Riparlando di pedofilia
La prima parte dell'anno in corso è stata piena di avvenimenti belli, dolorosi, drammatici, pieni di speranza, pieni di scandalo… tra questi lo scandalo della pedofilia dei preti americani ha occupato molte pagine di molti quotidiani, per molto tempo. Questi fatti drammatici, anche se probabilmente sovrastimati numericamente, sono stati il pretesto per riavviare il poco originale dibattito su ciò che la Chiesa è e su ciò che dovrebbe fare… tanti consigli preziosi - ritenuti tali da chi li dà - ma poco reali e soprattutto limitati, non tenendo conto di tutte le componenti della realtà… Primo fra tutti, il consiglio più importante che è la spiegazione degli atti di pedofilia dei preti riguarda il celibato dei preti: il prete è pedofilo perché non è sposato, e quindi è un represso sessuale e via dicendo; la soluzione, quindi, logicamente sta nel matrimonio dei sacerdoti. Inoltre sono più pedofili gli uomini delle donne, motivo per cui anche le donne dovrebbero fare i preti, per garantire più sicurezza alle famiglie dei bambini… E via via dicendo; sono saltati fuori tanti di quei luoghi comuni in questi ultimi mesi… insomma questa Chiesa ne ha combinati di danni, e soprattutto continua imperterrita a non seguire i consigli di nessuno!!! Ci permettiamo adesso di fare un po' di ordine in tutte le cose dette. Indipendentemente dal considerare il pedofilo "malato", quindi non così colpevole, oppure un "soggetto" sano ma coscientemente perverso, tutto il male che viene fatto ai più piccoli è peccato e grida al cospetto di Dio. Una società che usa i piccoli (vedi pornografia, pedofilia, prostituzione, ma anche sfruttamento del lavoro minorile etc…) è una società che non ha niente da dare all'uomo e non può costruire niente se non distruzione, male… Chi commette peccato dà scandalo, forse se chi a commetterlo è un sacerdote lo scandalo è più evidente; ma questo non mette in discussione tutti i preti della Chiesa, come la pedofilia che si svolge all'interno della famiglia (la maggior parte degli abusi sessuali sui bambini avviene in famiglia; difficile da concepire e da accettare, ma risponde alla realtà) non mette in discussione la figura di tutti i genitori… La Chiesa è consapevole del peccato dell'uomo, e permette la remissione dei peccati riconoscendo nella croce di Cristo il mezzo della redenzione; il peccato fa male e Cristo stesso lo ha preso su di sé - soffrendo fino alla morte - perché l'uomo possa essere salvato dalla piccolezza in cui spesso cade.
Di seguito riportiamo stralci di un articolo americano che spiega perché alcuni "miti" sulla pedofilia dei preti possono essere facilmente smontati.
Alcuni miti sulla pedofilia dei preti
1. I preti cattolici sono più inclini alla pedofilia rispetto agli altri gruppi di uomini Questa affermazione è chiaramente falsa; non c'è alcuna evidenza che i preti sono più inclini ad abusare dei bambini rispetto agli altri uomini. L'uso e l'abuso dei bambini come obiettivo per la gratificazione sessuale degli adulti è un fenomeno epidemico in tutte le classi, professioni, religioni, comunità etniche, nell'intero globo, come la pornografia infantile, gli incesti, la prostituzione dei bambini fanno chiaramente capire. La pedofilia (l'abuso sessuale dei bambini preadolescenti, minori di 13 anni; pedofilo è un soggetto di almeno 16 anni e di almeno 5 anni più vecchio del bambino) tra i preti è molto rara, affliggendo solo lo 0.3% della popolazione clericale. Philip Jenkis, un professore non cattolico americano, ha pubblicato questi dati nel libro "Pedofili e preti", dove mostra una delle casistiche più aggiornate e complete ad oggi, in cui 1 prete su 2252 è un pedofilo, considerando l'ultimo periodo di tempo di trent'anni. Nel recente scandalo di Boston, solo 4 dell'ottantina di preti accusati dai media di pedofilia sono realmente pedofili. La pedofilia è un particolare tipo di disordine compulsivo sessuale nel quale un adulto (uomo o donna) abusa degli adolescenti prepuberi; la maggioranza delle deviazioni sessuali dei preti coinvolti in questo scandalo in realtà è meglio definito dalla efebofilia (attrazione omosessuale verso ragazzi adolescenti). Mentre il numero degli abusatori sessuali tra i preti è molto più alto di quelli colpevoli di pedofilia, questo ammonta ancora a meno del 2% , cifra paragonabile alla percentuale degli uomini sposati. Sull'onda della corrente crisi nella Chiesa, altre denominazioni religiose e istituzioni non religiose hanno ammesso di avere problemi simili sia con la pedofilia che con l'efebofilia tra i loro gruppi di sacerdoti. Non c'è evidenza che i prelati cattolici siano più predisposti alla pedofilia rispetto ai ministri protestanti, i capi ebrei, insegnanti o altre istituzioni dove gli adulti rivestono un ruolo di autorità e potere sopra i bambini.
2. Lo stato di celibato dei preti porta alla pedofilia Il celibato non comporta alcun tipo di deviazione sessuale inclusa la pedofilia. Infatti gli uomini sposati sono tanto quanto i preti a rischio di deviazioni sessuali. Nella popolazione generale la maggioranza degli abusatori sono uomini eterosessuali che abusano di ragazze adolescenti. Il profilo del molestatore di bambini non include mai un adulto che diventa attratto eroticamente da un bambino come risultato di una astinenza.
