un padre regista, uno zio autore Mediaset e un nonno che è stato direttore Rai.
D.: Altri rapporti l’Ordine del Triangolo Nero dice di averli con un’altra sètta satanica: "I Figli di Oid".
COSCO:"OID" è il nome di Dio scritto all’inverso. All’ingresso della loro Home Page è spiegato: "Siamo un gruppo di satanisti, operanti sul territorio italiano… Riteniamo il satanismo come vero culto: abbiamo perciò luoghi privati dove officiare, abbiamo liturgie, abbiamo paramenti, abbiamo suppellettili, abbiamo officianti e allievi e… soprattutto abbiamo FEDE! Fede in Satana! E’ un gruppo che sarebbe operante da diversi anni in Italia e che ha come adepti persone di varie estrazioni sociali.
D.: Perché l’apertura di questi siti internet da parte di organizzazioni che solitamente preferiscono stare nell’ombra?
COSCO: Per fare proseliti innanzitutto. I "Figli di Oid" danno anche un’altra versione: "Abbiamo deciso di aprire questo sito perché, a differenza di molti stati stranieri, ci sembra che in Italia manchi la libertà di esprimere i propri pareri a riguardo del satanismo e quei pochi che sono usciti allo scoperto, hanno pagato a caro prezzo la loro fede…". "I Figli di Oid" avvertono anche che ora hanno deciso di uscire allo scoperto "con una carica forte e invasiva…".
D.: Ci sono rituali satanici pubblicati in questo sito?
COSCO: Certamente. Primeggiano, tra l’altro, "Le nove leggi sataniche", tratte dall’opera di Anton LaVey, il gran sacerdote, ora defunto, della Chiesa di Satana di San Francisco, fondata il 30 Aprile del 1966 che ha parecchie filiali in tutto il mondo. Seguono formule varie, il Padre Nostro al contrario, estratti di maledizioni varie prese da grimori medioevali e poi la descrizione particolareggiata di una serie di orripilanti fatture a morte. Tutto un ricettario da vomito e la cosa più grave è che chiunque, anche giovanissimi, possono arrivare a questi siti e apprendere un bel po’ di nefandezze.
D.: Hanno avuto riconoscimenti da altre organizzazioni sataniche note?
COSCO: Nel loro sito pubblicano una lettera che dicono di avere ricevuto lo scorso 15 agosto che esprime grande ed esplicito consenso per la loro opera. L’autore della missiva è Marco Dimitri il capo dei Bambini di Satana, sètta pubblica di Bologna. Ogni commento mi sembra superfluo.
D.: Se tutto è come appare, la sua scoperta sembra importante la sua scoperta perché, in Calabria, che se ne sappia, non era mai stata segnalata, fino ad oggi, una sètta dichiaratamente satanica. Erano stati rinvenuti, in passato, reperti inquietanti dalla polizia giudiziaria, sottoposti anche al suo studio, che è loro consulente. Di alcuni di questi reperti noi abbiamo scritto e pubblicato alcune foto, in alcune delle quali figurano delle scritte dove appare il nome di Iside. Che rapporto c’è tra questa dea e il satanismo?.
COSCO: Innanzitutto è da precisare che Iside, la più importante delle divinità egizie, è spesso raffigurata, secondo il mito riferito da Plutarco (De Iside et Osiride, 12, 19) alla ricerca del corpo di suo fratello, e allo stesso tempo sposo, Osiride, ucciso e poi fatto a pezzi da Seth e gettato nel Nilo, che la dea restituisce alla vita col suo soffio divino. E’ anche frequentemente rappresentata mentre tiene in braccio e allatta il figlioletto Horus. Iside è, pure, la protettrice dei defunti. In epoca ancora più antica era considerata la dea che proteggeva il focolare. Essa fu adorata in Medio Oriente, in Grecia, a Roma e in tutto il bacino del Mediterraneo come la dea suprema. In tutti i circoli esoterici verrà considerata come l’Iniziatrice, incarnante il principio femminile, che detiene il potere della vita, della morte e della risurrezione. Sua rappresentazione è la croce cosiddetta ansata o Ankh, oppure nodo. Una sua valenza infera si è fatta luce nella vicenda di Castelluccio dei Sauri (Foggia), che ha visto sul banco degli imputati due giovani studentesse, Annamaria Botticelli e Mariena Sica, per lo strangolamento della loro amica Nadia Roccia.
D.: Ma da qui a parlare di una sua effettiva corrispondenza infernale…
COSCO: Aspetti. Si è parlato del ritorno in auge di sètte sataniche, che celebrano i misteri di Iside associata, in epoca medievale, anche al culto del diavolo. Assai significativo è, a tal proposito, il ritrovamento, da parte di studiosi, di un incantesimo dove, accanto al nome di Iside, vi sono quelli di tre divinità infernali: Ortho, Baubo ed Ereskigal; ciò può voler dire che, se considerata in relazione alla sua congiunzione con la luna, Iside diventa una potenza ctonica. Taluni editori hanno inserito un inno magico nella Nékya omerica, a sua volta interpolata (Odissea XI, 34-50), il potere ctonico di Iside, tra altre divinità e demoni del mondo dei morti, era invocato da Ulisse nel visitare il regno degli Inferi. Accanto all’Iside celeste, come si può ben capire, vi è anche un’Iside infernale, simbolizzata da quella, discesa nel Nun con la sorella Nefti, per cercarvi Osiride.
