100.000 precari/e, 10.000 da fuori e il resto milanoidi, ma per i media non esistiamo.
Non so se mi fa più tristezza l'establishment che cerca di soffocare l'importanza del processo/evento mayday dal corsera a repub, passando per la rai e l'ovvia ostilità di sindacati sempre più bolsi e miopi, presentati da uno che pubblcizza la felicità dei callcenteri, oppure i soliti tiratori scelti (sono invariabilimente xy) del vorrei ma non posso quindi non puoi neanche tu. Ieri Milano per una volta era la capitale del precariato, e non della precarietà. La partecipazione è stata straordinaria perché c'erano migliaia di persone di ogni età (tanti bambini!), etnia e ceto sociale che alle manifestazioni di movimento non vengono ma che evidentemente ci danno retta sull'agitazione contro la precarietà, e perché tutte le declinazioni della sinistra italiana radicale si sono dovute confrontare con la rappresentazione della precarietà come questione sociale e culturale centrale: per una volta sul lavoro non abbiamo visto comunicazione miserabilista e/o retorica. Per noi che è la quarta volta che la facciamo, possiamo dirvi che questa parade è stata tanto felice quanto quella del primo anno, cioè tantissimo, e il diritto alla felicità o quantomeno alla serenità è per noi il diritto sociale fondamentale. E che le azioni di picchettaggio sono state davvero efficaci (anche in senso preventivo) : dobbiamo rifarle sempre più spesso!
Cmq è sempre la solita solfa: gli ipercompagni che si lamentano dall'anonimato del newswire, gli ipermoderati che ci vorrebbero polverizzare. NO WAY OUT?
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