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http://italy.indymedia.org/news/2003/06/301450.php Invia anche i commenti.

boicottare israele? perche!
by palestina libera Thursday, Jun. 05, 2003 at 12:32 PM mail:

ecco 100 buoni motivi

BOICOTTA I PRODOTTI ISRAELIANI

no all’occupazione israeliana!

no al commercio sionista!

Si è conclusa in questi giorno la campagna di boicottaggio su i prodotti direttamente o indirettamente prodotti dallo stato di Israele . Perché e stata scelta questa forma di protesta ad incentivare le lotte già in corso sia in territorio palestinese che nel resto del mondo?

Israele ha sostanzialmente una economia che rispecchia quella dei paesi occidentali e nella fattispecie l’economia americana. Il sistema economico sionista è ad economia mista, con il settore pubblico che occupa circa il 45% dell’attività economica. La distribuzione del prodotto interno lordo vede al primo posto il settore dei servizi con l’ 81% a seguire l’industria:17% e l’agricoltura con il 2%. Le principali produzioni industriali sono quella alimentare elettronica e petrolchimica. Dopo un attento studio dell’economia del paese si capisce subito che “la grande Israele” dipende totalmente o almeno in gran parte dall’andamento dell’economia occidentale e dai finanziamenti che essa riceve. Questi appoggi le permettono di mantenere un benessere generale della popolazione con tassi di disoccupazione minimi e di conseguenza di avere una classe diciamo “proletaria” pressoché inesistente. A conferma di ciò possiamo notare per esempio la crisi subita da Israele tra la fine del 2000 e l’inizio del 2001 a causa del crollo del nasdaq di new york (la borsa dei titoli tecnologici)e la successiva stagnazione della propria economia Israele non presenta risorse rilevanti sul suo territorio, non è mai stata considerata una regione dove poteva essere conveniente apportare finanziamenti, essa deve essere vista in un contesto geopolitico più ampio, la sua presenza in medioriente è necessaria per gli americani in quanto può esistere un controllo su un territorio da sempre considerato “a rischio”.

A sua volta Israele ha sempre praticato fin dall’inizio una forma di colonialismo particolare che non tende allo sfruttamento totale del territorio e delle risorse ma piuttosto a uno sfruttamento “fisico” della popolazione locale. i palestinesi diventano quindi la classe operaia israeliana, legata da contratto a tempo indefinito ….ad essere sfruttata. in questo modo la popolazione israeliana può permettersi un tenore di vita relativamente alto fornendo ai settori produttivi praticamente solo manodopera specializzata. In definitiva la vita di Israele dipende dalla produzione su larga scala con metodi tecnicamente avanzati e dal commercio con i paesi europei e con gli stati uniti, tutto questo possibile grazie agli aiuti e ai finanziamenti provenienti dai suddetti paesi. Per questo il boicottaggio se svolto correttamente può diventare un arma molto efficace. Adesso vediamo i settori dove può essere più incisivo.

A causa dello scoppio della seconda intifada molti settori dell’economia tradizionale israeliana hanno visto crollare il loro contributo al P.I.L. (prodotto interno lordo) l’attività agricola e quella edilizia hanno perso gran parte della loro importanza mentre il settore turistico ha visto una caduta del 54%. Il boicottaggio di questi settori ha quindi un valore prevalentemente simbolico, ciò non toglie che una campagna di contro-informazione possa essere comunque importante. Mente invece, per quanto riguarda il settore industriale, è importante dire che circa novanta aziende israeliane sono quotate al nasdaq di new york, i settori delle alte tecnologie e delle biotecnologie costituiscono circa il 54% dell’export israeliano. E’ proprio in questi settori dove è più rilevante portare avanti pratiche di boicottaggio facendo pressioni su i vari governi per disincentivare i finanziamenti verso Israele.

A questo punto veniamo a noi, l’Italia negli ultimi anni ha stipulato diversi accordi con Israele sia in campo economico-commerciale che di ricerca e sviluppo. Il 13 giugno 2000 è stato firmato a bologna un accordo che prevede la cooperazione in diversi settori come le biotecnologie l’agricoltura lo sfruttamento delle risorse e le telecomunicazioni l’accordo prevede lo stanziamento annuo di un milione di Euro. Altri accordi firmati precedentemente come quello commerciale stipulato con l’unione europea il 20 novembre del 1995 dall’ue-israel association agreement con pieno effetto nel 98. Grazie a questi accordi export italiano in Israele è giunto al quinto posto. E’ importante fare pressione affinché si arrivi al congelamento di questi accordi. L’unione europea e Israele inoltre hanno concluso recenti accordi per la cooperazione in campo scientifico e tecnologico. Israele fornisce all’Italia armamenti vari e componentistica per carri armati e aerei militari.

Una lista delle aziende italiane che cooperano con lo stato di Israele e dei prodotti da boicottare:

Generali assicurazioni (investimenti in campo assicurativo e finanziario)

Telecom (detiene la maggioranza della società telefonica Israeliana Golden lines)

CDB web tech (tecnologia della comunicazione,di cui il maggior azionista è anche proprietario della CIR acquirente in Itakia di una delle cinque licenze umts.)

Falck e Moratti (società finanziaria)

Syntek Bassetti(distribuisce in Europa una collezione tessile prodotta da una società Israeliana)

Fiat hitachi ,Fiat-iveco e fincantieri (forniture israeliane)

Zim israel navigation company (la più importante società di trasporto marittimo commerciale israeliana che ha sedi e società in compartecipazione in molte città italiane)

nel settore alimentare:

la hazira (biotecnologie agroalimentari presente in Italia tramite la Cois 94)

jaffa e carmel (esportazioni di prodotti ortofrutticoli)

Nel settore tecnologico e militare:

imi (produttrice di armamenti)

Rafael ( componentistica per carri armati)

Efrat (telefonia)

Naan irrigation systems

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