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http://italy.indymedia.org/news/2003/11/416218.php Invia anche i commenti.

URGENTE: Gruppo appoggio prigionieri di Salomicco
by mediattivista Thursday, Nov. 06, 2003 at 7:50 AM mail:

Lo scorso 21 giugno, durante le manifestazioni contro il vertice europeo dei Capi di Stato, realizzato a Salonicco (Grecia), piú di 100 persone furono arrestate, 29 di loro furono messe a disposizione giudiziale e di queste 8 furono poste in carcere preventivo (una di queste 8 persone si trova giá in libertá condizionata)

Lo scorso 21 giugno, durante le manifestazioni contro il vertice europeo dei
Capi di Stato, realizzato a Salonicco (Grecia), piú di 100 persone furono
arrestate, 29 di loro furono messe a disposizione giudiziale e di queste 8
furono poste
in carcere preventivo (una di queste 8 persone si trova giá in libertá
condizionata)

Dopo 3 mesi di carcere, uno dei compagni arrestati inizió uno sciopero della
fame per evitare la sua deportazione.
Dopo pochi giorni altri 4 detenuti antiglobalizzazione si unirono a questo
atto di protesta.
Queste 7 persone si trovano giá da più di 4 mesi in carcere, accusati di
possessione e uso di esplosivo, danni, resistenza a pubblico ufficiale,
disordine pubblico, possesione e uso di armi ed incendio.
Tanto il loro arresto come la successiva imputazione da parte della
giustizia greca si sono viste caratterizzate da una campagna mediatica
allarmistica, segnata da false informazioni dirette a indicare alcuni degli
arrestati como presunti lider anarchici, se non dei terroristi.
Le uniche prove che ci sono contro di loro sono le dichiarazioni della
polizia
che afferma che portavano zaini contenenti fionde,bulloni e/o cocktel
molotov (c'e un video in http://www.wombles.org.uk, nel quale si mostra
perfettamente come la polizia cambia lo zaino blu di uno degli accusati, con
un altro pieno di artefatti incendiari.

Durante i giorni 19, 20 e 21 giugno del 2003 si susseguirono diverse azioni,
manifestazioni e atti di protesta contro il vertice.
Sabato 21, una manifestazione partí dalla universitá verso il centro di
Salonicco e prima che questa terminasse, la polizia ( con l'uso di una
grande quantità di gas lacrimogeni e con cariche totalmente sproporzionate)
divise in due la manifestazione; una parte della stessa riuscí a ritornare
all'universitá, mentre l'altra rimase dispersa per le strade della cittá; fu
proprio lí che avvennero gli arresti:

120 persone furono arrestate,
23 furono messe a disposizione giudiziale con l'accusa di:
reati per danni aggravati,
resistenza a pubblico ufficiale,
disturbo della quiete pubblica,
incendio,
posseso e uso di armi.
8 di loro furono posti in carcere preventivo e inoltre
accusati di reato continuato di posseso e uso di espolosivo (cocktel
molotov)
Queste persone sono:

Soleiman (Castro) Dakduk, proveniente dalla Siria, in situazione irregolare
(senza documenti) e che
viveva in Grecia da 18 anni. Al momento del suo arresto si trovava
lontano dalla zona di scontro,
distribuendo volantini sul problema degli immigrati.
Si é aperto contro di lui un processo di estradizione, che se
portato a conclusione gli comporterebbe
una pena all' ergastolo che ha pendente in Siria per motivi
politici. Giá da tempo chiese l'asilo
politico che per il momento non gli é stato concesso.

Simon Chapman, di nazionalitá inglese quando lo arrestarono fu selvaggemente
picchiato dalla polizia
per almeno due ore, con manganelli, pugni e un martello, gli
cambiarono lo zaino con un altro pieno
di cocktel molotov, lo usarono come scudo umano, con la schiena
"carica" di materiale infiammabile,
di fronte ai manifestanti che si scontravano con la polizia.
Nel momento del suo arresto, si trovava solo ai margini della
manifestazione, cercando i suoi
compagni.

