da:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2004/03_Marzo/04/identita.shtml
dal corrrrriere della sera online:
MILANO - Si chiama «identity theft», furto di identità, ed è la nuova frontiera del crimine: nel 2003 nei soli Stati Uniti ha colpito 7 milioni di cittadini e nel mondo ha causato danni per 200 miliardi di dollari (circa 170 miliardi di euro). «Tramite Internet è diventato sempre più facile reperire i dati di un individuo - ha detto Paolo Soru, amministratore delegato della security society Actalis, in un incontro sul tema a Milano - Non si tratta solo di clonare il bancomat, ma di conoscere le coordinate bancarie o i dati anagrafici di una persona».
DANNI - A che cosa serve appropriarsi dei dati identificativi di un individuo? Ad esempio per ottenere crediti o prestiti finanziari: si può scoprire di avere una carta di credito intestata a proprio nome, che in realtà non si è mai aperta (73% dei casi) o, al contrario, una carta che si crede attiva e che invece è stata chiusa. Oppure si può venire accusati di avere commesso atti pubblici illeciti, perchè qualcuno ha utilizzato i propri dati. O ancora si può clonare l'identità per dare il via a una vera e propria sostituzione di persona: ad esempio per crearsi un nuovo tipo di vita, nel caso di immigrati irregolari o di criminali ricercati.
SOLUZIONI - In Italia questo crimine non è ancora molto diffuso, ma non è escluso che possa diffondersi presto. «Non bastano username e password per difendere i propri dati su Internet - ha ribadito Soru - Questi sono solo abilitazioni a un servizio». Per garantire la propria identità si possono richiedere certificati digitali, emessi dalle Certification Authority, che possono essere inseriti in badge aziendali, carte di credito, carte di identità elettroniche o Sim Card. Un’altra soluzione può essere la «one time password», come ha spiegato Umberto Rapetto, tenente colonnello della Guardia di Finanza, inventore del Gruppo Anticrimine Tecnologico: si tratta di «una parola-chiave che può essere utilizzata per una sola volta e che quindi può essere comunicata con tranquillità, anche al telefono».
PROTESTA IN GIAPPONE - Un grande furto di dati personali è stato ammesso da Softbank Corp, il più grande provider di Internet ad alta velocità giapponese: rubati 4 milioni e mezzo di profili. Ad ogni cliente, Softbank ha promesso un risarcimento di 500 yen. Una cifra ridicolmente bassa, che corrisponde a neppure 4 euro. Per protestare, uno degli utenti ha messo in vendita all'asta la sua identità su Yahoo Japan, partendo da una base di circa 12 mila dollari.
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