l'informazione ufficiale vuole che il petrolio sudanese venga comprato in gran parte dai "cinesi".
Ecco la realtà dei contratti petroliferi sudanesi, e gli sviluppi che prefigurano, come si può osservare gli occidentali fanno la parte del leone, nonostante i media continuino bellamente ad ignorare la questione.
Non sono presenti aziende Usa in quanto il Sudan è nella lista dei paesi sotto embargo unilaterale statunitense.
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Il Sudan in 3/4 anni dovrebbe raggiungere la produzione si un milione di barili al giorno, che vale più dell'1% del mercato mondiale. Se si considera che ora produce sui 350.000 barili, la previsione che vede la produzione triplicare in pochi anni è chiaramente fondata su una serie di contratti e progetti gia sul campo. E' stato ammesso all'Opec come paese osservatore.
Le principali compagnie coinvolte sono : -la Lundin Oil AB svizzero/svedes - la OMV Aktiengesellschaft, dall' Austria - la Talisman Energy Inc, Canada, presente in Sudan tramite una sussidiaria olandese, che subisce pressioni in patria e finge di volersi disfare delle concessioni. - la Petronas malesiana - la China National Petroleum Company (CNPC), cinese.
In più Elf-TotalFina, Francia, ha una concessione di 120.000 km2 nel Sud del paese per il greggio del Nilo Blu, e la BP (inglese) ha grossi interessi nella compagnia cinese PetroChina, sussidiaria della CNPC che opera nel paese su 72.000 km2, pertanto si può dire che sia al 50% con i cinesi.
La Exxon-Royal Dutch Shell, fornisce il carburante a tutto l'apparato statale ugandese, anche se ha dichiarato che non fornirà più il carburante per gli aerei usati per bombardare la popolazione civile, dopo le pressioni di gruppi pacifisti. La russa Stroitransgaz costruirà un oleodotto di oltre 300 kilometri. Altri 700 kilometri se li è aggiudicati una ditta indiana, la ONCG. L'india possiede diritti estrattivi sul Grande Progetto del Sud Nilo (nuovi campi estrattivi), che cerca di scambiare con altri, ha proposto lo scambio ai nigeriani che hanno rifiutato. Nel contempo però pare combattuta e cerca di accaparrarsi comunque la quota che la Total Fina vorrebbe vendere per la scarsa fiducia sulla sicurezza delle aree. Tutte le compagnie sono insicure, alcune meno di altre, vedi Petrochina e Lundin.
a questo link: http://www.lundin-petroleum.com/eng/sudan.shtml
la Lundin Oil da notizia della scoperta di 2/3 miliardi di barili di petrolio in una sola concessione. A titolo di esempio le intere riserve statunitensi sono valutate in circa 30 miliardi di barili.
Una concessione simile, il "Block six", si trova nel Sud del Darfur, area non inclusa negli accordi di pace.
La stima delle riserve sudanesi cresce ogni anno con il prgredire delle esplorazioni.
La mappa mostra come guerra e petrolio in Sudan siano strettamenti connessi.
Perchè la nostra stampa continua a parlarci di predoni?
Perchè contestare il dittatore vorrebbe dire guastare i piani perseguiti finora, meglio prendersela con i "predoni", loro sono "selvaggi", non "civilizzati" come noi occidentali. Gioca a favore del mantenimento del mistero il fatto che le estrazioni siano cominciate solo nel 1999 e pertanto il paese non viene ritenuto"tradizionalmente" tra i produttori di petrolio. E' anzi il paese più povero del mondo, ultimo in tutte le classifiche.
A questo link altre mappe e notizie sulla situazione nel paese e nel Darfur. http://italy.indymedia.org/news/2004/08/596579.php
Qui il sito che si batte contro la guerra petrolifera in Sudan: http://www.ecosonline.org/ proteste che hanno ottenuto finora risultati minimi. Altro gruppo: http://www.vigilsd.org/fcarte6.htm http://www.vigilsd.org/faccueil.htm
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