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Sabato come sconfitta. Un punto di partenza per dei pensieri.
by blicero Monday, Oct. 06, 2003 at 1:26 PM mail:

Cerco di riordinare un poco le idee dopo il corteo e le azioni di sabato. IL bilancio e' decisamente negativo, pero' come sempre da un punto di partenza negativo puo' nascere una critica che ci faccia muovere.

Sia le azioni che il corteo di sabato segnano in maniera abbastanza evidente lo stato di crisi di partecipazione, di rapporti di forza, di forme innovative del conflitto, di progettualita' politica dei movimenti.

Lo sapevamo gia', pero' vedere tutto questo dispiegarsi in maniera cosi' lapalissiana e' parecchio deprimente. Soprattutto perche' alla fine di tutto, sembra esserci un clima di totale assenza di autocritica, di totale inconsapevolezza di non aver portato a casa nient'altro se non reiterazione di cose gia' viste (belle o brutte che fossero, condivisibili o meno).

Dalle riflessioni per ora lette in giro traggo due strane sensazioni: da un lato le riflessioni meglio articolate non sono oggetto di commenti, mentre quelle che piu' ripetono gli schemi gia' visti del movimento disobbediente, piuttosto che di quelli che li detestano, con discussioni abbastanza trite e anche parecchio noiose alla fine, sono piene dei soliti battibecchi.

Il comunicato dei disobbedienti e' molto piu- interessante dei loro festeggiamenti seriamente fastidiosi sabato sera, e sembra mostrare un atteggiamento piu' aperto al ragionamento sui limiti di alcune cose (per lo meno potenzialmente) anche se lo trovo cmq intriso di una valutazione positiva di sabato che non sento appartenermi.
L'articolo con l'intervista sul manifesto a due partecipanti all'azione dell'Adecco contiene spunti di riflessione sulle prospettive di progettualita' politica che sento molto vicine alle mie; anche questa intervista pero' non ha nulla a che fare con l'azione a cui si riferisce. A parte questo e' largamente condivisibile :))

In generale mi pare che i commenti piu' scomposti parlino di ieri ma in maniera poco ricca di prospettive, mentre i documenti con piu' prospettiva non partano da una valutazione di ieri, ma da un riferimento tutto "interiore" ai punti da cui si era partiti per pensare le azioni di sabato.

Sabato si e' dato di fatto lo scenario in cui gli unici perdenti siamo noi: la polizia e' riuscita a tenere la piazza in maniera eccellente non lasciando il fianco a possibili attacchi (nb non vuol dire che non siano attaccabili, solo che sono stati furbi). Il governo risana in parte Genova. La sinistra istituzionale puo' prendere le distanze e rimettersi in carreggiata sull'asse "sinistre unite contro il cattivone" che tanto volevano sia centro/sinistra che rifcom. I settori moderati del movimento possono fare i loro distinguo. Chi voleva rialzare il conflitto per raccogliervi i sentori di "movimenti sociali" che stanno crescendo non e' riuscito a coinvolgere ne' a parlare a questi sentori, ne' a presentare opzioni piu' interessanti che non la cooptazione a ripetere.

La scelta di accettare il corteo all'EUR rendeva inevitabile il risultato di cui siamo stati testimoni. I blocchi e le azioni mattutine gia' erano un'idea che ci garantiva maggiore respiro, ma anche essi sono stati preda di una incapacita' organizzativa abbastanza grave. Insomma, disfatta su tutti i fronti.

Da questo panorama dobbiamo uscire con un idea piu' chiara di come costruire un radicamento piu' forte, che a mio parere deve renderci in grado di non essere movimenti politici (nel senso piu' deleterio dell'autonomia anche movimentista del politico) ma di essere individualita', reti, movimenti sociali, con un legame forte con le rivendicazioni di base che ci circondano e che richiedono di essere affrontate, con la capacita' di spingere sempre in avanti la soddisfazione dei nostri sogni e dei nostri desideri, disarticolando un pensiero forte che sta di fatto spopstando a destra l-asse culturale e antropologico in cui ci muoviamo, fino a far sembrare normale e auspicabile un esercito di 10000 uomini come deterrente alla volonta di esprimere un progettualita- radicalmente altra.

Surfare sull'onda di risacca e' faticoso, ma in alcune fasi non ci rimane molto altro da fare. Probabilmente non e' cosi' distante un sommovimento del fondale.

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