D.: Oggi si assiste ad un vero e proprio revival di culti magici…
COSCO: Il proliferare delle sètte religiose e dei nuovi movimenti magici in Italia è documentato da un rapporto della Direzione centrale polizia di prevenzione del Dipartimento della pubblica sicurezza del Febbraio 1998. Accanto a una miriade di nuovi culti, molti dei quali non pericolosi, iniziano a proliferare, anche nel nostro Paese, pericolose sètte, tra cui quelle sataniche. In Italia è oramai innegabile una realtà satanico-rituale…
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COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA SULLA LOGGIA MASSONICA P2
(Legge 23 settembre 1981, n. 527) RELAZIONE DI MAGGIORANZA dell'onorevole TINA ANSELMI
INDICE: COMPOSIZIONE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA SULLA LOGGIA MASSONICA P2
INTRODUZIONE
La massoneria di Palazzo Giustiniani e le altre "famiglie" massoniche
La prima fase della Loggia P2: dal 1965 al 1974
La seconda fase della Loggia P2: dal 1974 al 1981
LICIO GELLI, LA LOGGIA PROPAGANDA DUE E LA MASSONERIA. CONCLUSIONI
IL SEQUESTRO DI CASTIGLION FIBOCCHI
AUTENTICITA' ED ATTENDIBILITA' DELLE LISTE LA STRUTTURA ASSOCIATIVA DELLA LOGGIA P2 LA POSIZIONE PERSONALE DEGLI ISCRITTI GLI APPARATI MILITARI E I SERVIZI SEGRETI - LA DOCUMENTAZIONE ANTERIORE ALL'INFORMATIVA COMINFORM L'INFORMATIVA COMINFORM ED I SUOI SVILUPPI LA DOCUMENTAZIONE SUCCESSIVA ALL'INFORMATIVA COMINFORM ANALISI DEI DOCUMENTI GLI APPARATI MILITARI. CONCLUSIONI I COLLEGAMENTI CON L'EVERSIONE - CONTATTI CON L'EVERSIONE NERA CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE L'AFFARE MORO LA LOGGIA P2, LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E LA MAGISTRATURA - I RAPPORTI CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE I RAPPORTI CON LA MAGISTRATURA IL MONDO DEGLI AFFARI - IL MONDO DEGLI AFFARI E DELL'EDITORIA I RAPPORTI INTERNAZIONALI LA LOGGIA P2 E IL MONDO POLITICO LA LOGGIA P2 COME ASSOCIAZIONE POLITICA IL PIANO DI RINASCITA DEMOCRATICA ED IL PRINCIPIO DEL CONTROLLO CONCLUSIONI CONSIDERAZIONI FINALI E PROPOSTE
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http://italy.indymedia.org/news/2002/12/132442.php
Emanuela Orlandi è scomparsa il 22 giugno 1983 dopo le 19.00. Figlia di Ercole Orlandi, un dipendente del Vaticano, al momento della scomparsa Emanuela aveva 15 anni, frequentava il liceo scientifico e, nel pomeriggio, la scuola di musica Ludovico Da Victoria in Piazza santa Apollinare. Il pomeriggio del 22 giugno Emanuela arrivò a lezione di flauto in ritardo; un ritardo spiegato in seguito, alle ore 19, con una telefonata alla sorella, nella quale Emanuela riferisce di aver ricevuto un'offerta di lavoro da un rappresentante della ditta di cosmetici Avon per promuovere i prodotti in occasione di una sfilata. La sorella le suggerisce di parlarne con i genitori prima di prendere qualsiasi decisione in merito. Emanuela avrebbe incontrato il sedicente rappresentante poco prima di recarsi alla lezione di musica. Al termine della lezione Emanuela si confida della questione anche con l'amica Raffaella Monzi, che si congeda da Emanuela alla fermata dell'autobus, lasciandola con una ragazza sconosciuta e mai in seguito identificata. Qualcuno l'avrebbe poi vista salire su una grossa auto scura. Da questo momento in Emanuela si perdono le tracce. I familiari lanciano subito appelli sui giornali. La città viene tappezzata dai manifesti con le foto di Emanuela. Comincia così un mistero che coinvolgerà anche il Vaticano e che è rimasto tuttora senza soluzione.
Il 14 maggio 2001, padre Giovanni Ranieri Lucci, il parroco della chiesa di San Gregorio VII a Roma, ha ritrovato nel confessionale un teschio chiuso in due buste; tra la prima e la seconda busta c'era un santino di Padre Pio. Il parroco, convinto che si trattasse di un macabro scherzo, si è rivolto comunque ai carabinieri. Si trattava di un teschio piccolo, privo della mandibola, con i denti dell'arcata superiore mancanti. Il teschio, con ogni probabilità, era stato lasciato nella chiesa il giorno prima, il 13 maggio. Proprio quel giorno, a poche decine di metri, in piazza San Pietro, il Papa stava parlando alla folla di fedeli dell'attentato avvenuto esattamente vent'anni prima. Una semplice coincidenza o un segnale? Probabilmente un messaggio inviato a chi sa interpretare il linguaggio dei simboli nella vicenda che da vent'anni vede protagonista il Papa. Il primo simbolo è nella data: il 13 maggio 1917 è il giorno dell'apparizione di Fatima. In uno dei segreti di Fatima c'è la visione del vescovo vestito di bianco colpito a morte in una grande piazza. Chi ha ordinato l'attentato contro Carol Wojtyla - un Papa particolarmente devoto alla Madonna - proprio il 13 maggio 1981 doveva conoscere molto bene questi simboli. Il rapimento di Emanuela Orlandi, unica cittadina minorenne del Vaticano, è stata probabilmente la più potente arma di ricatto che ignoti interlocutori potessero mettere in campo contro il Papa. Quello di Emanuela diventò presto un caso internazionale: messaggi, rivendicazioni e segnali lasciati soprattutto all'interno di diverse chiese romane, collegavano la vicenda al Papa e al suo attentatore. E ora c'è chi pensa che quel teschio ritrovato a San Gregorio potrebbe essere proprio quello della ragazza scomparsa diciotto anni fa, la cui abitazione, tra l'altro, si trova a poche decine di metri dalla chiesa.
Gli studi effettuati dal professor Francesco Bruno, criminologo, sulla vicenda Orlandi, portano a conclusioni allarmanti: "Penso che la ragazza sia morta allora - spiega il professore -. Quelli che sono arrivati al punto di rapirla, non hanno avuto certo alcuno scrupolo ad ucciderla. Non potevano rischiare di avere un testimone così importante e pericoloso. Non l'hanno rapita per avere in cambio dei soldi, ma per realizzare un ricatto morale potentissimo. Quasi tutti quelli che hanno agito in questa spedizione, sono poi morti, uccisi a loro volta: non potevano restare testimoni".
