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http://italy.indymedia.org/news/2004/10/666477.php Invia anche i commenti.

Giuseppe Meucci e le COR
by saperinformare Friday, Oct. 22, 2004 at 1:48 AM mail:

Un giornalista che possa ritenersi corretto, quando scrive articoli basati su ipotesi, dovrebbe almeno avere la dignità di usare il condizionale, e di non impiegare mai le virgolette per riferirsi a frasi sentite dire e non presenti negli atti di un'inchiesta.

Giuseppe Meucci, un giornalista della Nazione, che per fortuna di tutti scrive prevalentemente sulla cronaca locale di Pisa, potrebbe essere la chiave di svolta dell'inchiesta sulle COR (cellule di offensiva rivoluzionaria). Dai suoi articoli emergerebbe infatti una lucida convinzione sulla loro struttura e un appello ripetuto a legarle al gruppo della "compagna So" (cosa questa per altro negato anche dal Procurato Aggiunto di Firenze, dr. Fleury, come dichiarato nell'intervista di ieri sul quotidiano Il Giornale). Quasi una supplica perché So (mai nome di battaglia fu più infelice) ammetta qualcosa, dato che, come è arcinoto, un pentito o un collaboratore, pur di sparire di circolazione, firma e ammette tutto ciò che gli "inquirenti" ritengono opportuno che ammetta.
Ne sa qualcosa Paolo Dorigo, in carcere da anni, per la deposizione di una spia, che nessuno ha mai potuto interrogare. E così Meucci invece di dedicarsi ad esempio a sostenere la causa di Dorigo, del quale la Corte europea richiede da tempo la revisione del processo, cerca di incastrare qualche altro innocente. Perché? Questa è la domanda: Perché?
Basta leggere alcuni suoi articoli.
Mai ad esempio che usi nel porre ipotesi il tempo condizionale. Nei suoi articoli tutto è all'indicativo presente, come se fosse vero.
Viene logico suggerirgli, se è così sicuro delle cose che scrive, di presentarsi agli inquirenti e vuotare il sacco.

Qualche frase può rendere più chiaro il mio pensiero.
Nell'articolo dal titolo 'minestrone': "I 'misteri' di Cinzia Banelli: armi, COR e quarto uomo" (La Nazione, 11 settembre 2004 – notare la data) si esprime ad esempio nel paragrafo intitolato "Le Cor" in questo modo:
"Anche se non per intero, gli inquirenti li (notare il "li": si riferisce alle COR, che però precedentemente aveva chiamato Nuclei di offensiva rivoluzionaria; un lapsus?) ritengono duramente colpiti dopo i sette arresti avvenuti, soprattutto dopo quello del loro capo, lo studente pisano….Frediani".
Premesso che avrei piacere se qualcuno fosse in grado di spiegarmi i "puntini puntini" (che sono nell'articolo originale), si deduce come per Meucci, ma non per gli inquirenti (come risulta dagli atti ormai resi pubblici), Frediani venga considerato con convincimento il capo delle COR o dei NOR (come Meucci, e solo lui, le chiama). Quindi per questo amante della verità ciò che potrebbe essere una fantasiosa ipotesi è una certezza.
Abbiamo visto Frediani al comando dei NOR e delle COR, ma non basta.
Meucci (La Nazione del 21 ottobre 2004): "…il gruppo anarco-ambientalista capeggiato da William Frediani che sotto il nome del circolo "Il Silvestre" costituiva il nocciolo duro delle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria".
Quindi riassumendo: William Frediani sarebbe il capo delle COR, dei NOR, del "Silvestre", di un gruppo anarco-ambientalista, che però per definizione non ammetterebbe capi. Ma questo è lontano anni luce dal "pensiero" di un Meucci.
Per giunta nella cronaca di Pisa di questo lucido quotidiano vi è la dimostrazione lampante di come le fonti cui afferisce Meucci si prenderebbero in realtà gioco dello stesso.
Valga come esempio l'articolo a tutta pagina sulla cronaca locale dal titolo "William Frediani ha portato in carcere una copia del Corano" (La Nazione 8 agosto 2004) nel quale si legge:
"Quando i carabinieri e i poliziotti sono andati a prenderlo – per eseguire l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Luca Salutini (in cui viene accusato di danneggiamenti, incendio e attività sovversiva) – gli hanno detto di prepararsi una borsa con indumenti ed effetti personali, ma lui ha risposto: 'Non importa, porto solo questo' e ha mostrato appunto il Corano".
E invece l'informatore del sig. Meucci mentiva e il sig. Meucci sa chi è colui che ha mentito.
Frediani infatti portava in carcere indumenti, effetti personali e vari libri (quelli che stava leggendo preparando un esame) e lasciando sul proprio tavolo il Vecchio e il Nuovo testamento, quest'ultimo ritrovato ancora aperto.
E questa smentita viene pubblicata dal quotidiano "Il Tirreno", il 10 agosto 2004, smentita fornita dagli stessi inquirenti.
Dove sta allora l'azione delittuosa?
Sta nell'accettare notizie da informatori non attendibili, sapere che la persona oggetto dell'osservazione non può replicare, ignorare di aver fornito una notizia falsa e non smentirla mai.
Perché veniva a grandi lettere riportata questa notizia? Tralascio la risposta perché ovvia, ma sottolineo l'ombra di razzismo che soggiace a questa piccola operazione locale. Non si parla degli altri libri, né di quelli portati, come la Divina Commedia, né di quelli lasciati, come la Bibbia, ma solo di un libro che per La Nazione ben si può associare al "Male": il Corano.
Meucci fa finta di ignorare che in carcere ci sono in realtà, per questa inchiesta, due persone innocenti (Alessio Perondi e William Frediani), o forse è della teoria che il sistema giuridico italiano vada gettato nella spazzatura insieme alla presunzione di innocenza?

E pensare che qualcuno, dalla lettura dei suoi articoli, potrebbe evincere, riguardo la persona di Meucci (che esplica l'attività di giornalista, "fatto di per sé del tutto lecito") "chiaramente la pericolosità del soggetto, dedito stabilmente ad azioni di questo tipo e, soprattutto, sorretto da convinzioni ideologiche" .. "che mostrano l'adesione convinta alla lotta violenta di classe di radice" anticomunista. (Riadattato dalla Sentenza del Tribunale del Riesame di Firenze del 16/08/04 con cui si respingeva la richiesta di arresti domiciliari per William Frediani – ritenuto un comunista e quindi un elemento di per sé pericoloso - da parte dei Giudici Dr. Nicola Moroni, Dr. Bruno Maresca, Dr. Giacomo Rocchi).
Comunque, se il sig. Meucci ritenesse opportuno riflettere su quanto scritto, potrebbe iniziare un percorso rieducativo verso la verità dell'informazione intervendo all'assemblea che si terrà a Pisa il 28 ottobre 2004 alle ore 21 presso il Centro Maccarrone (indetta dal Comitato contro la Repressione di Pisa).
Assemblea alla quale non troverà presente l'establishment politico pisano perché, come è ormai chiaro a tutti, al Sindaco di Pisa, Paolo Fontanelli, e a quello di Cascina, Moreno Franceschini, non interessa affatto che due loro concittadini siano ingiustamente detenuti, e ciò per non turbare gli equilibri, la correttezza dei rapporti, l'amicizia con i poteri forti, ecc, ecc.
Per fortuna la gente comune o non sa nulla di questi fatti o li considera minimi o si ritiene indignata del trattamento riservato a questi giovani.
Ma chi dà voce a queste persone?

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