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Derby, se non è un complotto, poco ci manca
by Ampex Monday, Mar. 22, 2004 at 11:21 PM mail:

Da IL BARBIERE DELLA SERA


A pensar male si fa peccato, ma ci s'indovina, diceva un grande della politica italiana. E allora proviamo a mettere in fila qualche fatto relativo a una delle pagine più vergognose del calcio italiano.

Proviamo a fare i giornalisti, e mettiamo in fila i fatti sin qui noti, intorno alla partita più incredibile della stagione, lo scontro capitolino sospeso ieri sera per una falsa voce su un bimbo morto per colpa di un veicolo delle forze dell'ordine.

1) Il derby di Roma inizia in un clima sostanzialmente tranquillo, più del solito, secondo il questore di Roma Cavaliere. Il fuoco covava sotto la cenere?

2) Già qualche minuto prima della partita la leggenda metropolitana della morte di un bambino investito da un veicolo della polizia comincia ad aleggiare sull stadio, sulla curva romanista, in particolare. Chi l'ha messa in giro?

3) la voce s'ingrossa nell'intervallo, i tifosi si agitano, gente che sale e gente che scende. Movimenti sospetti, sempre secondo Cavaliere, di chi sta preparando qualcosa. Un piano preordinato?

4) All'improvviso, in sincrono, spariscono gli striscioni, sia nella curva romanista, sia nella curva laziale. Chi ha dato l'ordine? Col passaparola non si levano gli striscioni di tutto uno stadio in pochi secondi, a meno che non vi sia un accordo preventivo.

5) Alcuni capi dei tifosi entrano in campo e minacciano i giocatori: se giocate, finisce male. Chi ha permesso loro di entrare sul terreno di gioco? Le società proprio non hanno alcuna responsabilità in questo?

6) I giocatori, Totti in testa, non oppongono alcuna resistenza, anzi fanno mostra di credere molto più alla voce riferita dai tifosi che a quella del questore e del prefetto di Roma che assicurano loro che nulla di grave è successo, dentro e fuori lo stadio. Bell'esempio di cittadini... Nessuna responsabilità, allora, di calciatori strapagati? Perchè, sempre per ragioni di ordine pubblico si giocò all'Heysel, oppure a Roma, quando morì il povero Paparellli?

7) Le società restano a guardare: Sensi è immobile in tribuna, e Longo biascica solo poche parole di perplessità: Davvero non potevano fare di più per convincere la gente che non v'era ragione alcuna per sospendere il match?

8) il deflusso di 70mila persone disorientate non si trasforma in tragedia solamente per il sangue freddo di Polizia e Carabinieri. E' grave pensare che vi sia una regia dietro due ore di autentica guerriglia urbana?

9) La partita viene sospesa dopo due minuti del secondo tempo, così i biglietti non sono rimborsabili. Un caso?

10) Il presidente di Lega Galliani si assume la responsabilità della sospensione, evitando così che Roma e Lazio siano penalizzate dal giudice sportivo. Ottimo, così non è successo nulla.

A questo punto nasce una domanda: a chi giova a tutto ciò?

Vi riferisco una voce che girava ieri all'Olimpico: visto che Roma e Lazio assommano da sole quasi la metà dei debiti di tutto il calcio professionistico italiano, questo è un avvertimento: o passa il decreto salva calcio, o scoppia la rivoluzione a Roma. Con buona pace delle società virtuose, con i bilanci in ordine, c'è chi a Roma vuol continuare a vivere al di sopra delle proprie possibilità, invece che vendere i gioielli di famiglia (Totti, Cassano, ecc.) per fare cassa, e risanare i bilanci, come sarebbe giusto e normale fare. Se non è un avvertimento al governo (e a chi al suo interno si oppone al decreto come Lega ed UDC), poco ci manca...

Galliani però si è assunto la responsabilità di decidere la sospensione, così Roma e Lazio non saranno penalizzate in classifica. Ma davvero le due società non pagheranno alcun conto? Viene da augurarsi che la giutizia sportiva arrivi, attaverso il principio della responsabilità oggettiva, laddove la giustizia penale non può arrivare: se i tifosi hanno minacciato i giocatori, allora devono essere le società a pagare, con pesantissime squalifiche del campo, e la ripetizione della partita a porte chiuse, per tenere supporters tanto pericolosi lontano.

Se così non sarà, allora vorrà dire che di sport nel calcio non è rimasto proprio nulla.

Ampex

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