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Il movimento romano respinge la criminalizzazione: «Nessuno spazio per le Br» | ||
by dal manifesto Friday, Nov. 07, 2003 at 3:22 PM | mail: | |
Il movimento romano respinge la criminalizzazione.
Non c'è spazio per le Brigate rosse, né per gli artigiani dei pacchi bomba. E non c'è spazio per chi ha cavalcato gli arresti per scatenare la caccia all'«album di famiglia», ai «terroristi nei centri sociali» e alle «infiltrazioni» nei sindacati, di base e non. Per chi ha trasformato l'operazione anti-Br in «un tentativo di criminalizzazione del conflitto sociale e di chi lo pratica». La risposta dei movimenti romani arriva dall'assemblea di ieri sera all'ex Snia Viscosa di via Prenestina. Erano almeno trecento, al microfono si alternavano leader consumati - da Piero Bernocchi (Cobas) a Guido Lutrario (Disobbedienti) - e militanti che nessuno conosce fuori dai centri sociali, dalle case occupate, dai circoli di Rifondazione e dalle «reti» che nascono un po' ovunque. Molti parlavano a titolo personale, i più giovani lamentando anche la rimozione degli anni 70. Altri intervenivano a nome di strutture collettive e con tanto di intervento scritto, come i giovanissimi di Acrobax impegnati nella costruzione del Blocco del precariato sociale: «Non solo - leggeva Giovanni - vogliamo prendere le distanze e tracciare un limite invalicabile tra i Movimenti e le organizzazioni armate, ma vogliamo entrare nel merito delle folli analisi di queste organizzazioni. La presa del potere, la dittatura del proletariato, la direzione verticale e avanguardistica delle masse, una lettura della società più vicina alla rivoluzione d'ottobre che alle trasformazioni contemporanee, la violenza dell'omicidio politico: tutto questo è la riproposizione parodica di una parte del conflitto novecentesco con il quale vogliamo chiudere i conti». «Eravamo contro la lotta armata già vent'anni fa», ricorda Bruno Papale del Coordinamento di lotta per la casa, che si ritrova con due arrestati (Alessandro Costa e Federica Saraceni) e quattro indagati a piede libero nel fascicolo sulle nuove Br. «Agli indagati chiediamo di chiarire la loro posizione e la loro estraneità alla lotta armata», dice ancora Papale. Una dichiarazione, insomma, come quella che il disobbediente Paolo Arioti ha fatto dal primo giorno, e che Costa e Saraceni hanno già fatto ai magistrati. |
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