siamo proprio sicuri che siano stati *gli islamici*?
E' stato fatto un ricatto da 9 mln di dollari al governo italiano. Da parte di CHI? Che sicurezza abbiamo che siano veramente islamici, dato che da che mondo č mondo, nella realtą, gli esecutori non sanno MAI chi sono i mandanti, stante che gli ordini gli arrivano da un intermediario?
Data: 02/05/2004 12:32 Lo rivela Paolo Simeone al domenicale britannico 'Sunday Telegraph' IRAQ, TELEGRAPH: SOLDATI USA PRESERO ARMI A ITALIANI PRIMA DEL SEQUESTRO Il titolare della Dts Llc security: ''Se avessero avuto i fucili d'assalto che gli erano stati tolti, forse avrebbero avuto una possibilita' contro i sequestratori''
Londra, 2 mag. - (Adnkronos) - I militari americani sequestrarono le armi in possesso alle quattro guardie di sicurezza italiane prese in ostaggio in Iraq il 12 aprile scorso qualche ora prima che venissero rapiti. E' quanto dice al ''Sunday Telegraph'' Paolo Simeone, il titolare della Dts Llc security che aveva 'reclutato' i quattro, secondo cui i soldati americani bloccarono Salvatore Stefio, Fabrizio Quattrocchi, Umberto Cupertino e Maurizio Agliana ad un checkpoint in uno dei distretti piu' pericolosi di Baghdad, confiscando i tre fucili d'assalto e le due pistole che portavano con loro, sostenendo che avevano violato le regole per il porto d'armi. I militari rilasciarono loro una sorta di ricevuta in modo da poter recuperare le armi in futuro, che Simeone sostiene di avere. I quattro, dice ancora Simeone al giornale britannico che titola l'articolo ''Gli ostaggi italiani facile preda dopo essere stati disarmati dai soldati americani'', erano cosi' stati costretti a tornare al loro albergo alla ricerca di altre armi: avevano trovato solo una mitraglietta e due pistole. ''I miei colleghi stavano andando da Baghdad in direzione della Giordania quella mattina, quando sono arrivati al checkpoint controllato dai militari americani - racconta il 'reclutatore' - Non sappiamo esattamente perche' i soldati americani abbiano sequestrato loro le armi''. Simeone spiega che 'il ministero degli Interni iracheno non rilascia porto d'armi per gli occidentali, dicono di solito che basta mostrare un documento d'identita' come il passaporto. Tutti i miei uomini avevano il passaporto italiano e Fabrizio (Quattrocchi, ndr) aveva un pass per la Zona verde dell'Autorita' provvisoria della coalizione. Normalmente e' una prova piu' che sufficiente per dimostrare che lavorano nella sicurezza per la coalizione, ma in quel caso i soldati non l'hanno accettato''. Secondo quanto denunciato da un altro consulente per la sicurezza che aveva lavorato con gli italiani, ''quattro uomini con fucili d'assalto in un'auto potrebbero avere una possibilita' contro questi uomini (i sequestratori, ndr). Quattro uomini armati solo con una MP5 e un paio di pistole probabilmente non ce l'hanno''. ''Se fossero stati britannici o americani - rilancia il titolare della Dts - penso che sarebbe andata bene. Potrebbe essere successo (che abbiano sequestrato le armi, ndr) perche' erano italiani e il loro inglese non era perfetto, per cui i soldati non si sono fidati''. Simeone ribadisce poi al quotidiano britannico che i quattro sono rimasti vittima di un'imboscata ben pianificata: ''Penso che abbiano avuto un ruolo i tassisti che li stavano portando, potrebbero averli condotti in una trappola. Ma sono anche arrabbiato per il modo in cui l'esercito americano ha confiscato loro le armi, questi sono professionisti della sicurezza e aver agito cosi' li ha messi in pericolo''. Infine, il 'reclutatore' riferisce di aver parlato con alcuni funzionari del governo italiano dopo il rapimento. Un consigliere del governo ha sostenuto che solo uno degli ostaggi, Stefio, aveva un'esperienza adeguata: ''Se gli italiani avessero agito professionalmente - dice al Telegraph - non avrebbero mai affrontato quel viaggio''. Dal canto suo, un ufficiale dell'esercito americano ha commentato: ''Stiamo ancora indagando e non possiamo dire nulla''.
http://www.studiocataldi.it/news_adn_asp/news_adn_8185.asp
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