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Per una volta si può torturare
by dal manifesto Friday, Apr. 23, 2004 at 11:51 AM mail:

La Lega affonda alla camera il bando contro la tortura: «E' proibita solo se reiterata».

Torturare una volta sola non è reato. E' l'incredibile posizione su cui la Lega è riuscita a portare con un voto granitico tutta la maggioranza di centrodestra e, di fatto, ad affossare l'introduzione nel nostro codice penale di un reato che l'Italia, governo Berlusconi compreso, condanna a livello internazionale. E' stata una seduta di fuoco quella di ieri a Montecitorio, che doveva decidere se mettere al bando la tortura. Una norma che era approdata in aula con un testo compiutamente «bipartisan» che ricalcava alla lettera i trattati internazionali firmati e sottoscritti dal nostro paese in sede Onu. Ultimo dei quali un protocollo che amplia i poteri ispettivi delle Nazioni Unite firmato in pompa magna dal governo del Cavaliere alla fine del 2002. Nel clima forcaiolo degli ultimi mesi, la Lega è riuscita a far approvare (201 sì, 176 no e due astensioni) un emendamento con cui si stabilisce che le violenze e le minacce devono essere «reiterate» per essere qualificate come tortura. Una definizione del tutto aliena dal diritto internazionale. L'opposizione è insorta e ha abbandonato l'aula. Il presidente della commissione giustizia di Montecitorio, il forzista Gaetano Pecorella, dopo il voto non ha nascosto il suo imbarazzo: «Devo dare atto - ha spiegato in aula Pecorella - che la scelta della commissione andava esattamente nel senso opposto e cioè di un parere contrario all'emendamento della Lega». E quindi? «Poi c'è stata una decisione politica all'interno della maggioranza, che purtroppo è intervenuta tardivamente, ma di cui non abbiamo potuto non prendere atto perché una coalizione deve avere, o dovrebbe avere, caratteristiche di compattezza...». Compattezza che dovrebbe far riflettere gli ex democristiani e gli sparuti «liberal» azzurri, docilmente naufragati nelle pulsioni leghiste.

Dalle associazioni parole di fuoco: «Neanche queste norme di civiltà - commenta il presidente di Antigone Stefano Anastasia - sono state sottratte alle diatribe sulla giustizia che inquinano il dibattito nel nostro paese». Anche Amnesty International, ovunque in prima fila in questa battaglia, si chiede con amarezza: «Quante volte occorrerà `torturare' prima che si possa parlare di `tortura'?». «Iniziamo male», dice il presidente di Amnesty Italia Marco Bertotto. Mentre Sergio Marelli, presidente dell'Associazione delle Ong italiane non si trattiene: «Provo un senso di orrore e di vergogna. E' un bell'esempio dell'Italia che vuole esportare la democrazia - dice Marelli - «dopo aver tradito l'Onu con la missione in Iraq, il nostro paese tradisce quei valori che si basano sul rispetto della dignità umana, della libertà e del diritto internazionale». Claudio Ciardullo, segretario del sindacato di polizia Silp-Cgil non esita a smarcarsi dalla propaganda leghista: «Respingiamo con sdegno l'idea che un qualsiasi atto di tortura, commesso anche solo una volta, possa aiutare le forze di polizia nell'esercizio delle loro funzioni. Chi intende fare passi indietro sul terreno della civiltà giuridica abbia almeno il buon gusto di non nascondersi dietro la polizia». E l'Unione camere penali parla di «offensiva sconsiderata e illiberale contro i diritti umani e i principi costituzionali».

Sconcerto, perfino genuina rabbia, dai banchi dell'opposizione. La diessina Anna Finocchiaro esplode di fronte a un'aula muta: «Dovreste vergognarvi. Non tanto perché avete mancato di rispetto agli accordi politici presi non solo tra di voi, ma anche con l'opposizione. Questo lo fate sempre. Ma dovreste vergognarvi perché con il voto di oggi mancate di rispetto alle migliaia di persone che ogni giorno vengono torturate. Vergognatevi per quello che siete e per quello che fate». «State con i torturatori - urla il Verde Paolo Cento - oggi la maggioranza di centrodestra ha imposto a questa camera una delle pagine più vergognose della sua storia». Cento attacca senza risparmio: «Non potevamo aspettarci di meglio dai leghisti che esprimono il ministro Castelli, che era a Bolzaneto e ha coperto le torture del G8». Secondo Giuliano Pisapia di Rifondazione se il testo diventasse legge, «si creerebbe addirittura un inaccettabile arretramento rispetto alle norme attuali».

Parole che testimoniano che la misura è colma, che al giustizialismo leghista bisogna mettere un argine. Che non tutto è sacrificabile per la propaganda di un partito allo sbando.

Secoli di diritto inceneriti da un emendamento dell'onorevole Carolina Lussana. La camera approva.


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