Presidio di una quarantina di attivisti di fronte all'ambasciata greca in risposta all'appello internazionale in solidarietà con i 7 arrestati all'EU Summit di Salonicco e tutt'ora detenuti nelle carceri greche.

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Il presidio ha avuto una valenza informativa e di denuncia della situazione repressiva che ha seguito il Summmit EU di Salonicco. Dopo circa un'ora dall'inizio del presidio, la polizia ha minacciato di identificare tutti gli attivisti presenti e di denunciarli per manifestazione non autorizzata.
In seguito alle minacce, sono giunti sul posto due furgono della polizia con una quarantina di agenti che hanno rimosso e confiscato gli striscioni appesi di fronte all'ambasciata greca. Gli agenti hanno assunto un attegiamento molto nervoso, considerando che il presidio si stava svolgendo in tutta tranquillità e che gli attivisti si trovavano addirittura dal lato opposto dell'ambasciata. Dopo essersela presa con le telecamere che documentavano l'azione 'se filmate vi spacchiamo la telecamera!' oppure 'non riprendete i nostri ragazzi in servizio, sono protetti dalla SIAE', hanno deciso di identificare due persone e di allontanare gli altri.
Davanti all'ambasciata greca erano presenti, insieme ad una quarantina di attivisti italiani anche due compagni di Simon Chapman che hanno raccontato la situazione legale di Simon, 'scagionato' da prove video e da diverse testimoninaze ma ancora detenuto in isolamento in un carcere di massima sicurezza a Salonicco.
I 7 attivisti ancora detenuti, sono in attesa dell'udienza di appello per il rilascio sotto cauzione presentata dagli avvocati. Gli ultimi aggiornamenti legali dicono che tutti gli attivisti dovranno probabilmente rimnere in carcere almeno fino alla fine di settembre.