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Comunicato ufficiale rsu DHL-bg
by rsu DHL Bergamo Friday, May. 28, 2004 at 7:16 PM mail:

Precarizzazione in dhl. Il settore dei corrieri espressi negli ultimi
dieci anni è stato caratterizzato da una crescita esponenziale che ha
garantito margini elevatissimi di profitto. Strumento principe della
"nuova economia" che ha fatto del decentramento industriale nei paesi
in via di sviluppo la propria fortuna, i corrieri sono diventati
l'anello di collegamento tra i luoghi di produzione ad alto contenuto
di lavoro e i luoghi della commercializzazione, in un mercato sempre
più esigente di modi di produzione flessibili gli express courrier
hanno garantito e garantiscono la reperibilità di merci in tempi
ridotti permettendo la compressione della distanza. Allo stesso tempo
sono un vero e proprio paradigma della nuova organizzazione del
lavoro e da questa logica non è esclusa DHL uno dei corrieri leader
del settore che opera in Italia con la sua sede principale, per
quanto riguarda il trasporto aereo, all'aeroporto di Bg. Come
accennato sopra, sino a poco tempo fa tutto il settore godeva di
ottima salute grazie al fatto che il mercato dei corrieri era in
espansione, ma da un paio di anni a questa parte, vuoi per la
congiuntura internazionale, vuoi per la saturazione del marcato, i
fatturati di questi giganti non riescono a garantire più i margini di
profitto (tassi di crescita del 13% annuo erano la norma) di un
tempo. Sarebbe comunque errato affermare l'esistenza di una crisi,
più giusto è dire che l'età dell'oro è finita pur rimanendo questo un
settore decisamente vitale. Peccato che i managers di queste
multinazionali, formati per realizzare "mission impossibile", non si
rassegnino all'idea di mantenere quei favolosi "trend" di crescita.
Accade quindi che se il mercato non è in grado di offrire nuovi
terreni di conquista per assicurare ingenti guadagni l'altra strada
da percorrere è quella della riduzione dei costi interni, strada
sempre percorsa ma che oggi diventa una vera e propria ossessione per
i preposti alla gestione delle risorse aziendali. Ma veniamo alla
situazione di DHL a Bergamo. Attualmente in DHL Aviation Italy sono
addette circa 500 persone, più 150 lavoratori cooperativa con
mansioni di facchinaggio e una miriade di padroncini e autisti della
coop.(per il trasporto su gomma da e per l'hub delle spedizioni
raccolte su tutto il territorio del nord Italia). In perfetto stile
neoliberista le tipologie contrattuali presenti tendono tutte al
massimo possibile di flessibilità e precarietà, lavoratori part-time,
notturni, interinali, temporanei e di cooperativa lavorano tutti
nello stesso luogo ma con diritti differenti. La presenza del
sindacato in questa azienda è fortunatamente forte e grazie ad una
serie di rivendicazioni per il giusto inquadramento contrattuale
(attualmente il ccnl e quello dei trasporti e logistica mentre
dovrebbe essere quello Assoaeroporti secondo una direttiva
comunitaria recepita dall'Italia con un decreto legislativo, in
materia di liberalizzazione del settore dei servizi di assistenza a
terra) si è giunti ad una serie di accordi integrativi che hanno
visto il riconoscimento economico della differenza tra i due
contratti per quei lavoratori impiegati durante la notte (c.a.il 50%
della forza lavoro), anche se di fatto non è stato riconosciuto il
corretto inquadramento. Il radicamento e il consenso che la RSU ha
ottenuto negli anni ha quindi contribuito ad arginare le politiche
neoliberiste in materia di lavoro, ma l'avvento della famigerata
legge 30 ha determinato un drastico cambio di atteggiamento nelle
politiche di reclutamento del personale. Da qualche mese a questa
parte si è infatti assistito ad una unilaterale interpretazione della
suddetta legge a tal punto che tutte le assunzioni sono state fatte
attraverso l'utilizzo di agenzie interinali o di contratti di lavoro
a tempo determinato in barba ai paletti imposti dallo stesso ccnl, va
aggiunto inoltre che per la tipologia di lavoro richiesto in dhl
(notturno e part-time) il turn-over di lavoratori è assai alto dal
momento che l'estensioni di contratto da part-time a full-time non
vengono più concesse per incentivare all'esodo quei lavoratori
presenti da anni e che hanno le garanzie di un contratto
indeterminato da sostituirsi poi con le nuove figure più docili,
ricattabili e meno sindacalizzabili. A completare il quadro va
aggiungersi l'ultima "proposta" fatta dal managment aziendale che
consisterebbe nell'esternalizzare, seppur in via sperimentale, parte
dell'attività di competenza dei lavoratori DHL alla cooperativa. È
facile intuire come questa scelta implicherebbe un precedente
pericoloso, oltre al fatto che si palesa la strategia sul medio-lungo
periodo di sostituzione delle vecchie tipologie contrattuali con
quelle più "moderne" a tutto svantaggio della qualità del posto di
lavoro e del potere contrattuale faticosamente raggiunto dai
lavoratori dhl in questi anni. Di fronte a questa "proposta"
comunicata alla rsu giovedì scorso è stato indetto il giorno
successivo uno sciopero che ha visto, per la prima volta, l'adesione
totale di tutti i dipendenti per protestare contro le politiche di
esternalizzazione e precarizzazione. Il successo enorme dello
sciopero non ha però portato l'azienda a retrocedere dai propri
intenti, anzi, il lunedì successivo sono stati tagliati la metà dei
voli in entrata riducendo le operazioni in modo drastico, e come
rappresaglia è stato comunicato alla rsu, che nel frattempo aveva
convocato le assemblee e ritirato momentaneamente lo stato
d'agitazione, che visto il calo del lavoro non avrebbero confermato i
contratti di lavoro in scadenza a maggio e a giugno, oltre a
diffondere le solite storie sul rischio di chiusura dell'hub stesso,
nella speranza di terrorizzare i lavoratori e di spezzarne l'unione
così difficilmente raggiunta. Di fronte alla reazione di carattere
padronale, per non dir di peggio, la rsu non ha intenzione, visto
anche il totale appoggio dei lavoratori, di retrocedere di un solo
passo, ma oltre a ciò ritengo sia doveroso far conoscere questa
vicenda che segna sicuramente un avanzamento in merito alla
consapevolezza dei lavoratori sulla questione della precarietà, è
cioè un esempio importante di organizzazione e di lotta che non può
essere taciuto, e su cui si può aprire una sorta di campagna di
informazione che vada da una parte a ledere la tanto glorificata
immagine di dhl su cui si investono centinaia di migliaia di euro e
dall'altra sia da ulteriore esempio del clima di conflittualità
diffuso che ormai si respira un po' ovunque.

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