Il Papa si appella alla nuova Europa
"L'Europa non rimuova, ma riscopra le proprie radici cristiane" per "essere all'altezza delle grandi sfide del terzo millennio: pace, dialogo tra culture e religioni, salvaguardia del creato". E' questo il messaggio lanciato dal Papa all'Europa dei 25. "Saluto con affetto le nazioni che in questi giorni sono accolte nell'Ue", dice il Pontefice, sottolineando che l'unità dell'Europa non deve essere solo economica e politica, ma anche spirituale. Solo il cristianesimo, aggiunge Woytjla, e la "linfa vitale del Vangelo" possono assicurarle "uno sviluppo coerente con la sua identità, nella libertà e nella solidarietà, nella giustizia e nella pace".
"In questi giorni - ha spiegato il Papa recitando il Regina coeli dalla finestra del suo studio, davanti ad alcune migliaia di persone radunate in piazza san Pietro - l'Europa vive un'altra importante tappa della sua storia: dieci nuovi paesi entrano nell'Unione europea; dieci nazioni che già per cultura e tradizioni erano e si sentivano europee, vengono ora a far parte di questa Unione di Stati". "L'unità dei popoli europei - ha proseguito - se vuole essere duratura, non può però essere solo economica e politica. Come ebbi a ricordare nel mio pellegrinaggio a Compostela, nel novembre del 1982, l'anima dell'Europa resta anche oggi unita, perché far riferimento a comuni valori umani e cristiani. La storia della formazione delle nazioni europee cammina di pari passo con l'evangelizzazione".
Per questo, ritiene il Papa, "nonostante le crisi spirituali che hanno segnato la vita del continente sino ai nostri giorni, la sua identità sarebbe incomprensibile senza il cristianesimo". Dopo aver ricordato il contributo che alla riflessione su questo tema ha dato la Chiesa, con i sinodi del '90 e del '99, Giovanni Paolo II ha concluso che "la linfa vitale del Vangelo può assicurare all'Europa uno sviluppo coerente con la sua identità, nella libertà e nella solidarietà, nella giustizia e nella pace. Solo un'Europa che non rimuova, ma riscopra le proprie radici cristiane potrà essere all'altezza delle grandi sfide del terzo millennio: la pace, il dialogo tra le culture e le religioni, la salvaguardia del creato. A questa importante impresa tutti i credenti in Cristo dell'occidente e dell'oriente europeo, grazie a un'aperta e sincera cooperazione ecumenica, sono chiamati a offrire il proprio contributo".
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