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Nepad, ovvero...
by sabrina Tuesday, May. 27, 2003 at 5:12 PM mail:

storia&analisi del Nepad

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NEPAD ovvero “ The new partnership for Africa’s development” É l’unione di due piani per lo sviluppo dell’Africa: il piano OMEGA del presidente senegalese Abdoulaye Wade e il piano d’azione per un partnerariato africano, MAP, dei presidenti Thabo Mbeki (Sud Africa), Obsanjo (Nigeria) e Abdel Aziz Bouteflika (Algeria), entrambi incentrati sulla rinascita economica del continente. È stato voluto dalla Organisation of African Unity, presentato al summit di Lusaka l’11/7/2001. Il summit fu seguito da una ampia partecipazione dell’organizzazione in incontri internazionali (tra cui il G8 di Genova, l’ECOSOC dello stesso anno e meeting sui diritti umani e sviluppo economico dell’Africa), volte a ottenere consensi e supporto. Il progetto viene ufficialmente approvato nel summit del 23/10/2001 tenutosi in Nigeria. L’idea dichiarata dai fondatori è quella di una unione che permetta all’Africa di uscire dall’isolamento dal mondo della globalizzazione. Di superare il gradino che la separa dai paesi sviluppati. Gli stati africani devono unirsi per ottenere uno sviluppo in grado di rendere competitivo un continente ricchissimo di risorse. Sul sito www.nepad.org è possibile prendere conoscenza dei contenuti del piano di cui allego qui una parte. Ecco cosa prevede il NEPAD: CONDIZIONI PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE: A1. Pace, sicurezza , democrazia e buona gestione dei governi. A2. iniziative economiche comuni A3 approccio sub-regionale e regionale allo sviluppo. PRIORITA’ SETTORIALI B1 Colmare il divario nelle infrastrutture (tutti i settori, comunicazione, energia, trasporti, acqua e sanità) B2 iniziative per lo sviluppo delle risorse umane e per contrastare la fuga di cervelli. (riduzione della povertà, colmare il divario nell’educazione, salute) B3 Agricoltura B4 Iniziative per l’occupazione B4 Cultura (?) B5 Piattaforme tecnico-scientifiche C. RISORSE PER LA MOBILIZZAZIONE C1 Iniziative per il flusso di capitali (accrescimento delle risorse interne per la mobilizzazione – in questo campo è già stata attuata una unione doganale con l’abbattimento delle barriere -, riduzione del debito, riforma dell’ODA, flusso di capitali privati) C2 Iniziative per l’accesso al mercato (diversificazione della produzione, agricoltura, industria mineraria, turismo, servizi, promozione del settore privato, promozione delle esportazioni, rimozione delle barriere non tariffarie.) PRINCIPALI OBIETTIVI Rendere l’africa attrattiva per gli investitori stranieri Sfruttare le vaste potenzialità del continente Alzare il prodotto interno lordo del 7% annuo di qui ai prossimi 15 anni Assicurare che il continenti arrivi a soddisfare gli Internetional Development Goals (IDGs) Aumentare gli investimenti per lo sviluppo delle risorse umane Promuovere il ruolo delle donne in ogni attività Promuovere l’integrazione economica regionale e intercontinentale Come si può notare si continua a il sottolineare l’importanza dei contatti commerciali intercontinentali, della capacità di aprire negoziazioni commerciali in modo da rendere l’Africa in grado di mobilizzare risorse esterne per il proprio sviluppo. Quindi non uno sviluppo dell’Africa per l’Africa e secondo la sua cultura ma uno sviluppo dell’Africa secondo e dettami del FMI e della Banca Mondiale, tra i maggiori sostenitori di questo progetto, un progetto evidentemente mirato a far rientrare il continente nel numero dei “paesi virtuosi” cioè schiavi del sistema economico globale. Secondo il sito ufficiale le aree di intervento del NEPAD per ottenere lo sviluppo sono: pace sociale, sicurezza, buona gestione dei governi, accesso al mercato, differenziazione dei settori di import export, tecnologie dell’informazione e sviluppo delle strutture di base, sviluppo umano continuato, meccanismi di finanziamento e investimento Pace sociale, sicurezza e buona gestione dei governi sono considerati requisiti base per lo sviluppo in quanto hanno la capacità di rendere il paese più attrattivo per gli investitori, soprattutto stranieri. Questo è il secondo degli obiettivi principali dichiarati dal