Carlos Martin, di nazionalitá spagnola, ha sofferto maltrattamenti durante
il suo arresto ( gli strapparono
ciocche di capelli e presentava gravi ematomi sulle braccia; ad Atene il
consule spagnolo ,che lo
visitó diverse volte, ha confermato questa informazione).
Portava un marsupio con documenti e qualche vestito, che fu
scambiato con uno zaino contenente
fionde e bulloni.
Nonostante si tenga in conto questa accusa, questo sarebbe un
delito minore.
Era previsto chedichiarasse il 25 giugno assieme ad altri detenuti,
imputati di analoghi reati, invece
(attravesrso un'accesa campagna mediatica di criminalizzazione che
lo associava al terrorismo
internazionale) fu ascoltato con un altro gruppo di arrestati, con
accuse piú gravi delle sue,
con la scusa che nel medesimo gruppo si trovava un altro spagnolo
,in modo da convocare solo
una volta l'interpetre ; cosí fu incarcerato provvisionalmente e a
partire da questo momento e in
forma totalmente aleatoria gli aggiunsero nuove imputazioni.
Tutti i detenuti che avevano dichiarato il giorno prima, imputati
di reati simili a quelli di Carlos furono
messi in libertà con o senza cauzione

Fernando Perez, anch' egli di nazionalità spagnola (Burgos) portava una
borsa con una maschera a gas;
lo accusano di tirare cocktel molotov e gli cambiarono lo zaino con
un altro pieno di fionde.
Durante il suo arresto lo picchiarono, arrivando a rompergli un
dente e provocandogli problemi di
respirazione e dolori al petto.

Spyros Tsisías, greco,ha soffero durante il suo arresto maltrattamenti e
minacce da parte della polizia.

Jonathan...... americano, dopo quasi un mese in un centro di internamento,
fu posto in libertá
condizionale a seguito delle pressioni dell'ambasciatore americano e
con l'appoggio del foro sociale
internazionale, con l'obbligo di presentarsi il giorno del processo.

Michalis Trikapis, greco, non avendo compiuto ancora, 20 anni, si trova dal
giorno del suo arresto nel
carcere minorile di Avlona.

Dimitris Friouras, anche lui greco, si trova nella stessa situazione del suo
connazionale Michalis.

La richiesta del pubblico ministero per ognuno di loro é dai 5 ai 20 anni di
carcere
e mentre si svolge il processo possono rimanere in prigione preventiva fino
a 18 mesi

Tutti gli accusati hanno denunciato di aver sofferto maltrattamenti e
irregolaritá durante il loro arresto, in questura e successivamente in
carcere.

Durante i giorni in cui si celebró il vertice, cosí come nelle successive
settimane, i mezzi di comunicazione, portarono avanti una fortissima
campagna di criminalizzazione contro i manifestanti antiglobalizzazione che
parteciparono al controvertice.
Capi di tutta la polizia europea erano presenti a Salonicco, seguendo
attraverso un grande monitor le manifestazioni (ritrasmesse in diretto por
decine di camere posizionate in tutta la cittá); i mass media greci hanno
diffuso molte informazioni confuse, allarmistiche e senza alcun fondamento,
la cui unica fonte possibile sembra essere quella poliziale.
Fino al giorno in cui furono messi a disposizione giudiziale, mercoledì 25
giugno, almeno due
televisioni statali e il principale giornale greco, Eleftherotipia,
diffusero la notizia che uno degli arrestati spagnoli fosse un “basco, lider
anarchico ricercato internazionalmente in tre Paesi dell' Unione Europea” o
anche "lider di una cospirazione anarchica internazionale".
Del compagno siriano Soleiman(sindacalista nella isola di Creta) hanno detto
che fosse "un maestro attivista per la cospirazione anarchica".

La impressione degli avvocati del gruppo legale é che la polizia cerca di
creare una falsa immagine di pericolosi anarchici e questo per aggravare la
situazione degli accusati spagnoli,
senza però nessuna prova a fondamento delle accuse.
Per renderci conto di quale fosse l' attitudine della polizia basta pensare
che, durante la sua dichiarazione davanti al giudice un membro delle forze d
'ordine, in borghese, si sedette nella sala, alegando "motivos de
seguridad". Questa pratica vulnera senza dubbio il diritto alla difesa, per
il suo effetto intimidatorio, completamente inusuale e di fatto non era
stato realizzato con nessun altro detenuto.

Le uniche prove a supporto delle tesi della polizia sono le borse che
affermano aver incontrato e le testimonianze poliziali; queste prove
presentano varie irregolarità e le dichiarazioni (rese solo dai poliziotti)
si contraddicono.