Dalla prima perizia effettuata sul cranio, viste le piccole dimensioni, si è supposto che potrebbe essere quello di una ragazza, forse morta quindici o venti anni fa. "Una data compatibile con l'eventuale morte di Emanuela - spiega Bruno -; il teschio sarebbe rimasto sepolto nella terra durante questi anni. I denti potrebbero essere stati estratti quando la ragazza era ancora in vita, o successivamente, nell'intento di non rendere possibile il suo riconoscimento. Il teschio potrebbe aver subìto dei colpi che forse hanno tramortito la vittima. Si tratta sicuramente di un corpo di reato: quella persona non è morta naturalmente". Da un primo tentativo di comparazione tra la foto del teschio e quella del viso di Emanuela Orlandi risulterebbe una straordinaria coincidenza di caratteristiche. E' stato disposto l'esame del Dna e i genitori della giovane scomparsa, anche se sono convinti che non si tratti di loro figlia, si sono resi disponibili alla comparazione.
"Il teschio è stato scelto con attenzione - aggiunge il professore -: perché o si tratta di quello di Emanuela, oppure deve ricordarlo. Dietro a un'operazione apparentemente semplice c'è un'organizzazione complessa, di servizi segreti capaci di svolgere azioni come questa, con modalità che lasciano dei dubbi per sempre".
Una vicenda dunque volutamente ambigua: si è trattato di un macabro scherzo - come pensa padre Giovanni - o di un segnale molto serio?
ecco una serie di articoli sconcertanti:buon pro vi faccia !!! ---------------------------------
L’OMICIDIO DI SAMUELE E L’IPOTESI ESOTERICA http://cosco-giuseppe.tripod.com/esoterismo/samuele.htm Il Tribunale della libertà ha accolto l’istanza di scarcerazione di Anna Maria Franzoni presentata dall’avv. Grosso. A mio parere era inevitabile tale decisione. Contro la madre del piccolo Samuele c’era solo un’enorme quantità di indizi ma nessuna prova certa, solo una mole di atti, verbali, perizie, relazioni e controrelazioni, ma anche il loro esatto contrario, insomma nessuna certezza investigativa. Non può essere stata la madre ad uccidere e in quel modo orribile il piccolo Samuele. Non vi sono prove, si è arrivati ad indagarla per "esclusione", cioé senza una sola prova certa ma solo sulla base di indizi. Gli inquirenti hanno agito così dopo aver escluso la pista della vendetta, del serial killer e quella del "Mostro" e, perciò, a questo punto, restava solo la madre. Ma come è possibile che questa donna, con un vissuto normale, all'improvviso si sdoppia, uccide, poi, si dimentica di quella manciata di minuti e tutto ritorna come prima e regge, senza crollare, più interrogatori e oltre quaranta giorni sotto i riflettori? E, in ultimo, come avrebbe potuto fare tutto da sola in circa dieci minuti: uccidere, depistare, cancellare ogni impronta, poi lavarsi, pulirsi gli schizzi di sangue (che l'avranno certamente attinta al viso e ai capelli), rassettarsi, vestirsi e riprendere normalmente la vita di tutti i giorni come se nulla fosse avvenuto? Inverosimile. L’accusa colloca l’omicidio, del piccolo Samuele, tra le 8,05 e le 8,15, ma, da quanto raccontato dal fratellino Davide, ciò è impossibile perché il bambino afferma di aver salutato, come ogni giorno, Samuele qualche minuto prima di uscire con la mamma. Questo prova che Samuele, quando Anna e l’altro figlio Davide escono, è ancora vivo. La difesa asserisce che il delitto sarebbe stato commesso tra le 8,15 e le 8,24, mentre la signora Franzoni era ancora fuori. Anna Maria al rientro, alle 8,24, trova il piccolo Samuele sotto la coperta, tutto imbrattato di sangue. Secondo quanto dirà il prof. Viglino, consulente del p.m., la morte è avvenuta, minuto più minuto meno, tra le 8,32 e le 8,35. I colpi, che hanno ucciso Samuele, sono stati inferti, all’incirca, alle 8,20 e la morte sarebbe sopraggiunta 10-12 minuti dopo. Si è appurato che il bambino è stato colpito ferocemente (tanto da sfondargli il cranio), da una mano adulta, che ha colpito 17 volte, mai al viso, ma alla fronte e alle tempie. E’ impossibile che sia stata la madre e un alibi d’acciaio ad Anna Maria lo dà l’autista dello scuolabus, poiché, proprio alle 8,20, osserva la donna salutare Davide, appena salito sul mezzo. Anche accogliendo la tesi dei magistrati che fissano l’ora del delitto alle 8,10, le cose non cambiano granché, perché, essendo uscita di casa alle 8,16, avrebbe avuto a disposizione solo 6 minuti, troppo pochi. Resta il fatto che un bambino di soli tre anni è stato orribilmente massacrato e qualcuno dev’essere stato. Quello del piccolo Samuele è un delitto assurdo, misterioso e atroce, senza spiegazioni. Tutta questa maledetta storia non sembra inquadrabile in alcuna modalità omicidiaria, non c’è movente e l’arma che ha colpito a morte sembra essersi volatilizzata nel nulla. Sulla tragedia di Cogne sembrano spirare, da abissi insondabili, vapori sulfurei, misteriosi e terrificanti. In quel delitto crudele vi è un’assenza totale di umanità e una volontà, sinistra e gelida, che ha dilaniato le carni di quel bambino. La tenebra di quell’atto feroce, è calata sulle valli silenziose e innevate del piccolo centro, come una sorta di oppressione maligna, che sembra adombrare un sentiero infero, di cui non si conosce, ancora, l’esatta ubicazione. I più terribili fatti di sangue, da alcuni anni a questa parte, ricondurrebbero a veri e propri sacrifici umani. Gli esempi più inquietanti sono, tanto per citarne alcuni, l’omicidio di suor Maria Laura Mainetti, perpetrato da tre ragazze come una sorta di celebrazione a Satana; il delitto di Nadia Roccia, che sarebbe stata sacrificata da due sue amiche; l’omicidio, ancora insoluto, di Serena Mollicone, che sarebbe stato perpetrato all’apice di un oscuro rituale esoterico e, poi, i tristemente noti delitti attribuiti al "Mostro di Firenze" che, recentemente, hanno svelato una matrice diabolica. Forse, anche il feroce omicidio del piccolo