Nepad. Risulta evidente che questi privati non faranno mai nulla per nulla, che questi personaggi stranieri dei quali ci si vogliono ingraziare i servigi verranno in Africa con l’unico scopo di ottenere il maggior utile possibile, e in questa visione non risulta rientrino considerazioni a carattere sociale. Gli investitori sono giudicati fondamentali per raggiungere la disponibilità di denaro richiesta dal progetto.Il NEPAD avrà per l’Africa un costo annuo pari al 12% del suo pil globale (45milamiliardi di FCFA). Nel NEPAD manca in sostanza qualsiasi riferimento alla popolazione come se i leaders avessero la capacità di decidere che la liberalizzalione, la privatizzazione e l’inserimento nel mercato globale siano la soluzione migliore per milioni di africani. Verranno sviluppate politiche economiche basate sugli interessi dei grandi investitori e delle grande aziende che verranno imposte alla popolazione e serviranno solo a rendere il povero ancora più povero. Si parla di privatizzare settori come la sanità l’elettricità, l’acqua e l’istruzione. Tutti presi a sottolineare l’importanza dell’intervento degli investitori stranieri, i fondatori non tengono in conto le micro imprese che in Africa sono la stragrande maggioranza e che non avranno mai accesso ai piani di sviluppo ma che sarebbero in realtà il punto di partenza per un piano per l’occupazione (soprattutto per le donne). Moltissimi sono invece i progetti destinati ad imprese medio-grandi. Quindi privatizzazione, la banca Mondiale sostiene che l’ammontare degli investimenti privati nel settore pubblico dei paesi in via di sviluppo deve essere del 70%! E poi si scopre che in Francia Germania e Giappone la privatizzazione del settore delle infrastrutture è rispettivamente del 13, 9, 14%. Per cio' che riguarda il debito, si parla solo di una sua riduzione e non ne viene richiesta la totale eliminazione. Non si trova alcun cenno all’applicazione di sgravi fiscali alle parti più deboli della popolazione e nemmeno di sviluppare un sistema differenziato di tassazione. I programmi di sviluppo e per la creazione di nuovi posti di lavoro sono finora state realtà disconnesse dall’economia nazionale e dal substrato culturale. In sostanza, un disastro totale, la nuova colonizzazione dell’Africa. Ecco un esempio di cosa hanno fatto privatizzazione e FMI in Nigeria (da Negrita di aprile, articolo sul libro di Jean Ziegler “la privatizzazione del mondo” dati citati nel libro): in Nigeria la povertà è altissima, solo il 3% del territorio è coltivabile e per sei mesi all’anno i contadini vi lavorano 14 ore al giorno per un piatto di miglio a pranzo e uno di manioca la sera. Ha un debito estero (cioè col FMI) maggiore a 1,7 miliardi di dollari. Alla riunione di Niamet, il FMI obbliga la Nigeria ad impegnarsi ad utilizzare la maggior parte dei proventi dell’esportazione per sanare il debito. Nel 2001 il capo del governo nigeriano dichiara a Ziegler di essere in totale balia del FMI, avere buoni rapporti con esso è un requisito fondamentale per entrare in contatto con altre organizzazioni internazionali comprese ong. Insomma nel 2001 viene privatizzata la telefonia mobile e i proventi, che dovevano servire per costruire scuole, sono finiti interamente in mano al FMI. Alla Nigeria alla fine è stato imposto di privatizzare il SISTEMA VETERINARIO. Il risultato è ovvio: le medicine sono diventate carissime perché vendute da faccendieri che se le procurano a 1000km di distanza sulla costa atlantica, il più delle volte sono scadute; dilagano le epidemie e famiglie intere perdono tutto, ma esattamente TUTTO; come se non bastasse l’organizzazione mondiale del commercio (WTO) impone misure di controllo rigidissime per il bestiame da esportazione, solo che anche le visite per i certificati sono private e carissime. Forse allora diventa troppo facile collegare la smania di privatizzazione del NEPAD con l’appoggio di FMI e World Bank. A chi andranno i soldi della svendita dell’Africa? Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito o leggere l’analisi dalla quale ho preso spunto per le mie considerazioni firmata da Zo Randriamaro (GERA programme menager) e l’allegato del testo costitutivo del NEPAD (entrambi in inglese). sabrina

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