La loro attuale situazione va peggiorando,sono utilizzati come caprio
espiatorio davanti alla nuova legge antiterrorista greca, e alcune
accusazioni vengono sovrapposte ad altre in maniera tale da essere
suscettibili di essere cambiate in qualsiasi momento.

Questa situazione é totalmente assurda e sproporzionata. Ci troviamo di
fronte a uno stato desolante di non tutela del diritto di difesa dal momento
che il processo giudiziale si sta sviluppando senza nessuna
garanzia giuridica e processuale.

I due compagni minorenni (Michalis e Dimitri) si trovano nel centro
penitenziario minorile di Avlona-Atene (klistes fylakes anilikon
avlona-19011 avlona_grecia)
Gli altri si trovano in una prigione di Salonicco (diskastikes fylakes
diavaton salonicco-54012 Salonicco-Grecia)
Durante il primo mese di arresto tutti si trovavano separati e solo potevano
comunicare tra loro nel cortile (luogo in lui si recavano di rado a causa
del caldo asfissiante che ci fu quest'estate) e attraverso gli avvocati.
Successivamente Fernando e Carlos furono messi nella stessa cella. Durante
tutto questo periodo hanno potuto avere contatto diretto solamente con i
rappresentanti dell'ambasciata; le rimanenti comunicazioni sono consentite
solo attraverso un vetro e con un telefono.
Nonostante lo sciopero della fame sia previsio nel codice penale greco come
un diritto, da quando cominció, li fu impedito di uscire in cortile e tutte
le visite (ad eccezione di quelle degu avvocati) sono statesopresse.
Quando Fernando e Carlos iniziarono lo sciopero della fame furono portati in
una cella di 4 metri, al lato della cucina, senza acqua e con luce
permanente; da poco lo hanno portato in un 'altra simile,ma con
acqua e una telecamera che li controlla tutto il giorno.


L'assistenza legale dei detenuti é portata avanti da un gruppo di avvocati
penalisti senza alcuna pretesa di lucro, che si organizzó in principio per
difendere i manifestanti antiglobalizzazione del controvertice.

Il 30 giugno venne presentato ricorso chiedendo la immediata liberazione e
questo per le irregolaritá svoltesi nell' arresto, nella presentazione delle
prove e nelle stesse dichiarazioni poliziali (contraddittorie e confuse); la
richiesta venne respinta in settembre.
Successivamente ne fu proposto un altro, anch'esso respinto, che chiedeva la
libertá con cauzione dal
momento che le prove erano solo quelle della polizia e per il fatto che essi
potrebbero rimanere in carcere preventivo fino a 18 mesi.
Ci si appelló inutilmente a un tribunale superiore e questa settimana(dal 3
al 9 novembre) si presenterá altro ricorso al tribunale superiore di
giustizia.
La situazione di Soleiman Dackdouck é quella piú critica, non possiede
documenti in regola e nel suo paese tiene pendente una condanna all'
ergastolo. Lo misero in un centro greco per stranieri, il
processo tarderá, ma la sentenza sará sempre la stessa.
Per questo e data la sua condizione di sindacalista e oppositore nella sua
nazione d'origine, ha sollecitato asilo politico in Grecia che peró fino ad
ora non ha ottenuto risultati soddisfacenti.
La decisione di Soleiman (Castro) di iniziare uno sciopero della fame fu
presa a causa dell'attitudine delle
autoritá giudiziarie greche che giá hanno considerato l'accusato colpevole,
violando in questo modo la presunzione di innocenza .Di fatto la sua
carcerazione é fondata esclusivamente sulla opinione diffusa della sua
presunta pericolositá e della possibilitá (ipotetica) che commetta reati se
si trovasse in stato di libertá.
È ovvio che con queste carcerazioni sipretende dare un castigo esemplare a
membri del movimento antiglobalizzazione (movimento del movimenti)


Il compagno Castro inizió il 21 settembre uno sciopero della fame indefinito
per impedire la sua deportazione in Siria. Carlos Martín, Fernando Perez y
Simon Chapman, appoggiando le
rivendicazioni di Soleiman (Castro) e per denunciare i maltrattamenti
sofferti e la loro situazione di
non tutela legale, si unirono allo sciopero della fame il giorno 5 ottobre.
Il giorno 8 ottobre prese parte alla protesta anche Spyros Tsistas.
Sono quindi per ora 5 i compagni detenuti che hanno deciso queso estremo
mezzo di pressione.