Samuele potrebbe celare qualcosa di simile. La fase lunare di quel maledetto 30 gennaio è quella di luna piena, periodo molto importante per alcuni riti magici. Il 2 febbraio cade la festa della Candelora (Candlemass), detta anche festa di santa Brigida, giorno in cui si svolge un importante sabba stregonesco, dedicato, tra l’altro, alla consacrazione delle candele e dei lumi che verranno utilizzati nei riti dei mesi successivi. Ma è anche la notte nella quale gli apprendisti stregoni hanno la loro cerimonia di iniziazione. Questa festa è considerata una delle quattro più importanti festività del calendario satanico; le altre cadono il 30 aprile (Valpurga), il 1° agosto (Lammas) e il 31 ottobre (Halloween). In queste quattro date vengono compiuti particolari rituali, evocazione dei demoni, invio di anatemi e altro ancora che, pur con alcune rielaborazioni da parte di ogni congrega, hanno caratteristiche simili che evidenziano i concetti magici e gnostici ai quali si rifanno. Il 2 febbraio del 1986 si verificò un fatto che sconvolse l’opinione pubblica americana: un giovane, Lloyd Gamble, fu ferocemente assassinato dal fratello minore, che racconterà di aver compiuto quel crimine in onore di Satana, spiegando che Candlemass (la Candelora) è il sabba in cui si celebra l’ "inverno del diavolo". L’uccisione rituale è praticata da tempi immemorabili. In antichi testi magici, diversi riti la prevedono. Questo sacrificio, nei Grimori antichi, era effettuato molto prima del giorno sabbatico, ciò potrebbe spiegare il perché l’assassinio del bambino non è associato con la cerimonia stessa, cioè non è stato compiuto il giorno stesso del sabba, il 2 di febbraio, ma il piccolo Samuele è stato ucciso qualche giorno prima. Solo nei Grimori successivi, il sacrificio tenderà ad essere più strettamente attuato con la cerimonia stessa. Tra le tante segnalazioni giunte ai carabinieri, nei giorni del delitto di Cogne, ve ne è una riguardante misteriosi rituali esoterici celebrati in un bosco nei pressi di Ozein, una frazione di Aymavilles ubicata lungo la valle che porta a Cogne. Un uomo raccontò di avere visto alcuni individui che celebravano una sorta di rito magico. C’è anche chi ha osservato che i nomi dei componenti la famigliola: Anna, Samuele, Davide, hanno reminiscenze bibliche, infatti, nell’Antico Testamento si legge che la madre di Samuele si chiama Anna. La storia di Samuele è così raccontata: Anna era una donna sterile, si reca al tempio chiedendo a Jahvè la Grazia e facendo voto di offrire al sacerdozio il frutto del suo grembo. La donna era moglie di Elqana, un levita, che quindi legittimava la via al sacerdozio di quel figlio eventuale. Jahvè fu di parola, come lo fu Anna e Samuele, il bambino, sarebbe diventato colui con cui Dio avrebbe ripreso il dialogo con il suo popolo: un nuovo profeta. E c’è anche la storia del candelabro scomparso, di cui avrebbe parlato la Franzoni. E’ esistito davvero quest’oggetto? E chi lo avrebbe fatto sparire e perché? Potrebbe essere stato l’arma del delitto? Nell’armamentario della magia è sempre presente, oltre al pugnale, i pantacli, ed altro ancora, un candelabro. Quello di Samuele fu un omicidio maturato in questi ambienti? Nell’ottica esoterica, l'arma che ha ucciso il bambino è introvabile perché, impregnata del sangue del bambino, è divenuta un feticcio rituale e, perciò, portata via dall'assassino. Se qualcosa del genere è accaduta a Cogne sarà molto difficile trovare l’arma del delitto se non si trova prima l’assassino. Cosa che potrebbe essere tutt’altro che facile perché i crimini satanisti sono commessi segretamente, in modi imprevedibili, senza un apparente motivo e, molto spesso, vengono imputati ad esplosioni di follia. E’ assai difficile, per colui che non è esperto in questo campo, identificare gli indizi rituali sulla scena di un delitto, che, non di rado, possono sembrare, a prima vista, insignificanti. Che non sia per questo che è così difficile decifrare lo spaventoso omicidio di Cogne? ---------------------------------- Jack lo Squartatore e il Mostro di Firenze: inquietanti analogie
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Di tutti i crimini seriali, quelli attribuiti a “Jack lo Squartatore”, sono tra i più efferati. Le povere vittime, tutte prostitute, furono: Mary Ann Nichols uccisa il 31 agosto 1888 a Bucks Row, le fu tagliata la gola e fu mutilata all’addome; l’8 settembre fu la volta di Annie Chapman, trucidata ad Hanbury Street, l’assassino le tagliò la gola e le mutilò orribilmente il ventre e gli organi sessuali; il 30 settembre toccò ad Elizabeth Stride, a Berner Street, fu trovata con la gola squarciata; lo stesso giorno fu trucidata Catherine Eddowes, a Mitre Square: gola recisa e mutilazioni orribili al viso e al basso ventre; Mary Jane Kelly, fu seviziata il 9 novembre, a Miller’s Court, gola recisa e tutto il corpo mutilato nella maniera più atroce tanto che fu definito il delitto più spaventoso di Jack lo Squartatore e ricordato come “l’Orrore di Miller’s Court”. Cinque povere vittime in sole dieci settimane da incubo in quel lontano 1888.
Nessuna di queste donne fu violentata, tutti i corpi presentavano orrende mutilazioni e si parlò anche allora di mutilazioni “rituali”, come nel caso dei terribili delitti di Firenze (commessi, questi ultimi, in fase di luna nuova, con l’escissione del pube di alcune delle giovani donne. Ben cinque coppie su sette sono, poi, state barbaramente assassinate il sesto giorno della settimana, cioè di sabato, giorno, particolarmente, importante nella magia nera e in quella satanica, ma gli elementi rituali sono tanti altri ancora). Jack lo Squartatore, dopo l’ultima vittima, sembrò volatilizzarsi nel nulla, di lui Scotland Yard conserva ancora un fascicolo aperto: non si è mai riusciti ad identificarlo e anche sul “mostro” (o i “mostri”) di Firenze regna ancora il più assoluto mistero.
