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comunicato casa Gramigna
by casa Gramigna Saturday, Aug. 02, 2003 at 5:10 PM mail:

Ci sgomberate, parlate di legalità, ma vi dimenticate del nostro diritto ad esistere.

Venerdì alle h.6 del mattino la bioccupazione di casa Gramigna in strada Superga 21 è stata interrotta da uno sgombero su ordine dell’Ufficio Gestione del Patrimonio del Comune di Torino (ribattezzato per l’occasione olimpica in forma aulica e paradossale “Torino non si ferma”…). Nella stessa giornata, alla stessa ora, veniva sgomberato a Porta Palazzo lo stabile di via Gerdil 5, occupato da numerose famiglie di immigrati che si sono trovate in un batter d’occhio senza casa, con delle denuncie di occupazione abusiva e dei fogli di via.

L’ordine di sgombero è partito dagli uffici del Comune giusto dopo l’incontro fra il sindaco Chiamparino e il nuovo questore Poli, nell’onda delle polemiche di queste settimane in merito all’ordine pubblico e al bisogno di “sicurezza” in città.


La richiesta di liberare la cascina è stata motivata dal Comune come necessità di ristabilire una situazione di “legalità” e di riconsegnare all’”uso e bene pubblico” un edificio altrimenti utilizzato dagli occupanti. Così strada Superga 21 potrà finalmente ritornare alla rigorosa gestione pubblica delle ortiche, in attesa della sua vendita per rimpinguare le casse comunali ormai prosciugate dall’affare “olimpiadi 2006”.

Ci chiediamo quale sia la legalità e l’uso pubblico della proprietà comunali in questa città a cui si appellano Chiamparino e i suoi inservienti.
Forse quella del Lingotto (comprato dalla Fiat, ristrutturato con soldi pubblici e ridato alla Fiat)? Forse quella di un piano regolatore fatto a immagine e somiglianza degli interessi immobiliari della multinazionale automobilistica? Forse quella della miriade di appalti di edifici pubblici dati a cooperative e associazioni in cordata delle diverse correnti e lobby politiche-economiche che sostengono la giunta?
O forse – ancora – di quella più clamorosa – che porta il sindaco a perorare la causa di un CPT per immigrati minori a Torino, al di fuori della legalità della stessa orribile legge Bossi-Fini?

Di quale legalità parlano, di quella del partito del mattone o di quella dei bisogni di migliaia e migliaia di giovani uomini e donne senza casa, senza lavoro stabile, condannati alla precarietà a vita?

Proprio Chiamparino che si è riempito la bocca in questi anni sul dialogo con le diverse parti della società civile, è stato il primo ad imporre ai suoi collaboratori di non riceverci e trattare con noi. Forse perché non siamo i soliti polli di allevamento tirati su nei bei locali asettici del Comune ribattezzati ipocritamente “centri sociali” o nelle batterie dei bravi “ragazzi del 2006”?


Noi abbiamo semplicemente infranto una legalità (la proprietà pubblica abbandonata alla rovina) per affermare una legittimità: il diritto alla casa (anche per chi è single, immigrato, precario), il diritto all’autoreddito (vogliamo vivere delle nostre capacità coltivando e promuovendo il consumo di prodotti non o.g.m.), il diritto a una vita decente.

Crediamo che la questione giovanile – come la chiamano loro, i funzionari del Comune – non sia riducibile a un problema di socialità: di luoghi dove “socializzare” oggi a Torino c’è solo l’imbarazzo della scelta. I problemi sono altri. Sono quelli legati all’esistenza del lavoro e della vita sempre più precari, su di cui la recente legge Biagi dà un forte contributo nel peggio.
Chiediamo di essere ascoltati su questo, sulle nostre idee, dandoci libertà di creare e costruire applicando la nostra fantasia.

Il Comune e il suo augusto sindaco si sono dimostrati sordi e unilaterali, avviando lo sgombero e dunque aprendo formalmente il conflitto. Se dunque è questo che vogliono, a ciascuno le sue responsabilità.
Non basterà certo uno sgombero per farci abbandonare il campo.

Buone vacanze Chiamparino, noi siamo la tua erba maligna…

2 agosto, Torino, pianeta Terra.
i bioccupanti di Casa Gramignia
torino in "movimento"

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