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G8 e giustizia, bufera su Pisanu: "Non volevo attaccare i giudici"
by da repubblica Monday, Sep. 15, 2003 at 5:40 PM mail:

Il ministro si era detto "dalla parte della Polizia" e parlato di giudici "maramaldi". Poi il dietrofront: "La stampa ha frainteso". Centrosinistra all'attacco: "Parole inquietanti". Per Spataro, ex Csm, è una strategia precisa contro le toghe.


ROMA - Il ministro fa retromarcia ("Mai pensato di mettere in discussione l'operato dei magistrati di Genova), ma ormai la polemica è innescata. Per l'opposizione quelle pronunciate da Giuseppe Pisanu sono infatti parole che "inquietano", che rischiano di scatenare "una pesante guerra istituzionale", che "fanno male al paese e allo stesso ministro". Vere e proprie bordate, insomma, contro il titolare del Viminale che ieri, davanti ai militanti veneti di Forza Italia ha parlato di giudici "maramaldi" e si è detto, con riferimento alle violenze di Genova 2001 e ai 73 avvisi di fine indagine per i poliziotti, "dalla parte delle forze dell'ordine".

Quelle del centrosinistra sono reazioni dure, ma anche stupite. Lo dimostra per esempio il titolo in prima pagina di un quotidiano come l'Unità ("Un ministro perbene si adegua"), e in generale il tono di rammarico che si avverte nei commenti degli esponenti dell'Ulivo. Non è infatti un mistero che il titolare del Viminale sia considerato dall'opposizione, soprattutto dopo il suo atteggiamento moderato nell'affrontare l'emergenza estiva degli sbarchi di clandestini, una delle "facce presentabili" del governo Berlusconi. Che ieri però ha usato (forse anche per ragioni riconducibili all'aspro dibattito interno agli azzurri tra gli ex Dc e l'area laica) argomenti molto simili ai pasdaran del centrodestra.

Così l'opposizione respinge al mittente le critiche alle inchieste genovesi sulle violenze durante il G8 ("Siamo dalla parte della polizia, non si possono trasformare gli aggrediti in aggressore"), e l'affondo del ministro su Tangentopoli e il ruolo dei giudici ("La storia si è servita di qualche maramaldo in toga"). E mentre il leader di Rifondazione Comunista Fausto Bertinotti parla di "inquietante la scelta di parte del ministro" sui fatti del G8, la Cgil avverte che "le sue dichiarazioni sulla giustizia rischiano di scatenare una guerra istituzionale disastrosa e un pesante conflitto con le forze sociali e la società civile".

"In Forza Italia è cominciata la gara a chi le spara più grosse", dice il portavoce nazionale dell'Italia dei valori, Giorgio Calò. Per il partito di Di Pietro, infatti, "ora anche la 'colomba' Pisanu si lascia andare ad esprimere tesi assolutamente inaccettabili sia per i contenuti indecenti che per il linguaggio usato".

La Quercia vede nella uscita del ministro un input dall'alto, "affinchè tutta la Casa della libertà accenda lo scontro coi magistrati". Per la diessina Anna Finocchiaro "una forza democratica come i Ds non può che stare dalla parte dell'autorevolezza e della dignità delle forze dell'ordine", ma proprio questo, aggiunge la Finocchiaro, "la stessa cosa dovrebbe fare anche il ministro dell'Interno", stando particolarmente attento a eventuali errori, soprattutto se errori gravi, che possono essersi manifestati nella gestione dell'ordine pubblico durante il summit del luglio 2001. E ancora

Anche dai magistrati proteste e preoccupazione. "Si tratta di una operazione di marketing politico di basso livello, organizzata per promuovere una strategia precisa, tesa a screditare la nostra categoria", dice Armando Spataro, procuratore aggiunto di Milano e segretario nazionale del Movimento per la giustizia.

Laconica - ma significativa - la reazione che arriva infine dalla Procura di Genova. A nome dei colleghi che si sono occupati dell'inchiesta citata da Pisanu, un pubblico ministero ha rivolto a tutti "un caldo invito a leggere gli atti prima di parlare". Anche il procuratore capo Lalla ricorda che "si è lavorato tanto e bene, e prima di arrivare alle conclusioni ci siamo chiusi in conclave per tre giorni". E smentisce presunte divergenze negli uffici giudiziari del capoluogo ligure: "Nessuna spaccatura, ma solo una dialettica doverosa per un'indagine che ha molti elementi indiziari".

A questo punto a poco serve la precisazione fatta oggi dal ministro, che spiega: "Non ho mai messo e non intendo mettere in discussione l'operato dei magistrati di Genova". Secondo Pisanu, infatti, "alcuni commenti di stampa hanno arbitrariamente accostato due parti nettamente distinte del discorso che ho pronunciato, traendone conclusioni fuorvianti". In altre parole, sostiene il ministro dell'Interno, "è stata mescolata una valutazione politica sul presente con un giudizio storico sul passato". Resta però la definizione - non smentita - di "toghe maramalde" ai tempi di Tangentopoli, e la valutazione compessiva sulle vicende genovesi. Probabilmente abbastanza per tenere vivo lo scontro.


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