Le vittime fiorentine furono 14. Furono delitti esoterici, questo ormai è incontestabile. Lo ha detto il capo della squadra mobile, Michele Giuttari, sottolineando che <<abbiamo le prove documentali>>. Si tratta di alcune foto che ritraggono tre cerchi simbolici, a pochi metri dal luogo dove le ultime vittime, i due turisti francesi, si erano accampati. Secondo gli esperti di essoterismo, i cerchi rappresentano un rituale. Gli omicidi sono avvenuti, quasi sempre, di sabato. Curiosità. Lo stesso Pacciani sarà trovato morto, pure, di sabato, intorno alla mezzanotte (21/22 febbraio 1998). Le vittime, uccise sempre con una Beretta calibro 22, furono: Stefania Pettini e Pasquale Gentilcore (14 settembre 1974), il corpo della ragazza fu orribilmente deturpato, le furono inflitte ben novantasei ferite da taglio nel torace e nella zona pubica e le fu infilato un tralcio di vite nella vagina; Carmela De Nuccio e Giovanni Foggi (6 giugno 1981), alla disgraziata giovane fu reciso e prelevato il pube.
Susanna Cambi e Stefano Baldi (22 ottobre 1981), sono stati assassinati di giovedì, alla donna fu asportato totalmente il pube con tre tagli netti; Antonella Migliorini e Paolo Mainardi (19 giugno 1982), a differenza della altre volte sul corpo della donna non furono compiuti scempi; Jens Uwe Rush e Friedrich Meyer (9 settembre 1983), due ragazzi tedeschi in vacanza, forse fu un errore del “Mostro”; Pia Rontini e Claudio Stefanacci (29 luglio 1984), alla poveretta viene asportato il pube e la mammella sinistra. L’ultimo omicidio è quello di Nadine Mauriot e J. Michel Kraveichvili (8 settembre 1985), anche stavolta si ripete il macabro rituale, alla donna viene asportato pube e seno sinistro.
Oltre a questi omicidi vennero compiuti, in quel periodo, tanti altri omicidi misteriosi; su “Il Giornale” del 19 Marzo 2001, in un articolo a firma B. Gualazzini, si legge, tra l’altro: <<…va detto che la scia di morti ammazzati lasciati dietro di sé dal mostro, secondo molti di coloro che si sono interessati, a vario titolo, di questo incubo, tuttora senza colpevoli convincenti, conterebbe tra i fidanzati uccisi, le loro amiche e altri che ne sapevano troppo, omosessuali, lenoni e prostitute almeno 35 vittime…>>.
Sull’identità di Jack si fecero, analogamente ai fatti di Firenze, una ridda di ipotesi ma non si giunse a nulla di concreto. Tutto fu reso più difficile e complicato per la misteriosa sparizione di documenti e reperti. Tra le tante congetture, la più inquietante è quella che ipotizza che “Jack lo Squartatore” facesse parte di una sètta satanica ed i suoi, in realtà, erano paurosi rituali di morte decisi dalla congrega, che esigevano sacrifici umani. Analogamente la pista che percorrono ora gli investigatori delle sfortunate coppie fiorentine punta su una pericolosissima sètta che avrebbe commissionato gli omicidi. Se il nome della feroce sètta è, come sostiene taluno: "La rosa rossa", si può pensare che la misteriosa confraternita potrebbe avere parentele strettissime con “L’Ordine della Roseae Rubeae et Aureae Crucis”. Vediamo meglio di che si tratta e quali sarebbero le analogie tra i delitti di Jack e quelli di Firenze.
Nel panorama dei movimenti magici, alcune organizzazioni, di origine inglese, con importanti filiazioni italiane, che hanno rilevante spicco e profonda conoscenza di certe ritualità, in relazione all’utilizzo tenebroso della magia sessuale, si collegano agli insegnamenti segreti del mago inglese Aleister Crowley (1875-1947). Egli fu iniziato all’Ordine della società esoterica “Hermetic Order of the Golden Down”, presieduta dal mago Samuel Liddel Mathers sposato con la sorella del filosofo Henri Bergson, Moira. Nel tempo furono fondate altre società, collegate, in qualche modo, alla “Golden Dawn” che, a sua volta, si divideva in tre Ordini. Il primo ordine, o della Golden Dawn in Outer, comprendeva i primi cinque gradi inferiori. Il secondo Ordine fu fondato nel 1891, quando un adepto, “frater Lux e Tenebris”, passò a Mathers i rituali necessari per stabilire un Ordine Interno, un Secondo Ordine: l’Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’Oro (Roseae Rubeae et Aureae Crucis).
Sulla base delle rivelazioni fornite, fu stabilita anche una “Cripta degli Adepti”, che divenne l’organismo guida dei Templi della Golden Dawn. Il terzo ed ultimo Ordine era riservato ai Capi Segreti. Il nome “Rosa Rossa+Croce d’Oro” richiama immediatamente al simbolismo esoterico massone. La sètta dei Rosa+Croce, fondata nel XII secolo da Raimondo IV, conte di Tolosa, uno dei capi della prima crociata fu, in un certo senso, d’ispirazione, nel XVIII secolo, alla Massoneria. A proposito della “Golden Dawn” è interessante sapere che si verificarono eventi strani e inquietanti, dopo un anno dalla sua fondazione; si registrarono a Londra, infatti, parecchi crimini sessuali, da taluni addebitati a segreti rituali dell’Ordine, relativi ad un particolare tipo di alchimia sessuale.
Vittorio Fincati nel suo saggio (2° ediz. Aggiornata) “I mostri di Firenze e l’alchimia” (Carpe Librum, Nove (VI) 2001), scrive che: <<…interpretazioni devianti dell’alchimia – quella stessa che secondo Renè Guénon sarebbe degenerata a partire da Basilio Valentino e Paracelso – sono ben evidenti nelle opere manoscritte e a stampa di un gran numero di scritti di derivazione paracelsiana, in cui primeggiano quelli che parlano della confezione di elixir di lunga vita o nel famoso Testamentum Fraternitatis Rosae et Aureae Crucis, nel quale si afferma, senza possibilità di interpretazione allegorica, di impossessarsi di parti di cadaveri, umani e/o animali e di aggiungervi sangue umano e/o animale al fine di ottenere delle realizzazioni di ordine magico-stregonico…>>. Ottenere potere, forza, salute, e chissà cos’altro ancora.
