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Torino: iniziativa al CPT per bambini
by FAI Torino Saturday, Jan. 31, 2004 at 9:44 PM mail: fat@inrete.it

Sabato 31 dalle 10 del mattino in occasione della giornata europea per la libertà dei migranti si è svolta la manifestazione indetta dalla Federazione Anarchica Torinese davanti al CPT per bambini.

Questa mattina si è svolta la manifestazione indetta dalla Federazione Anarchica Torinese davanti al CPT per bambini in via Priocca angolo via Porporati.
Per circa due ore di fronte alla galera che il centro-sinistra al governo in questa città riserva ai bambini migranti si sono succeduti interventi, musica, distribuzione di vino, libri e volantini per sensibilizzare la gente del quartiere rispetto ad una struttura che sotto una sottile patina di perbenismo ed ipocrisia nasconde la volontà dell’amministrazione comunale di trasformare persino la tragedia di bambini poveri, sfruttati e schiavizzati in una questione di ordine pubblico, da reprimere con un’apposita galera, una galera cui si viene condannati solo per essere nati nella parte sbagliata del mondo, in uno dei tanti sud di questo pianeta martoriato. Buono l’interesse suscitato nei passanti, molti dei quali immigrati che vivono in questa zona popolare alle spalle del mercato di Porta Palazzo.
La mattinata si è conclusa con un concerto di Francesco e la sua band che hanno tentato con la musica di oltrepassare il muro di una delle tante galere con le quali lo Stato mostra la sua ferocia, difendendo i confini che separano chi ha tutto da chi ha nulla. Sono muri di mattoni cementati dall’indifferenza e dall’ipocrisia dei troppi che preferiscono non vedere, preferiscono non sapere.
Sono muri che occorre abbattere.

Di seguito i testi distribuiti nel corso della giornata.

Nessuna galera, nessuna frontiera!
A Torino il centro sinistra al governo della città ha aperto una prigione per bambini

Nella nostra città, da ormai un anno è operativa una struttura, travestita da comunità, in cui vengono rinchiusi in attesa di espulsione i bambini immigrati, soprattutto marocchini e rumeni. Grazie alla trovata dell'assessore all'assistenza Lepri, con il pretesto della ricongiunzione con le famiglie (quasi sempre inesistenti) rispediscono in Marocco e Romania, bambini e bambine, cui persino l’attuale legge razzista garantirebbe il diritto all’asilo ed all’istruzione.
La stessa legge liberticida Bossi-Fini che per quello che riguarda i minori impone il divieto dell’espulsione e l’inserimento in percorsi di formazione, viene abilmente aggirata. In base alle leggi vigenti, i minori sotto i 14 anni dovrebbero godere di una tutela umanitaria per cui il giudice invia i piccoli in comunità-alloggio che tentano percorsi di inserimento sociale e lavorativo, con un permesso di soggiorno per motivi di studio e lavoro. Il rimpatrio del minore può avvenire solo a seguito di precisa e documentata richiesta dei genitori dal paese d’origine.
Il nuovo modello di comunità per minori di cui la prigione per bambini di via Priocca è il primo esempio in Italia, è caratterizzato da telecamere, inferriate, rigore carcerario e condizioni di perenne isolamento sociale e legale, come accade agli stranieri maggiorenni detenuti nei lager di Stato senza aver commesso alcun reato, se non quello di esistere.
In base ad accordi tra l'Italia e Romania e Marocco non è più necessaria alcuna esplicita richiesta documentata da parte dei genitori per eseguire il rimpatrio del minore verso il paese d’origine: basta la disponibilità del consolato.
Il comune ed il prefetto di Torino sono riusciti in un solo colpo a rispondere alle richieste repressive della destra, e a rivestire le espulsioni forzate di bambini poveri di quella patina "umanitaria" di cui amano ammantarsi sinistre istituzionali e associazionismo cattolico. Va in questo senso il richiamo alla "famiglia" e la pretesa che la comunità-prigione sia una forma di protezione. Ma il più delle volte i piccoli dell’est Europa o maghrebini sono venduti proprio dai famigliari a commercianti di esseri umani per conto delle organizzazioni criminali ed è lecito supporre che ben difficilmente queste famiglie faranno richiesta di rimpatrio del bambino. E ben sappiamo con quanta facilità le autorità del paese d’origine siano disponibili a favorire il rimpatrio, dietro lauta ricompensa a corruttibili burocrati statali.
Esperienze simili si stanno diffondendo su tutto il territorio italiano, ed è allarmante il potenziale discriminatorio che esse esprimono. Per il centro-sinistra al governo nella nostra città nessun futuro va riservato ai bambini che vivono ai margini della nostra città. Ai piccoli rumeni non rimarrà altra scelta che ritornare nei sotterranei metropolitani in branchi di disperazione, mentre i giovani maghrebini pagheranno per sempre l’esclusione sociale dovuta al fallimento del ritorno a casa.
Il commercio internazionale di carne umana, lo sfruttamento sessuale, l’utilizzo quale manodopera in condizioni di schiavitù e come soldati-bambino sono solo le facce più evidenti della persecuzione che i sistemi sociali ed istituzionali occidentali compiono verso i minori dei paesi poveri, con la complicità degli stessi paesi d’origine. A ciò si aggiunge la vergogna di una prigione per bambini poveri in attesa di espulsione.
A questa vergogna occorre porre fine!


