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COMBONIANI CONTRO LA LEGA
by croccolo Saturday, Mar. 20, 2004 at 11:38 AM mail:

Deliranti affermazioni di un noto comboniano «Ai leghisti vanno negati i sacramenti»


Ai cattolici che «portano avanti l'ideologia aberrante della Lega Nord» dovrebbero essere negati i sacramenti. Perlomeno, prima di concedere loro l'assoluzione (ma l'anatema non fa distinzioni e dunque potrebbe comprendere eucarestia, battesimo, cresima, ordine, matrimonio ed estrema unzione) il sacerdote deve «riflettere molto e far riflettere qualche penitente che appartiene a questa ideologia». Insomma, pretendere un autentico autodafè con relativa abiura dell'"eresia" padana.
Non è il caso di preoccuparsi per la salute mentale del cardinale Joseph Ratzinger: il prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede (erede di quel Sant'Uffizio che, peraltro con solide ragioni di magistero e dottrina, fulminò di scomunica comunismo e massoneria) non c'entra nulla.
Molto, ma molto più modestamente, la "maledizione" del leghismo è tutta farina del sacco di tale padre Giorgio Poletti, una specie di capopopolo in forza alla casa di Castel Volturno dei missionari "comboniani" (le virgolette sono d'obbligo per rispetto al povero San Daniele Comboni, che era di tutt'altra pasta). A differenza del loro fondatore, bresciano di Limone del Garda che morì in Africa a soli 50 anni dedicando la sua breve esistenza terrena a convertire indigeni e a combattere l'espansione islamica, Poletti e compagni preferiscono fare gli "stanziali": invece di girare per il mondo animati da sacro zelo, si sono piazzati a Castel Volturno e aspettano che siano gli africani ad andare da loro, più o meno clandestinamente. Inevitabilmente, la legge Bossi-Fini rompe le uova nel paniere a chi pretende di fare il missionario a domicilio: così i "comboniani" hanno scatenato una crociata al contrario contro la nuova normativa sull'immigrazione e la Lega Nord che ne è l'artefice.
Nello scorso novembre, Poletti e confratelli con il cristianissimo supporto dei loro amici dei centri sociali hanno dato vita a uno show immigrazionista davanti alle questure, rilasciando ai clandestini circa 2.000 permessi di soggiorno con tanto di timbro dal sapore vagamente blasfemo: quello attribuito d'ufficio al "ministero del Regno di Dio". Una Autorità che, seppur tirata in ballo a sproposito, non deve vedere di buon occhio l'islamizzazione della Cristianità, considerato che la Bossi-Fini sta cominciando a dimostrare i suoi provvidenziali effetti nel contenimento dell'invasione maomettana. Se ne sono accorti anche gli indegni eredi di quel San Comboni che esortava i regnanti europei a rispondere col cannone all'arroganza maomettana, come risulta da alcuni documenti dell'epoca.
Il rancore, si sa, ottenebra la ragione e questa deve essere stata la molla che ha spinto padre Giorgio Poletti a sproloquiare di "Lega Nord e Sacramenti" con un intervento pubblicato sul sito peacelink il 12 marzo, proprio all'indomani del grave male che ha colpito il ministro delle Riforme. Mentre altri sacerdoti degni di questo nome, non solo cattolici tradizionalisti ma anche quei "parroci poveri" così amati dal leader leghista celebravano messe per la guarigione di Umberto Bossi, l'ineffabile Poletti superava se stesso in una sorta di omelia incentrata sul quesito: «È giusto ammettere ai sacramenti coloro che portano avanti l'ideologia aberrante della Lega Nord? È giusto ammettere ai sacramenti coloro che professano un'ideologia che non ha niente di cristiano» perché «produce strategie e metodologie contro i diritti fondamentali delle persone?».
È certo che un sacerdote ha il diritto, anzi il dovere, di negare i sacramenti a chi si pone fuori dalla Chiesa con scelte e pubblici comportamenti incompatibili col magistero. È una decisione sofferta, presa anche per il bene spirituale di chi, accostandosi indegnamente ai sacramenti, aggiungerebbe al peccato il sacrilegio. Il problema è che nella sua personalissima lista dei "peccatori", Poletti avrebbe messo, oltre a Bossi e ai leghisti, figure come il beato Marco d'Aviano o Papa San Pio V, sino allo stesso Comboni. Tutti coloro cioè che in ogni tempo hanno difeso e difendono la Cristianità dall'invasione islamica.
Tutti loro e solo loro, visto che il "comboniano" afferma di non aver «mai negato i sacramenti a nessuno». Tranne i leghisti: prima di concedere loro l'assoluzione, dice Poletti «devo riflettere molto e far riflettere qualche penitente che appartiene a questa ideologia». Con il Carroccio, il discutibile buonismo di padre Giorgio Poletti non vale più. E alla luce delle sue personalissime interpretazioni dottrinali, sorge un dubbio: saranno poi validi i suoi sacramenti?
Giulio Ferrari
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[Data pubblicazione: 20/03/2004]

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