Ritualità estreme. Il medico e mago, Franz Hartmann, scriveva che i corpi di quelli, morti violentemente, uccisi, <<...hanno grandi poteri occulti. Essi non contengono vita, bensì il balsamo della vita, ed è anche una fortuna che questo fatto non sia pubblicamente conosciuto, perché se persone mal disposte conoscessero queste cose e l’uso che se ne può fare, potrebbero servirsene per stregonerie e scopi malvagi, e infliggere agli altri molte sofferenze...>> (Franz Hartmann, Il mondo magico di Paracelso, Mediterranee, Roma 1982). Theophrastus Paracelsus (1493-1541), il mago del Cinquecento, era anch’esso convinto che ad una persona morta d’improvviso e violentemente, può essere captato, da un esperto occultista, il suo corpo astrale e questi se ne può servire per gli scopi più diversi ed orribili. La dottrina esoterica orientale insegna la medesima cosa.
Dopo i delitti, i poveri corpi delle donne, sia nel caso di Jack lo Squartatore, sia in quello del Mostro di Firenze, sono stati mutilati. A. Corbin in “La violenza sessuale nella storia” (Laterza, Bari 1992) racconta che le vittime dello “Squartatore”dopo essere state uccise subirono: <<mutilazioni sessuali, effettuate da mani che apparivano esperte, abbastanza al corrente dell’anatomia femminile. (…) l’assassino, come rilevò il dott. Halsted dell’ospedale di Londra, aveva prelevato certi organi del corpo che nella buona società di solito non si nominano…>>. Dovette presentarsi agli investigatori uno spettacolo atroce. Corbin, nell’opera citata, è molto esplicito: <<…Winne Baxter rivelò che l’assassino aveva prelevato l’utero dal corpo della vittima… e che con queste mutilazioni aveva dato prove di sicure conoscenze anatomiche>>. <<In numerosi casi, tagliò le parti genitali interne ed esterne, portandole con sé…>> (Krafft-Ebing, Psychopathia sexualis, Payot, Paris 1931).
Analogamente, nei delitti di Firenze, a quattro delle sei donne uccise fu escisso il pube con tagli netti e precisi, quasi da professionista e le ultime due furono anche mutilate del seno sinistro. Sinistri feticci sessuali da usare in orripilanti rituali satanici o di magia nera. Da questi abissi di tenebra emergono, infatti, indizi inquietanti che farebbero, appunto, supporre che il <<secondo livello>>, ipotizzato da Giuttari e Lucarelli nel libro “Compagni di sangue” (Le Lettere, Firenze 1998), potrebbe essere costituito da una “schola” dei misteri, con una sua origine che si perde nei secoli e arriva fino ai RosaCroce, celata dietro ai delitti di Firenze e a quelli attribuiti a Jack lo Squartatore, che si tramanda nei secoli, da adepto ad adepto, terrificanti rituali.
C’è dell’altro che accomuna il Mostro di Firenze allo squartatore. A Nadine Mauriot, la donna della coppia assassinata l’8 settembre 1985, anche in questo caso, viene escisso il pube e il seno sinistro. Il giorno verrà spedito un lembo del seno della poveretta al sostituto procuratore Silvia Della Monica. Anche Jack sfidò gli inquirenti, oltre che lasciando indizi sulla sua identità, egli indirizzò a giornali e commissariati i macabri souvenir delle sue imprese. Più volte gli ispettori, che indagavano su The Ripper, ricevettero plichi postali contenenti raccapriccianti resti umani.
A favore della tesi esoterica, dei delitti commessi dallo “Squartatore”, Giorgio Galli nel suo “Hitler e il nazismo magico” (Rizzoli, Milano 1997), scrive che Jack compare, contemporaneamente, alla nascita, nel 1887, dell’Ordine esoterico della “Golden Dawn”. In effetti, dopo circa un anno dalla fondazione dell’Ordine esoterico, si verificarono, a Londra, diversi spaventosi omicidi. Un collegamento tra alcuni particolari delitti e il satanismo era stato già suggerito dal giornalista Maury Terry che aveva scritto, in relazione a certi serial killer, che i loro crimini solo apparentemente sembrano incomprensibili, ma acquistavano significato se studiati in relazione a certi rituali satanici.
Jack lo Squartatore sarebbe stato in realtà l’avvocato Montague John Druitt, che morì, si disse, suicida. Nel 1964 lo scrittore Daniel Parson pubblicò una serie di prove, che attesterebbe che Druitt era adepto di una sètta satanica “Gli Apostoli” e che il suo non fu suicidio, ma un assassinio deciso dai membri della confraternita, per eliminare il pericoloso adepto, che avrebbe potuto portare a loro. Se si appurasse, dall’esito della perizia ancora non depositata, che, anche, Pacciani è stato assassinato per chiudergli per sempre la bocca, questa sarebbe un’altra inquietante analogia tra i due casi. Giorgio Galli, nel suo libro citato, in relazione a Montague John Druitt, scrive ancora: <<Il suo corpo con le tasche piene di pietre era stato ripescato nel fiume a pochi metri da Osiers, una dimora privata di Cheswick che veniva utilizzata per le riunioni di un club detto degli Apostoli, una società dai fini oscuri alla quale Druitt apparteneva e della quale erano membri molti aristocratici e anche un possibile erede al trono d’Inghilterra, Albert Victor (Eddy) duca di Clarence, nipote della regina Vittoria, a sua volta sospettato di essere the Ripper>>.
Galli osserva inoltre che <<L’accostamento delle date (il duca di Clarence si ammalò nel corso del 1890 e morì nel 1891 o secondo altri nel 1892) permette un’ipotesi: vi è una tradizione di magia sessuale e di magia nera, che provoca discussioni e divisioni nei circoli occultistici, che si rinverdisce con l’incontro tra Eliphas Levi e Bulwer Lytton, che in parte è presente nella fondazione della ‘Golden Dawn’ (1887), che può essere connessa con gli assassinii, verosimilmente, rituali del 1888, come tali presentati in una storia ritenuta fantastica negli anni Quaranta, ai quali segue una sorta di epurazione nelle società occultistiche. Queste vicende coinvolgono settori dell’aristocrazia inglese…>>. Analogamente, nei delitti di Firenze, si parla di personaggi molto potenti e insospettabili, che commissionarono i delitti e che avrebbero goduto di incredibili protezioni.
