Indymedia Italia


Indirizzo mittente:
Indirizzo destinatario:
Oggetto:
Breve commento per introdurre l'articolo nella mail:


http://italy.indymedia.org/news/2004/02/487785.php Invia anche i commenti.

[Milano] il salvataggio degli alberi
by Graziano Predielis Tuesday, Feb. 24, 2004 at 6:08 PM mail:

Parcheggi al posto degli alberi - LA DIFESA DEL VERDE

di ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI

L'ultima volta che in queste pagine si era parlato dell'argomento «alberi in città», era arrivata una quantità inattesa di messaggi, non solo da Milano, ma anche da Mestre, da Padova, da Trento, da Firenze, che narravano quasi tutti il medesimo, a volte accorato, a volte rabbioso requiem per uno, due, tre, dieci, venticinque o cinquanta alberi tagliati per far posto al traffico, a un parcheggio, a una palazzina o a qualche nuovissimo, indispensabile arredo urbano. E la maggioranza delle lettere concludeva con l'esortazione a insistere, a tornare sul tema per dare una mano a difendere il verde, come se nel mirino dei tagliatori di alberi ci fosse l'intera foresta amazzonica e non un pugno di povere piante di città, oltretutto spesso piuttosto
spelacchiate. La speranza di riuscire, grazie a uno o anche più articoli, a cambiare le sorti dei nostri amati fusti metropolitani è praticamente nulla, e la ragione è molto semplice: quanto valgono, infatti, «in soldoni» - come dicono quelli che i soldi sanno farli - dieci, venti, cinquanta o anche cento alberi e quanto vale, invece, un
bel parcheggio sotterraneo oppure un palazzo a più piani? L'ombra, il refrigerio, il piacere degli occhi e il bisogno quasi fisico di un po' di verde evidentemente non entrano nel conto e chi mai, tra coloro che ragionano in soldoni, è disposto a credere che un albero qua, un albero là, più altri tre o quattro da questa parte e cinque o sei da
quella possano, insieme, migliorare, sia pure di poco, l'aria inquinata che quotidianamente ci tocca? Eppure, sebbene senza speranza, è quasi obbligatorio tornare sull'argomento, perché il flusso delle lettere contro i tagliatori di piante continua e perché proprio in questi giorni in vari quartieri milanesi si segnalano nuovi, non isolati abbattimenti con relative proteste da parte degli
abitanti. E' vero che per ogni tronco segato c'è immancabilmente pronta una giustificazione quasi ragionevole (albero malato, albero pericolante, albero intralciante, urgenza di un parcheggio, necessità di una carreggiata più ampia, fame di servizi e di abitazioni), ma il punto è un altro: di verde si sente ormai un assoluto bisogno e non si
accetta più che sia considerato campione senza valore, secondario e sostituibile, soprattutto in una città come Milano dalla quale è sempre più difficile uscire per goderselo altrove, visto l'intasamento fisso delle autostrade nei fine settimana. Fino a venti, trent'anni
fa, succedeva che bambini e adulti accorressero meravigliati per assistere allo spettacolo - grandioso e crudele - del taglio di una pianta. Oggi gli operai con le motoseghe devono nascondere le loro operazioni dietro paratie o, addirittura, muoversi di notte per non venire bloccati o anche insultati da passanti e abitanti. E quanto più
alberi verranno eliminati tanto più simbolico valore acquisteranno i sopravvissuti. L'amministrazione cittadina, non soltanto milanese, probabilmente si consola con la convinzione - non errata - che la maggioranza della popolazione al verde preferisce un sicuro posto
macchina, che solo una minoranza elitaria si muove per la salvezza di una pianta. Ma non è forse dovere delle amministrazioni fare propria la via più difficile, quella che sta dalla parte di ciò che è bello, civile ed evoluto? Se nei secoli non fosse stato questo lo spirito che ha improntato l'azione dei governanti milanesi in quale stato sarebbe oggi la nostra città?

ibossi@corriere.it

Gentile Signora Bossi Fedrigotti, ho letto con attenzione il suo editoriale di oggi e ricordavo quello già pubblicato alcuni mesi fa. Come consigliere comunale dei Verdi cerco di sviluppare il più possibile le "linee difensive" di quel piccolo ma fondamentale patrimonio che ogni albero o giardino rappresenta - a volte soprattutto simbolicamente, altre anche molto concretamente - in città. Proprio ieri ho fornito a una redattrice del vostro giornale diversi materiali relativi alle situazioni di Piazza Oberdan, Piazza
Grandi, Piazza Novelli, Largo Tel Aviv, Piazzale Libia... Credevo che oggi sarebbe uscito uno di quegli articoli che, come lei scrive, hanno una speranza praticamente nulla di riuscire a cambiare le sorti, relativamente a un progetto complessivo terribile e irriconoscente verso il valore immateriale del verde in città. Però accanto a questa praticamente nulla speranza c'è, mi perdoni, una più concreta certezza: le centinaia di cittadini "resistenti" che si rivolgono ai Verdi e agli ambientalisti quasi come si ricorre alla Croce Rossa, nell'illusione che la nostra capacità di interdizione sia ogni volta irresistibile, non sarebbero dispiaciuti se il più importante quotidiano della nostra città approfondisse metodicamente le ragioni, e i torti, di ogni singolo progetto. E chi amministra e decide non potrebbe sempre restare sordo, muto e indifferente alla guida delle ruspe.

Cordialmente,
Maurizio Baruffi Consigliere Comunale di Milano http://www.ilbaruffi.it

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum

©opyright :: Independent Media Center .
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.