Sull'assalto le versioni contrastanti delle forze dell'ordine. Prosciolti i 93 no global arrestati alla scuola Diaz. Paolo Cento: "Ora un'inchiesta parlamentare".
GENOVA - Dopo l'archiviazione per il carabiniere Mario Placanica accusato dell'omicidio di Carlo Giuliani durante il G8 di Genova, oggi quella per i 93 no global arrestati la notte del 21 luglio 2001 nella scuola Diaz durante la violenta irruzione della polizia. I 93 sono stati prosciolti dall'accusa di aver compiuto atti di resistenza nei confronti delle forze dell'ordine.
In circa 13 pagine il gip Anna Ivaldi spiega le motivazione dell'archiviazione: "Dei funzionari di polizia sentiti - scrive il giudice - i soli a riferire di atti di resistenza sono alcuni appartenenti al reparto mobile ma, a fronte di tali dichiarazioni, vi sono quelle di altri poliziotti dello stesso reparto che li negano mentre affermano di avere, invece, constatato che molti di coloro che poi vennero arrestati presentavano lesioni".
Secondo gli indagati il personale di polizia si sarebbe accanito nei confronti di persone che non opponevano alcuna resistenza. Versione dei fatti, spiega il gip, che è la stessa che viene fuori dalle dichiarazioni degli stessi firmatari del verbale d'arresto che, affermando di essere arrivati "a cose fatte", hanno detto di aver visto le conseguenze della violenza esercitata sugli arrestati, mentre nessuna traccia di atti di resistenza che questi ultimi avrebbero opposto.
"Le dichiarazioni degli arrestati - prosegue il giudice Anna Ivaldi - trovano un importante riscontro nei referti medici relativi alle lesioni riportate: di essi 62 dovettero ricorrere alle cure del pronto soccorso dei vari ospedali; per tre venne riservata la prognosi e per 28 fu disposto il ricovero. Quasi tutti riportarono trauma cranico".
Il gip ricorda anche le dichiarazioni rese da un giornalista inglese che, accorso in strada perché aveva sentito gridare "carabinieri, carabinieri", sarebbe stato picchiato con violenza, senza che avesse fatto alcuna resistenza prima di venir aggredito.
Secondo quanto fu scritto nel verbale d'arresto l'irruzione della polizia avvenne dopo che un contingente di polizia, passando davanti alla scuola, era stato bersagliato da oggetti contundenti da parte di numerose persone e per questo fu supposta la presenza nella scuola di numerose "tute nere". All'arrivo della polizia un gruppo di giovani chiuse il cancello di accesso, poi forzato da un furgone dei reparti mobili della Pubblica sicurezza: secondo il gip, a carico degli indagati, non sussiste l'ipotesi di reato nella forma di violenza impropria.
Soddisfatto per l'archiviazione del caso l'avvocato Laura Tartarini, uno dei difensori dei no no global. "Crediamo - ha detto - che sia stato fatto un passo avanti per dimostrare la verità di ciò che è successo alla Diaz e un altro passo avanti è stato fatto nella dimostrazione di come la polizia, quella notte, abbia agito in modo illegale non soltanto con un pestaggio ingiustificato, visto che non c'è stata resistenza, ma anche con la falsificazione di prove così come sta accertando la magistratura".
E soddisfatto Vittorio Agnoletto, portavoce del Genoa Social Forum, che ha detto che "l'archiviazione di oggi dimostra che sotto denuncia erano finite le vittime di un assalto squadrista realizzato dalle forze dell'ordine".
Commenti anche da parte di Giulietto Chiesa, presidente onorario del Comitato Verità e Giustizia per Genova. "Non siamo sedotti dalla volontà di rivalsa e di vendetta - ha detto - non siamo ansiosi di vedere in prigione chi ha costruito prove false ma ci auguriamo che si arrivi a capire perché sia stata perpetrata una gravissima violazione di diritto". I disobbedienti hanno parlato di "un atto dovuto vista la montatura architetta dalle forze dell'ordine".
Da parte del verde Paolo Cento, la richiesta "di istituire una commissione d'inchiesta parlamentare perché non ci accontentiamo della condanna penale dei singoli responsabili ma vogliamo sapere chi ha dato la copertura politica allo scandalo della Diaz".
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