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Dax, scarcerato imputato
by dal manifesto Tuesday, Jan. 27, 2004 at 1:37 PM mail:

Il tribunale respinge le richieste della difesa e apre le porte del minorile a uno degli accusati del delitto.

Fuori dal carcere minorile per scontare tre anni di prova in una comunità. Poi si vedrà. Così ieri sera ha deciso il tribunale di Milano al termine di una lunga camera di consiglio per Mattia Morbi, il minorenne simpatizzante di estrema destra accusato di aver accoltellato e ucciso Davide Cesare, un militante del centro sociale Orso, dopo averlo aggredito il 16 marzo scorso insieme al padre e al fratello. Tecnicamente si chiama «messa in prova». Significa che Mattia già oggi uscirà dal carcere Beccaria e verrà trasferito in una comunità. Nel frattempo il processo contro di lui verrà sospeso e il suo comportamento verrà sottoposto a controlli ogni sei mesi. Dopo tre anni il tribunale valuterà se il percorso di recupero del ragazzo sarà stato positivo, e in questo caso il processo verrà definitivamente archiviato. E' stata dunque rigettata la richiesta del pm minorile Anna Maria Fioril che aveva chiesto otto anni di reclusione ritenendo che non ci fossero i margini per concedere la messa in prova. Durante le udienze Mattia non ha mai collaborato, limitandosi a dire che non era stato lui. Ma il gup Anna Poli ha dato fiducia agli assistenti sociali che credono possibile il recupero del ragazzo.

Nei mesi scorsi anche il padre di Mattia, Giorgio Morbi, era stato prosciolto perché non ci sarebbero state le prove della sua partecipazione all'agguato. A questo punto l'unico procedimento ancora aperto per far luce sull'assassinio di Dax è il processo contro il fratello maggiore di Mattia, Federico, che in questi mesi se ne è assunto tutta la responsabilità sostenendo in una lettera di essere stato lui l'unico ad accoltellare per «rispondere ad un'aggressione».

La sentenza di ieri non è una sorpresa per nessuno, se l'aspettavano i militanti del centro sociale Orso, se l'aspettava la mamma di Dax, che dopo aver assistito a tutte le udienze, ieri non è venuta in tribunale. Se l'aspettava anche l'avvocato di parte civile Mirco Mazzali. «L'amarezza è tanta - spiega - perché questo ragazzo esce mentre Dax non c'è più, ma la decisione del tribunale era prevedibile. Ci hanno pensato a lungo in camera di consiglio. Il ragazzo non ha mai dato segno di pentimento, nessuna lettera alla famiglia di Dax, nessun gesto di ravvedimento, credo che la scelta della messa in prova per lui sia per ora solo il modo per uscire dal carcere».

Al di là del destino del ragazzo, nelle motivazioni della sentenza ci sono elementi che comunque ne indicano la colpevolezza oggettiva. Un punto fermo, che una volta di più ribadisce come è stato assassinato Davide Cesare. Intanto, proprio ieri, è stata prorogata di altri 6 mesi l'indagine sui violenti pestaggi delle forze dell'ordine all'ospedale san Paolo, dove la notte dell'omicidio si erano ritrovati gli amici di Dax.

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