3. Il matrimonio dei preti potrebbe sconfiggere la pedofilia e le altre forme di deviazioni sessuali Qualcuno sta domandando il matrimonio per i preti come riparazione allo scandalo, quasi che il matrimonio potrebbe impedire agli uomini di far male ai bambini. Poiché né il celibato né l'essere prete predispongono un uomo a sviluppare la pedofilia, un prete sposato non risolverebbe il problema. Gli uomini sani eterosessuali non hanno mai conosciuto lo sviluppo di attrazioni erotiche nei confronti dei bambini come risultato dell'astinenza.
4. Il celibato dei preti è una invenzione medievale Errato. Nella Chiesa Cattolica Occidentale il celibato divenne universale nel IV secolo, iniziando con l'adozione da parte di S. Agostino della disciplina monastica per tutti i suoi preti. In aggiunta alle molte ragioni pratiche - era supposto scoraggiasse il nepotismo - lo stile di vita del celibe permette al prete di essere più indipendente e disponibile. La Chiesa non ha cambiato le proprie direttive riguardo al celibato perché lungo il corso dei secoli essa ha realizzato il valore pratico e spirituale di tale pratica (Papa Paolo VI - Sul celibato dei preti - Lettera enciclica, 1967). In verità anche nella Chiesa Cattolica di Oriente, dove è concesso il matrimonio ai preti, l'Arcivescovo è scelto solo fra i preti non sposati. Cristo ha mostrato il vero significato e valore del celibato. I preti cattolici, da S. Pietro ad oggi lo hanno imitato nel dono totale di sé a Dio e agli altri nel celibato. Sebbene Cristo ha elevato il matrimonio al livello di sacramento che rivela l'amore e la vita della Trinità, Egli è anche un testimone vivente della vita nel mondo che verrà. Il celibato consacrato è per noi una testimonianza vivente di questa vita in cui la gioia e l'unione del matrimonio tra l'uomo e la donna sono sorpassati nella perfetta comunione di amore con Dio. Il celibato propriamente compreso e vissuto rende libera una persona per amare e servire gli altri come ha fatto Cristo. Negli ultimi 40 anni il celibato è stata una ancor più forte testimonianza dell'amore sacrificato dell'uomo e della donna che offrono se stessi nel servizio della comunità.
5. Il sacerdozio alle donne potrebbe risolvere il problema Non c'è alcuna connessione logica tra i comportamenti deviati di una minoranza di preti e l'introduzione delle donne nei loro ruoli. Mentre è vero che molte statistiche mostrano come siano gli uomini, rispetto alle donne più inclini molestare i bambini, il problema è che anche alcune donne molestano i bambini. Nel 1994 la "National Opinion Research Center" ha mostrato come la seconda forma di molestia sessuale sui minori più comune interessa le donne nei confronti degli adolescenti. Le statistiche riguardo le donne pedofile sono molto più difficili da ottenere perché tale crimine è più nascosto. Inoltre le loro vittime più frequenti (i ragazzi) sono più reticenti a riportare l'abuso sessuale, specialmente quando l' abusatore è donna. Ci sono molte ragioni perché la Chiesa non ordina le donne (come Giovanni Paolo II ha spiegato più volte). Ma questo va oltre la questione. Il dibattito sull'ordinazione delle donne non è assolutamente correlato con il problema della pedofilia e altre forme di deviazioni sessuali.
6. Gli insegnamenti della Chiesa sulla moralità sessuale sono il vero problema, non la pedofilia Gli insegnamenti della Chiesa riguardo la morale sessuale sono basati sulla dignità della persona e la bontà della sessualità umana. Questo insegnamento condanna gli abusi sessuali sui minori in tutte le loro forme allo stesso modo di come condanna altri crimini sessuali, quali la violenza carnale, l'incesto, la pornografia minorile, la prostituzione minorile. In altre parole, se questi insegnamenti fossero seguiti, probabilmente non ci sarebbero problemi legati alla pedofilia. La Chiesa riconosce che l'attività sessuale senza amore fa male alla dignità dell'uomo e alla lunga la distrugge; da quando il celibato è stato concepito, centinaia di anni di esperienza hanno provato che uomini e donne possono astenersi dall'attività sessuale pur vivendo una vita piena, sana, ricca di significato.
7. La richiesta del celibato limita il numero di uomini come candidati per il sacerdozio, dando come risultato un alto numero di preti squilibrati Prima di tutto non c'è un "alto numero di presti squilibrati sessualmente"; la maggioranza dei preti sono normali, sani, fedeli. Secondariamente coloro che non si sentono chiamati al celibato, non sono chiamati ipso facto a diventare preti cattolici. In realtà molti uomini non sono chiamati al celibato; alcuni lo sono e tra questi alcuni sono chiamati da Dio al sacerdozio. La vocazione al sacerdozio, come al matrimonio, richiede il mutuo e libero consenso di entrambe le parti. Il desiderio di un candidato per il sacerdozio non costituisce la vocazione in se stessa. I direttori spirituali dovrebbero essere molto attenti a discernere le caratteristiche vere della vocazione al celibato nei candidati.
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