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Autogrill SPA. Immigrazione permanente, lavoro interinale
by Francesco Lauria Saturday, Aug. 14, 2004 at 12:27 AM mail: francescollauria@yahoo.it

Piccola storia post-industriale sull'immigrazione.

AUTOGRILL SPA.
Immigrazione permanente,
lavoro interinale.
di Francesco (Vincenzo) Lauria
http://francescolauria.blog.tiscali.it

Non mi va, una volta tanto, di partire parlando di me.
Vorrei parlarvi di Jacrop.

Jacrop, è una ragazza indiana, viene da vicino Dheli, in Italia, più precisamente a Parma, da circa cinque anni.
E' simpatica, specialmente con quello strano accento che ha ricavato parlando in italiano, quando lavori insieme a lei per esempio ha alcune espressioni che la fanno assomigliare ad una bambina quando trasforma l'imperativo "buttalo" in "buttilo".
Jacrop è una veterana nel mondo degli autogrill, dove il turnover lavorativo è rilevantissimo, e la gran parte degli addetti sono giovani assunti tramite le agenzie di lavoro interinale.
I motivi sono dettati dalla durezza del lavoro e dai bassi stipendi, Jacrop lavora nell'Autogrill di Parma, sull'Autosole da circa due anni.

Ha il privilegio di vedere il suo nome scritto sulla targhetta della divisa, mentre per la gran parte degli altri operatori, io per esempio mi chiamo Vincenzo, il nome è semplicemente il primo che si trova : potere ed inganni del marketing.

Come lei durante il mio breve lavoro estivo ho conosciuto altri immigrati.
Maria, per esempio, davvero bella, mezza nigeriana e mezza statunitense (di Chicago, ci tiene a precisare), ma con un accento parmigianissimo, la r veramente arrotata che tradisce il lunghissimo soggiorno a Parma (meglio, a Sorbolo, ci ritiene a precisare).
Mi racconta che in Nigeria non saprebbe come vivere, ma conosce, a differenza mia, che mi sono trasferito da anni in Friuli, tutte le uscite delle tangenziali di Parma.

O come una terza operatrice che io chiamo "la pizzaiola".
Di lei è inequivocabile l'origine latinoamericana ed entrambi, per motivi che non vi sto qui a spiegare, sorridiamo quando insieme pronunciamo la parola Ecuador.

Infine Timeo.
Lui, posso dirvi solo vagamente che è africano.
Ha un accento così parmigiano, ma così parmigiano che tra me e me mi sono detto : "beh, almeno questo qui lo hanno adottato...".
Poi arrivano gli immancabili francesi a chiedere i cappuccini un po' macchiati con latte tiepido e magari, sì i cappuccini, in tazza di vetro.
(per inciso in Italia tazze grandi di vetro per cappuccini io non le ho mai viste..., figuriamoci all'Autogrill di San Martino...).
Nel momento critico Timeo tira fuori un francese che avvilisce il mio (frutto di anni e anni di sudori universitari) e mi dimostra che ancora una volta mi sbagliavo.

Mi fermo qui, ma potrei continuare.
Questa è l'immigrazione di tutti i giorni, l'immigrazione permanente.
Che non ci fa paura, non ci ruba lavoro, frena il nostro declino demografico e ci regala qualche colore in più.
Che vive di sacrifici e di lavori interinali, in affitto.

Si, i colori.
Quando una sera ho visto Jacrop alla fine del turno, avvolta nel suo splendido sari, mi sono fermato un lungo attimo.
Jacrop, non è certo una modella, ma in quel momento era davvero bellissima.

In quel momento ho pensato alle dichiarazioni del Ministro Calderoli dopo il tragico naufragio dei profughi al largo di Lampedusa.

Il suo fazzoletto verde nel taschino, mi è sembrato così volgare, così colmo di egoismo e superficialità che, anche se di solito non faccio classifiche sulle persone, mi sono detto che essere ministro in certe circostanze davvero non vale la metà di un sorriso di Jacrop...

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