La politica del governo nei confronti dell’immigrazione:
selezione, sfruttamento, schiavitù, polizia europea, eliminazione, lager...

Selezione affidata ai famigerati ma utilissimi scafisti, magari "aiutati" da qualche unità della Marina Militare, sfruttamento selvaggio dei "senza documenti" da parte del capitale legale od illegale, eliminazione degli "scarti" attraverso i centri di detenzione temporanea e le deportazioni.
Un sistema razionale e a bassissimo costo, che consente al governo di lavarsi le mani di fronte alle tragedie nei mari, alle morti nei centri di detenzione, alle morti bianche nei cantieri, ai poveracci che dormono al freddo. La legge Bossi-Fini ha istituzionalizzato il reato di ingresso clandestino, ingrassato i mafiosi che gestiscono il traffico di carne umana, favorito le stragi nei mari, costruito nuovi lager in cui rinchiudere i prigionieri di questa guerra non dichiarata.

Questa legge non ha fatto che inasprire la Legge Turco- Napolitano che ha introdotto nel nostro paese una discriminazione palese, di chiara marca razzista tra migranti e nativi. Una discriminazione tra persone, che, al di là del luogo di nascita e dei "pezzi di carta" che sanciscono la cittadinanza, in questo paese abita, lavora, si ammala, va a scuola. Questa legge razzista è stata approvata dal governo di centro sinistra guidato da Romano Prodi, un governo al cui interno stavano Rifondazione, il futuro PdCI, i Verdi e la sinistra DS. Questa legge ha istituito ed aperto i CPT.

I CPT non sono galere, ma sono circondati da robusti muri e sbarre aguzze. Non sono galere ma chi "si allontana", viene braccato da uomini armati. Non sono galere, ma chi si ribella viene pestato a sangue, trattato come una bestia, imbottito di psicofarmaci, bruciato vivo. Sono i luoghi che quest’Europa che apre le frontiere ai capitali ma le chiude agli immigrati destina a persone la cui sola colpa è cercare una possibilità di vita. Una possibilità di vita che per i più fortunati, quelli che non muoiono nel viaggio, quelli che non vengono espulsi subito, significa lavoro nero, super sfruttamento nei campi, nell’edilizia, nelle produzioni nocive.
Sono gli schiavi legalizzati dall’ordinamento democratico, schiavi tollerati se utili, disponibili alle più bestiali condizioni di lavoro e di vita, schiavi che possono essere imprigionati e cacciati quando non servono più. Manodopera a basso costo, docile e ricattabile è quanto di meglio chieda il capitale nostrano.

Oggi vediamo sinistra DS, Verdi, Rifondazione, PdCI (per non parlare del loro sindacato di riferimento, la CGIL) scendere in piazza contro i CPT. È il gioco delle parti tra chi è al potere e chi il potere l’ha perso. Un gioco ignobile da parte di gente che nel 1998 ha votato per l’apertura dei CPT ed oggi vorrebbe chiuderli solo perché le chiavi della galera sono passate alla destra.

I nodi della globalizzazione neoliberista vengono al pettine, ma in barba ai vaneggiamenti di chi ha teorizzato la fine degli stati-nazione, vediamo che lo stato riprende tutta la sua funzionalità. L’identità nazionale, religiosa, culturale viene esaltata in nome di una fantomatica guerra al terrorismo che spinge all’odio razziale e allo scontro fra civiltà, giustificando guerre di occupazione quali quella in Afganistan e in Iraq. I Paesi poveri vengono tenuti sotto scacco con la guerra, l’esportazione di armi, col sostegno a governi dittatoriali, con la protezione offerta alle imprese multinazionali, e col ricatto dei soldi prestati per uno sviluppo che non arriva mai. Il migrante, sempre dipinto come potenziale terrorista o piccolo criminale, diviene la cavia sulla quale si sperimentano nuove strategie disciplinari: l’isteria securitaria porta al rafforzamento degli apparati polizieschi e militari, all’accentramento dei poteri e alla restrizione delle libertà di tutti.

Il razzismo è un prodotto dello stato e del capitalismo, e solo la loro definitiva abolizione, assieme all’abbattimento delle frontiere, delle galere, dei tribunali, della polizia e degli eserciti può portare a quello spazio di libera associazione e sperimentazione delle forme politiche che fa sì che tutti siamo cittadini del mondo. Solo l’azione diretta, l’auto-organizzazione del lavoro e della vita sociale senza deleghe e gerarchie possono offrire un’alternativa al modello statuale che da sempre esiste per opprimere. E d’altronde, di fronte a una destra e una sinistra che sono sempre più simili, l’inganno parlamentare e riformista diviene palese.
Noi, anarchici, senzapatria, internazionalisti, clandestini per scelta in un sistema che sfrutta, opprime, incarcera migranti e nativi sappiamo che solo una società libera da frontiere, stati, padroni, governi può cancellare galere e filo spinato.
Nostra patria è il mondo intero!
Federazione Anarchica Torinese - FAI
C.so Palermo 46 - la sede è aperta tutti i giovedì dalle 21,15; e-mail fat@inrete.it; tel 338 6594361

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