Arrestato Borzacchelli, avviso di garanzia a Cuffaro
PALERMO - Ai cronisti che gli chiedevano come sarebbe finita l' inchiesta sulle talpe alla dda di Palermo, domenica scorsa ha risposto che avrebbe parlato solo «a bocce ferme». Questa mattina i carabinieri del nucleo operativo hanno bussato alla porta della sua abitazione per notificargli un' ordinanza di custodia cautelare per concussione. E' questa l' accusa bruciante che ha portato in carcere un loro ex collega, Antonio Borzacchelli, 43 anni, deputato regionale dell' Udc. Lo stesso partito del presidente della Regione Salvatore Cuffaro, al quale, nell' ambito della stessa inchiesta, i pm hanno notificato stamani un avviso di garanzia per favoreggiamento e rivelazione di segreto d' ufficio.
Secondo i magistrati, Borzacchelli, ex maresciallo dell' arma, avrebbe incassato elevate somme di denaro dall' imprenditore di Bagheria, Michele Aiello, arrestato per associazione mafiosa lo scorso novembre, in cambio di informazioni riservate su indagini a suo carico. Un rapporto complesso, intessuto di favori e intimidazioni, quello che secondo gli inquirenti legava il parlamentare regionale ad Aiello, titolare della clinica di Bagheria Santa Teresa, uno dei centri oncologici più all' avanguardia in tutto il Mezzogiorno. Borzacchelli avrebbe minacciato l' imprenditore di fargli revocare le autorizzazioni sanitarie ottenute per l' apertura della clinica e di fare avviare indagini su di lui se non avesse «pagato». Richieste a cui Aiello avrebbe in parte aderito. L' ultimo versamento in favore del deputato risalirebbe all' ottobre scorso, pochi giorni prima che il manager della sanità privata venisse arrestato.
Le somme di denaro sarebbero servite anche all' acquisto di una villa che Borzacchelli avrebbe formalmente comprato dal cognato di Aiello, ma che in realtà sarebbe stata «regalata» al politico attraverso il pagamento delle rate di mutuo. I carabinieri hanno ricostruito, attraverso la documentazione bancaria, i passaggi di denaro: in particolare i versamenti di tre rate da diecimila euro, avvenuti tra settembre e ottobre 2003. Le indagini hanno inoltre accertato numerose operazioni sui conti correnti del deputato, con «rimesse in denaro contante», materialmente versate da Antonino D' Amico, ragioniere delle imprese di Michele Aiello. «Con frequenze imprecisate - si legge in uno dei capi di imputazione - e per importi comunque superiori ai cinque milioni delle vecchie lire ciascuno, e successivamente all' entrata in vigore dell' Euro, non inferiori a diecimila euro nei mesi di marzo e aprile 2003».
«Lui mi teneva sotto dominio psicofisico, lui mi ha distrutto e di questo oggi, grazie a voi, me ne rendo conto e ne sto uscendo fuori», ha raccontato Aiello ai magistrati. «All' inizio gli confidavo le mie ansie - ha aggiunto - Nel giro di poco tempo mi resi conto che aveva conoscenze molto ampie». L' ex maresciallo diventa così «consigliere» dell' imprenditore, segue passo passo il progetto di apertura del centro Santa Teresa. Poi arrivano le richieste di denaro, ben presto i rapporti tra i due cominciano a deteriorarsi. Borzacchelli «inizia a creare una certa opera di terrorismo» e parla del rischio di esposti anonimi. Ma le pressioni più pesanti risalgono al 2000 quando il deputato regionale, spiega Aiello, «va a trovare Carcione (un medico che lavorava al centro di Bagheria ndr) e gli dice che o io cedevo il 5% del pacchetto azionario oppure le autorizzazioni così come si rilasciavano si revocavano e che avrei passato guai che nemmeno immaginavo». Al rifiuto dell' imprenditore Borzacchelli avanza una nuova richiesta: 5-6 miliardi in contanti. Il Gip non ha dubbi, e censura con parole durissime l' operato dell' ex maresciallo dell' Arma: «Quelle prevaricazioni e vessazioni - scrive Montalbano - quel disonore e slealtà, quella scorrettezza e biasimo che invece trasudano dalle esaminate condotte, grondando copiose, marchiano indelebilmente chi in esse si è avvoltolato come nel fango di una immonda pozza».
Dalle dichiarazioni di Aiello che, riconoscono i magistrati ha avviato un processo di collaborazione, viene fuori anche il nome dell' ex manager della Asl 6 Giancarlo Manenti, anche lui indagato per corruzione. Con la complicità di Borzacchelli, avrebbe intascato dall' imprenditore bagherese 50 milioni per velocizzare l' iter della procedura per l' adozione dei tariffari in favore del centro Santa Teresa.
L' arresto del deputato regionale dell' Udc e il nuovo avviso di garanzia al Governatore Cuffaro surriscaldano il clima politico. L' opposizione all' Assemblea Regionale Siciliana parte all' attacco: «E' solo la conferma di quanto da tempo sosteniamo - commenta Leoluca Orlando - indipendentemente dalle indagini giudiziarie e dai loro esiti, è oggi più che mai necessaria, è un obbligo morale, una opposizione forte e senza compromessi al Governo Cuffaro». Gli fa eco l' ex presidente della Commissione antimafia, il diessino Giuseppe Lumia: «Le inchieste portate avanti dai magistrati in questi ultimi tempi hanno rivelato commistioni ed illegalità diffuse che coinvolgono diversi livelli istituzionali e preoccupano per la conferma di zone grigie nel rapporto tra la mafia e affari, mafia e politica, mafia ed economia». Mentre il presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, Enzo Bianco, si dice «preoccupato» per il futuro della Sicilia. L' unica voce che si leva dalla maggioranza è quella del segretario dell' Udc siciliano Raffaele Lombardo, che esprime «sorpresa» per l' arresto di Borzacchelli «uomo fedele e legato alle istituzioni». Intanto per lunedì è fissato l' interrogatorio del presidente Cuffaro.
7 Febbraio 2004
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