----------------------------------- IL MOSTRO DI FIRENZE:la pista esoterica
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Analizzando l’insoluto mistero del "mostro di Firenze" ci si accorge che non è stato sufficientemente approfondito un elemento importante, quello esoterico. L’assassino (o gli assassini?), preferisce agire in notti calde, non ha ucciso in inverno e in notti di luna piena. Ha scelto, infatti, sempre notti senza luna, precedenti o successive la domenica (è un elemento rituale?). Ha agito tra giugno e settembre e una sola volta in ottobre. Dal corpo delle vittime donne prende il feticcio cimelio, escissione del pube e/o della mammella (donna offerta come vittima sacrificale?). Tra gli investigatori che si sono occupati del caso, c’è chi pensa che le sue vittime sarebbero, in realtà, molte di più di quelle conosciute.
Gli omicidi seguono un rituale ben preciso e prestabilito. Ecco riassunti i trenta anni di delitti, scanditi da date-chiave.Tutto ha inizio il 21 agosto del 1968. Quella notte vengono uccisi, nelle vicinanze del cimitero di Lastra, a Signa, una coppia di amanti, il 29enne Antonio Lo Bianco e la 32enne Barbara Locci (non tutti attribuiscono, tuttavia, questo primo omicidio al "Mostro"). Sabato, 14 settembre 1974, è il turno dei fidanzati Pasquale Gentilcore, 19 anni, e di Stefania Pettini 18 anni. La donna viene colpita con 96 coltellate al torace e al pube. Alla fine l’assassino le infila, nella vagina, un tralcio di vite (ritualità?). Sabato 6 Giugno 1981, tocca ad altri due fidanzati, il 30enne Giovanni Foggi e la 21enne Carmela De Nuccio; alla poveretta viene asportato il pube.
Giovedì 22 ottobre dello stesso anno, è la volta di Stefano Baldi, 26 anni, e di Susanna Cambi 24. Anche a lei viene asportato il pube. Sabato 19 giugno 1982, vengono assassinati Paolo Mainardi di 22 anni e Antonella Migliorini di 19. Sabato 9 settembre 1983, è la volta di due maschi (un errore del mostro?) J. Uwe Rush e Friedrich Meyer, due amici tedeschi 24enni. Sabato 29 luglio 1984, sono massacrati il 22enne Claudio Stefanacci e la 18enne Pia Rontini, alla ragazza vengono asportati il pube e il seno sinistro. Domenica 8 settembre 1985, Nadine Mauriot di 36 anni e Jean Michel Kravechvili di 25, una coppia di conviventi. Anche in questo caso la donna viene mutilata del pube e del seno sinistro. E’ la prima volta che il mostro uccide di domenica. L’assassino, il giorno dopo, spedirà un lembo del seno al sostituto procuratore Silvia Della Monica.
In relazione a quest’ultimo fatto vi è un accadimento quantomeno inquietante. Andiamo con ordine. Sulla webzine "L’Aspide" (http://www.aspide.org/sommario.htm) è pubblicata l’inchiesta: "I Mostri di Firenze" firmata da un "Anonimo cistercense". All’inizio del documento la redazione spiega: "…siamo rimasti stupefatti quando una e-mail diretta al nostro Direttore e proveniente da fonte non identificabile, ci invitava a recarci presso l’antica Abbazia Benedettina di Trisulti, dove avremmo trovato un plico a noi indirizzato, contenente inedite verità sul/i mostro/i di Firenze. …il plico esisteva davvero e, inoltre, prometteva, per il futuro, altre rivelazioni. Il contenuto delle pagine che seguono è tratto dal plico anonimo che conteneva una perizia (anch’essa anonima) ‘in merito alla vicenda giudiziaria relativa ai delitti attribuiti al c.d. Mostro di Firenze, in base ad un’accurata analisi storica’. Noi la riportiamo, così come l’anonimo ce l’ha fatta pervenire, ed attendiamo altri sviluppi del caso…".
E’ in base a questo documento che riassumo i tre fatti che seguono. L’anonimo redattore ci informa di un accadimento quantomeno inquietante, pubblicato, spiega, da "La Nazione", che riportò solo le iniziali della giovane donna, che narrava quanto accadutole mentre era in treno nella zona di Scandicci. Il mostro aveva da poco assassinato i due francesi. La donna racconta che un signore, molto distinto, di mezza età, le rivolse la parola e le chiese se aveva timore a viaggiare da sola dopo quanto era accaduto e aggiunse: "Ma lei non legge i giornali?". Proseguì dicendole che in quel giorno era stato fatto pervenire al Sostituto Procuratore Della Monica un brandello di seno di una donna assassinata dal "mostro". La ragazza giunse a destinazione e dimenticò quello strano individuo e il truce racconto con l’orrido particolare. Quando venti giorni dopo, lesse sui quotidiani della lettera anonima alla dottoressa Della Monica accompagnata dal lembo di seno ebbe uno choc. Chi era quel misterioso uomo e come faceva a sapere di quell’altro terribile omicidio con venti giorni d’anticipo?
Sempre dall’anonimo cistercense un altro mistero. Riassumo anche questo caso. Tra i tanti misteri relativi al mostro di Firenze vale la pena ricordare quanto racconterà Natalino Mele, il figlio di Barbara Locci, la prima vittima. Egli era rannicchiato sul sedile posteriore dell’auto e semi addormentato mentre la madre e il suo amante Lo Bianco venivano assassinati. All’epoca della tragedia aveva otto anni. Egli avrebbe lamentato, anni dopo, da grande, di avere nella memoria tanti vuoti, black-out strani nella loro manifestazione che lo avrebbero convinto e portato a sostenere che le sue non erano parziali amnesie provocate da choc, ma qualcosa di diverso, di più complesso. Egli, in sostanza, sosterrebbe di essere stato vittima di un "lavaggio del cervello". Se è andata così, chi avrebbe sottoposto alla tecnica del "brainwasch" il giovane? Non è neppure dato sapere a cosa è dovuta questa convinzione e neanche se l’essere stato sottoposto a tale intervento gli fu prospettato, come diagnosi finale, da qualche medico che, dopo aver studiato il suo caso, si espresse in tal modo. Sta di fatto che la cosa non fu mai presa nella dovuta considerazione.
