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PROSEGUE LO SCIOPERO DELLA FAME CONTRO L'INCENERITORE
by SCIOPERO DELLA FAME Saturday, Jan. 01, 2005 at 6:34 AM mail:

PROSEGUE LO SCIOPERO DELLA FAME

PROSEGUE LO SCIOPERO...
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La campagna che ho di fronte, bagnata per la pioggia di stanotte, ricoperta di un lieve manto di brina e di verde, è lei la mia musa oggi. Il suo colore bruno, le sue crepe cosparse di veleni e immondizia, non per questo mi ci sento meno legato.Come una mamma sembra, che in vecchiaia divenuta vittima di una grave malattia degenera sotto i nostri occhi, di fronte alla nostra impotenza. Cresce il bene che le vogliamo e la voglia di starle accanto quanto più si avvicina il giorno della sua morte, anche se il suo corpo e cosparso di ferite, e da esse fuoriesca un fetore putrido, sempre il desiderio di starle accanto rimane. E sempre riesce a darci il senso della calma, come una mamma che culli dolcemente il suo bimbo in seno. Non cantandogli una nenia dolce, perché mia madre è malata, ha bisogno di cure e se pure non volendo arrecarmi dispiacere con i suoi lamenti, geme e si dispera. Sono io oggi che la prenderò fra le braccia e le canterò una canzone in cambio di tutta la vita che ha dato per noi. Il sole, suo marito si sta alzando e anche se coperto da un velo di nubi emana il suo calore come le facesse una carezza sul capo, per calmarla, per lenire il suo dolore. Intanto sulla mia schiena lo sento mio padre penetrare tra i vestiti giù sulla pelle, e poi più dentro, nei polmoni, e poi nel cuore fino a i piedi, guardando la sua sposa divenuta triste dentro i suoi occhi, ad entrambi ci assale una gran voglia di piangere. Le mie lacrime, quelle che mi solcano il viso mentre scrivo, cadono nel terreno, sui germogli spuntati a migliaia tutti intorno a me. Mio padre non piange, lui è troppo orgoglioso e fiero per questo e poi cerca di tenere su il morale di tutti. Il dramma di questa madre inconsolabile, per essere stata abbandonata dai suoi stessi figli, rinnegata, non ha più grida da lanciare, e si piega su se stessa, sotto il peso delle ingiurie di uomini a cui ha dato il latte dei suoi seni. Semi ormai vuoti e avvizziti decretiamo la sua morte mentre ancora respira e ci guarda negli occhi chiedendoci il perché. Io non le dico, madre tu che nessuna offesa ci hai arrecato, intorno a me vedo altri fratelli, alcuni dei tuoi molti figli. Siamo pochi, ma convinceremo gli altri di non continuare a infierire su di te, ci opporremo madre con tutte le nostre forze.


11/12/2004 “sciopero della fame”


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