Testimonianze raccolte con gli attivisti che ieri sera hanno tentato invano di bloccare l'espulsione a Fiumicino. Se ci sono lacune o errori, integrate commentando il post.

Ieri, mercoledi 21 luglio, 31 dei profughi sudanesi sbarcati a Porto Empedocle con la Cap Anamour sono stati trasferiti a Fiumicino per essere imbarcati su un aereo diretto in Ghana. Ieri, infatti, il ministero degli Interni aveva ufficializzato che i migranti non avevano diritto allo statuto di profughi, sebbene provenissero da una regione in guerra civile (Darfour, ma il conflitto in Sudan si sta estendendo) riconosciuta come tale anche dalle Nazioni Unite.

Un centinatio di attivisti si sono diretti a Fiumicino, per tentare di bloccare la deportazione. Si e' deciso di bloccare il check-in del volo di linea che avrebbe dovuto imbarcare i migranti, comunicando con le persone presenti all'aeroporto i motivi del blocco: nel frattempo, i parlamentari e i rappresentati partitici presenti (Rifondazione Comunista, DS) avrebbero trattato con le forze dell'ordine aeroportuali per ritardare l'espulsione. La polizia dapprima ha cercato di impedire l'iniziativa, spintonando gli attivisti, e poi ha fatto imbarcare espulsi e passeggeri da un altro check-in.

Il blocco si e' spostato al nuovo check-in, ma la prospettiva di girare per l'aeroporto senza poter intervenire efficacemente ha scoraggiato le persone giute a Fiumicino da Roma e, dopo tre ore, il blocco e' stato sciolto.