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Milano: scontri al San Paolo, cinque indagati
by dal corriere della sera Tuesday, Jun. 10, 2003 at 10:14 AM mail:

L’inchiesta sui tafferugli all’ospedale dopo l’accoltellamento mortale dell’autonomo Davide «Dax» Cesare. Accusato di lesioni un maresciallo dei carabinieri, imputati di resistenza aggravata 4 giovani dei centri sociali.


Arriva a un primo punto fermo l’inchiesta della procura di Milano sugli scontri avvenuti la sera del 16 marzo davanti e dentro l’ospedale San Paolo dopo la morte di Davide «Dax» Cesare, il giovane attivista del centro sociale «Orso» accoltellato durante una lite per strada. Un maresciallo dei carabinieri e quattro giovani dei centri sociali sono stati iscritti nel registro degli indagati. Il primo è accusato di lesioni, gli altri di resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Il carabiniere è stato identificato dopo che lui stesso si è riconosciuto in un filmato girato da un videoamatore quella sera. Nelle immagini, che sono agli atti dell’inchiesta, si vedono distintamente un carabiniere e un poliziotto, entrambi in divisa, che colpiscono un giovane a terra. È stato lo stesso carabiniere a presentarsi al suo comandante dopo aver visto le immagini, autodenunciandosi.
I quattro attivisti dei centri sociali, invece, sono stati riconosciuti e denunciati dalla polizia. Con loro sono state identificate in tutto una trentina di persone che quella sera presero parte agli scontri e alle devastazioni che riguardarono l’ingresso del pronto soccorso e alcune auto delle forze dell’ordine.
Era stato il ministro degli interni Giuseppe Pisanu ad invitare il capo della polizia e il comandante generale dell’Arma dei carabinieri «ad accertare con puntualità e precisione» se «il comportamento del personale delle forze dell’ordine fosse stato improntato ad assoluta correttezza». Una relazione del comando provinciale dei carabinieri e una della questura arrivarono sul tavolo del magistrato subito dopo l’invito del ministro.
Gli scontri cominciano quando un’auto della polizia si portò all’esterno del pronto soccorso del San Paolo dove, poco prima, è stato ricoverato «Dax» ferito da alcune coltellate, vittima di una lite accaduta in via Brioschi. Lungo quella strada, «Dax» e alcuni suoi compagni incontrano Federico M., 27 anni, che porta a spasso il proprio cane al quale ha dato il nome di Rommel, lo stesso del generale tedesco stratega della campagna d’Africa durante la seconda guerra mondiale. Sarebbe stato proprio quel nome e le accuse di essere un nazista a scatenare la rissa. Era accaduto lo stesso qualche giorno prima quando Federico M. non era riuscito a fronteggiare - come lui e i suoi familiari hanno detto - un’altra aggressione scoppiata sempre per il nome del cane. Federico era stato picchiato.
Sceso di nuovo in strada con il cane al guinzaglio la sera del 16 marzo, la scena si sarebbe ripetuta. Stavolta, però, in soccorso del giovane intervengono il padre, Giorgio (54 anni) e il fratello M. (17). Qualcuno di loro, secondo l’accusa, impugna un coltello e colpisce a morte «Dax». Tutti e tre saranno arrestati il giorno dopo.
La vittima viene portata subito in ospedale davanti al quale, più tardi, si radunano una quarantina di autonomi. Quando dall’interno del San Paolo giunge la notizia della morte di «Dax», all’esterno cominciano i tafferugli. In un primo momento, le forze dell’ordine devono ritirarsi, ma la situazione si rovescia quando arrivano i rinforzi. I giovani vengono caricati e colpiti.
Nei giorni successivi, gli autonomi presentano 11 ricorsi alla magistratura per denunciare di essere stati aggrediti dalle forze dell’ordine. Spunta anche un filmato registrato quella sera da un videoamatore dal balcone di casa. Testimonia degli scontri e, almeno in un caso, degli eccessi del carabiniere e di un poliziotto.
L’inchiesta non è conclusa. Il pm Claudio Gittardi dovrà ancora valutare la posizione di molti degli autonomi e di alcuni agenti. Si avvarrà delle testimonianze raccolte, come quella di due medici del San Palo i quali, in una lettera al Corriere della Sera , hanno parlato di aggressioni da parte degli agenti all’interno dei reparti.

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