Infine l’ultima vicenda narrata dal misterioso anonimo redattore si svolge quando Pietro Pacciani, nel ’96, tornò a casa assolto dalla Corte d’Assise d’Appello. Nella sua abitazione di Mercatale non trovò sua moglie Angiolina. Nessuno sapeva dove era finita l’anziana donna. Era fuggita o era stata portata via? Per quale motivo gli avvocati di Pacciani presentarono una denuncia per sequestro di persona e contro chi? Si seppe che qualcheduno dei vicini di casa vide la donna, che si dibatteva e urlava, trascinata via di forza, quasi di peso e da diverse persone. Sembra che la poveretta sia stata internata in una casa di cura, ma per quale motivo? Da parte del Servizio Sociale o il tutto fu deciso da personaggi influenti? Sembra anche che il suo internamento sarebbe stato deciso dal Servizio Assistenza Sociale della USL. Le carte della richiesta di ricovero e il motivo erano sparite. Sembra che qualcuno abbia voluto far tacere Angiolina, ma perché? Questo qualcuno è colui che poi ha ucciso Pacciani? Perché Pietro Pacciani, verosimilmente, è stato assassinato. A marzo 2001 la procura di Firenze apre un fascicolo contro ignoti sul decesso dell'agricoltore morto nel '98, mentre era in attesa del secondo processo d'appello.
Tra le tante cose inspiegabili del personaggio Pacciani vi è la sua incredibile disponibilità economica che "…iniziava a crescere vertiginosamente proprio a partire dagli anni del ciclo seriale degli omicidi… lascia effettivamente pensare alla presenza di un secondo livello, che ordinava i delitti e riceveva le parti asportate alle ragazze uccise… Questa disponibilità finanziaria e patrimoniale equivale, secondo i calcoli presentati nel processo da un legale di parte civile, ad una cifra attuale di circa 900 milioni di lire. Dall’analisi dei movimenti di quel denaro si poteva constatare che l’acquisto della quasi totalità di buoni era avvenuto tra il 1981 e il 1987 e, cioè, nell’arco di tempo, in cui erano stati realizzati i delitti con le macabre asportazioni" (Michele Giuttari e Carlo Lucarelli, Compagni di sangue, Le Lettere, Firenze 1998). Come poteva Pacciani possedere tanto denaro? Chi gli ha dato tutti quei soldi e per cosa?
Come spiegare, poi, tutte quelle strane morti come quella di Renato Malatesta, coniuge di Antonietta Sperduto, che era stata oggetto di violenze da parte di Pacciani e Vanni, e padre di Milvia Malatesta, bruciata nella sua Panda con il figlio Mirko di 3 anni nel 1993? Malatesta fu trovato impiccato il 24 dicembre 1980 nella stalla della sua casa. Francesco Vinci fu invece trovato morto con un pastore, Angelo Vargiu, in un'auto nel '93, pochi giorni dopo la morte di Milvia Malatesta e del suo bambino. Vinci avrebbe avuto una relazione con la Malatesta. Il figlio di Vinci conviveva con una prostituta, Anna Milvia Mattei, trovata anche lei uccisa, con il fuoco, il 25 maggio del '94. Cinque morti: Vinci, Vargiu, la Malatesta ed il bimbo, la Mattei e, forse, il sesto sarebbe Pacciani. Uccisi da chi? E perché?
E c’è anche il mistero del pittore C. F.. Di quali segreti è a conoscenza l’artista svizzero, di spessore internazionale, che risiede in Francia, ma per tre anni aveva occupato due suites di una villa situata su una collina, tra San Casciano e Mercatale? Nel citato libro di M. Giuttari, capo della Squadra Mobile di Firenze dove ha dato una svolta decisiva al caso del "mostro", portando alla luce elementi del tutto nuovi che erano stati trascurati e C. Lucarelli, scrittore di gialli, leggiamo che, tra l’altro, dove visse il pittore furono trovati: "Armi e un’abbondante documentazione pornografica. C’era un revolver calibro 38, alcuni coltelli particolari, foto raffiguranti scene pornografiche impressionanti, molto simili ad alcune scene dei delitti. C’erano numerosissime riviste pornografiche di edizione francese, disegni e quadri raffiguranti, prevalentemente, una femminilità violentata e deturpata… I proprietari della villa e l’artista francese risultano dediti alla magia, così come Pacciani… Tra il materiale sequestrato, c’era una rivista francese… che riproduceva nudi femminili con varie menomazioni, come il taglio del seno sinistro e del pube…" (ibid).
Il pittore, recentemente, sarebbe uscito di scena. Lui con il mostro di Firenze non c'entrerebbe nulla. E' soltanto una persona informata sui fatti. Il pittore sarebbe passato dalla posizione di indagato per detenzione di armi, in un procedimento collegato alle vicende del mostro, a teste dell'accusa nell'inchiesta ter sui duplici efferati delitti. L’interesse degli investigatori ora si potrebbe spostare sulle due donne, proprietarie della villa di San Casciano. E’ possibile che siano state loro a cercare di scaricare su Falbriand tutti i sospetti, forse, per sviare l'attenzione degli inquirenti dalle pratiche poco limpide (magia nera? satanismo?) che si sarebbero svolte nella villa?
In tutto, i delitti sicuramente accertati del "mostro di Firenze", se escludiamo la coppia di amanti Lo Bianco e Barbara Locci, furono 14. Quattordici è un numero importante in esoterismo, al punto che qualcuno si è chiesto se può esserci un riferimento alle morti delle 14 coppie di giovani nel mitologico Labirinto del Minotauro. Il numero 14 ha l’equivalente nella lettera ebraica nun. Il simbolo arcano di questo numero, scrive Isidore Koznimsky, è: "…Osiride mutilato. La mitologia racconta che Set, dopo aver assassinato Osiride, ne tagliò il corpo in 14 parti" (I. Kozminsky, I numeri magici, Garzanti – Vallardi, Milano 1978). Potremmo, in relazione ai tragici fatti di Firenze, trovarci dinanzi all’esito di feroci rituali di morte, commissionati da una potente sètta satanica bisognosa di un certo genere di feticci. E, poi, c’è la ricorrenza del numero tre, simbolizzante la tripla natura de
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