In generale la loro situazione fisica va peggiorando giorno dopo giorno; a
causa della mancanza di alimentazione soffrono abitualmente di dolori alla
testa, hanno svenimenti, disordini alla pressione arteriale (il compagno
Spyros fu trasportato giá per alcune ore all'ospedale il 27 Ottobre, e
Carlos il 3 Novembre) e soprattutto perdita di peso e danni a organi che
potrebbero essere irriversibili.

Siamo di fronte a un momento critico, le cui consequenze potrebbero essere
tragiche.

L' appoggio mostrato ai detenuti antiglobalizzazione del controvertice greco
é stato ampio e vario.
Sono state organizzate manifestazioni in diverse cittá europee (Berlino,
Copenhagen, Milano,
Amsterdam, Salonicco, Atene, Graz, Londra, Herakleion...) cosí come in varie
cittá e paesi dello stato spagnolo (Barcellona, Valenzia, Madrid,
Aranzjuez...).
Inoltre ci sono state azioni di protesta, dibattiti, proiezioni, concerti,
giornate tematiche... per diffondere la situazione di questi compagni.
Il giorno 7 ottobre inizió davanti alla sede del Ministro degli assunti
esteriori spagnolo (Plaza de las Provincias) uno sciopero della fame a
rotazione in solidarietá con gli scioperanti.
Ad Aranjuez (dove viveva Carlos Martín) un' assemblea comunale approvó una
mozione che
chiede lo scarceramento del detenuti.
I genitori di Carlos hanno scritto una lettera al segretario contro la
tortura del "Alto Comisionado" per i diritti umani, denunciando la sua
situazione.
Amnisty Internacional ha accettato di investigare sulle denunce di tortura.
Il Social Forum di Salamanca ha chiesto all'unanimitá la scarcerazione dei
detenutti.
Gaspar Llamazares (coordinatore generale di Izquierda Unida) ha scritto a
diversi diplomatici (tra questi il console spagnolo ad Atene) e politici
(Ana de Palacio, ministra degli assunti esteriori) chiedendo la libertá
immediata dei compagni detenuti.
A Londra le azioni si susseguono giorno dopo giorno, l'ultima fu l'affisione
di uno striscione di 14 metri dal Tower Bridge.

Questo é una chiara montatura poliziale per reprimere il movimento
antiglobalizzazione.
Per questo motivo consideriamo questa protesta come una lotta congiunta di
tutti coloro che partecipano ai controvertici e/o che appoggiano i suoi
postulati .
QUESTI DETENUTI SONO NOSTRI! DI TUTTO IL MOVIMENTO!
Pertanto la responsabilitá che ci investe per la loro liberazione deve
essere compartita e congiunta.

Ci appelliamo a tutti gli operatori sociali, culturali e politici, che
partecipano alla lotta antiglobalizzazione, affinché si muovano il piú
possibile per ottenere la loro libertá: azioni, manifestazioni, incontri
pubblici,
diffusione mediatica,... qualsiasi tipo di pressione é necessaria.

É URGENTE, LA SITUAZIONE É CRITICA E IL TEMPO NON STA A NOSTRO FAVORE.

NON LASCIAMOLI SOLI!!!!!!


Come dice il compagno Soleiman (Castro) Dackdouck in una lettera inviata
dall carcere:

“...e per quelli que non hanno dichiarato solidarieta verso i manifestanti
incarcerati, dando diverse scuse: come se questi appartenessero ad un altro
blocco della protesta con diverse forme di azione o come:- " Abbiamo detto
loro di venire nel nostro blocco, peró non lo hanno fatto" etc...
io dico ad essi stessi: "io stavo in un solo blocco, che costituiva l'intera
manifestazione e i detenuti furono arrestati durante la protesta". In questo
momento ci troviamo di fronte a una forma di intimidazione verso tutti
coloro
che combattono e vogliono resistere.
La solidarietá, quando si realizza esclusivamente verso il nostro gruppo di
compagni o solo verso quello che fa quello vogliamo, perde qualsiasi ragion
d'essere.”


Grupo apoyo presos Tesalonica Madrid


1 Novembre 2003

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